domenica 19 dicembre 2010

NATALE IN SUDAFRICA

Titolo originale: id.
Nazione: Italia
Anno: 2010
Genere: commedia
Durata: 1h45m
Regia: Neri Parenti
Sceneggiatura: Alessandro Bencivenni, Paolo Logli, Neri Parenti, Alessandro Pondi, Domenico Saverni
Fotografia: Luciano Tovoli
Musiche: Elio e le Storie Tese
Cast: Christian De Sica, Massimo Ghini, Giorgio Panariello, Belen Rodriguez, Max Tortora, Barbara Tabita, Serena Autieri, Laura Esquivel, Alessandro Cacelli, Matthew Dylan Roberts


Trama
Primo episodio - Carlo è in vacanza in Sudafrica con la sua seconda moglie Susanna. L’idillio finisce quando incontra il fratello minore Giorgio in compagnia della moglie Marta. Tra i due non scorre buon sangue perché Giorgio ha truffato in affari Carlo, lasciandolo sul lastrico, e gli ha portato via la prima moglie Marta. Carlo, però, è riuscito a riprendersi economicamente a differenza di Giorgio che ha quasi dilapidato tutto quello che aveva rubato al fratello.
Secondo episodio - Massimo, famoso chirurgo e Ligabue, detto “Bue”, un facoltoso macellaio, sono grandi amici. Per Natale decidono di trascorrere una vacanza-safari in Sudafrica assieme ai loro rispettivi figli, Laura e Vitellozzo, da sempre innamorati. Una volta in Africa saranno catturati dalla bellezza di Angela, una giovane entomologa italo-argentina, alla ricerca del leggendario Lepidotterus Ceruleus Paradisiacus.

Recensione
Il produttore Luigi De Laurentiis ha affermato: “Il Natale senza cinepanettone sarebbe molto triste”. Bisognerebbe rispondere: “Per te e il tuo portafoglio!”, ma la risposta non sarebbe onesta perché questo simil-cinema diverte ogni anno tantissimi spettatori che corrono nelle sale cinematografiche a vederlo. Se gli italiani vogliono questo, De Laurentiis, De Sica & co. continuano ad darglielo. “Natale in Sudafrica” è studiato alla perfezione (dal punto di vista commerciale, mica cinematografico!):
1. La location: girare nel paese più celebre del momento. Allora scelta obbligata è il Sudafrica che quest’anno ha ospitato mondiali di calcio.
2. Il sesso: prendere la starlette più chiacchierata, quella più gnocca e trasformarla in un’attrice (un miracolo!). Come non pensare a Belen Rodriguez? Inoltre ci si aggiunge quello che più attizza l’italico medio, ovvero tradimenti ed “acchiappanza”.
3. Il marketing: un trailer con la canzone più orecchiabile, “Waka waka” di Shakira (ritorno al punto 1.), una locandina dove tutti sono a mezzo busto e, guarda caso, solo Belen è a figura intera. I suoi 2.5 metri di coscia sono un ottimo biglietto da visita (ritorno al punto 2.)
4. La storia: in periodo di crisi, è necessario risparmiare... sulla creatività e, nel pieno rispetto per l’ecologia, si ricicla quello che si ha o che si trova in giro.
Se il cinepanettone ha sempre la stessa struttura e le storie procedono identiche, rattrista vedere come in “Natale in Sudafrica” anche le idee più stupide siano terminate. Aumenta la volgarità, stavolta non limitata a parolacce e doppi sensi sessuali: megarutti (con chiari riferimenti fantozziani), animali flatulenti, gioiose orinate (nulla a che vedere con le classiche di “Amici miei”). Neri Parenti insiste su equivoci e battute già proposte, raschiando il fondo del barile, ormai del tutto svuotato. Tra le più “belle” battute si possono citare la soave rima poetica: “Omo di lombo, è sicuro che trombo”; la classica romanesca: “A volte la natura fa brutti scherzi, ma con te figlia mia, t’ha proprio presa per il culo”; la tipica vacanziera: “Un caffè lo posso pure offrire, tanto qui lo fanno de merda”; l’eufemistica: “A quest’ora c’avevo il culo che sbadigliava”, il richiamo a tristi fatti di cronaca: “Ma che era, uno tsunami de merda?”; la moderna, web 2.0, “Tesoro, vai su questo sito, pijatelanderculo.com” e, l’agghiacciante risposta alla entomologa Angela Ladesse (Belen Rodriguez): “Ladesse? Se lei la desse, io la prenderei molto volentieri!”
La regia di Neri Parenti è schematica, ben studiata: ogni inquadratura cerca pedantemente il sedere di Belen Rodriguez, mettendolo in mostra in modo analitico. La fotografia è scontata, perfetta per le cartoline di Natale.
Nel cast non si salva nessuno, forse gli animali. Tutti si prostrano all’orrida sceneggiatura e ai dialoghi beceri. Neanche il minimo sforzo di strappare qualche risata, apportando qualche personale interpretazione del copione. Davvero tutti pessimi. Anche la partecipazione della spagnola Laura Esquivel, protagonista della serie tv “Il mondo di Patty”, inutile dal punto di vista cinematografico, è studiata per finalità commerciali: richiamare il pubblico più giovane che l’adora e provare ad esportare in Spagna questo italico obbrobrio cinematografico. Stesso discorso per Max Tortora e Barbara Tabita. Dal successo de “I Cesaroni” i due vengono spediti al cinema. Sinceramente, ci si poteva aspettare molto di più dal divertente attore romano.
“Natale in Sudafrica” è uno dei peggiori, forse il peggiore, cinepanettone mai realizzato. Prodotto in modo frettoloso, infarcito di volgarità gratuite, supportato da un cast di scarso livello. L’unica speranza è che questo (finto) genere cinematografico inizi una fase di tramonto che lo conduca alla completa estinzione.

Voto: 8%


5 Comments:

Cannibal Kid said...

voto alto :D

Anonimo said...

Natale in sudafrica.... caccapuppù!!!

Anonimo said...

Innanzitutto complimenti per il coraggio che hai avuto a vedere questo film. Io proprio non ce la farei. Detto questo non ci credo che il regista è riuscito a far recitare gli animali. Anche quella faranno pena secondo me.
Comunque in questi giorni devo mettermi all'opera per scrivere il post per farti entrare nella connection!!

Ale55andra

Anonimo said...

Voto 8 !! massì, non facciamo i soliti moralisti e intellettuali ad ogni costo; 4 risate grasse e spensierate anche per battute grezze e comunque per gli ometti la bellezza di Belèn non si discute.

Anonimo said...

Un film (eufemismo chiamarlo film) da perdere assolutamente. Sono uscito a metà del 2 tempo nervoso sia per i soldi che avevo buttato e per la vergogna che il cinema italiano è diventato, senza piu' idee, dove la parolaccia, la volgarità piu' schifosa la fanno da padrone