sabato 24 novembre 2007

BARRY LYNDON

Titolo originale: id.
Nazione: Gran Bretagna
Anno: 1975
Genere: drammatico
Durata: 3h05m
Regia: Stanley Kubrick
Sceneggiatura: Stanley Kubrick
Fotografia: John Alcott
Musiche: Leonard Rosenman
Cast: Marie Kean, Patrick Magee, Ryan O'Neal, Marisa Berenson, Steven Berkoff, Hardy Krüger, Pat Roach, Gay Hamilton, Diana Körner, Murray Melvin, Frank Middlemass

Trama
Nell’Irlanda del XVIII secolo, Redmond Barry, è un giovane di una nobile famiglia in declino costretto a fuggire dalla giustizia a causa di un duello vinto contro un ufficiale inglese, reo di voler sposare sua cugina da lui amata. Sulla strada verso Dublino, Redmond viene derubato delle 20 ghinee donategli dalla madre e si vede così costretto ad arruolarsi nell’esercito inglese. Deluso dalla vita militare, mediante uno stratagemma, riesce a disertare ma viene presto scoperto da un capitano dell’esercito alleato prussiano e obbligato ad arruolarsi nel suo esercito. Qui, si comporta eroicamente salvando la vita del suo capitano che, riconoscente, lo nomina ad incarichi di governo. Il suo compito sarà quello di spiare il cavaliere di Balibari che però diverrà subito suo intimo amico. Un giorno, risoluto a prender moglie, inevitabilmente ricca in modo da assicurarsi un avvenire sereno, incontra Lady Lyndon, moglie di un nobile anziano ed invalido. Alla morte di quest’ultimo, sposa la donna. La sua vita aristocratica però sarà piena di complicazioni, tra le quali, il difficile rapporto con il figliastro, Lord Bullingdon, che lo accusa di essere un infedele plebeo arrivista.

Recensione
“Barry Lyndon” rappresenta una sfida colossale per Stanley Kubrick: descrivere un intero secolo attraverso l’ascesa e declino di anti-eroe, un disonesto vanaglorioso, opportunista arrampicatore sociale nell’Europa del ‘700. Impresa alla quale dedicò più di un anno in una ricerca maniacale di numerosi testi e musica del secolo. Il romanzo di William Makepeace Thackeray diviene così solo lo spunto per la sua storia, accomodato alla sua volontà di creare qualcosa di “storico”, dopo il fallito progetto sulla figura di Napoleone. Dal punto di vista visivo, si è di fronte ad un autentico capolavoro di arte figurativa, ispirato ai pittori dell’epoca così nella realizzazione dei personaggi e delle scenografie. Il colonnello John Hayes St. Leger e Lord Heathfield, ambedue di Joshua Reynolds, diventano il capitano Grogan e Raymond Barry; dalla Lady Sheffield di Gainsborough partorisce Lady Lyndon; il quadro Malvern Hall di Constable preso a prestito per la residenza inglese dei Lyndon.
Le riprese delle scene, soprattutto per quelle problematiche degli interni, illuminati dalle luce delle finestre di giorno e quella delle candele di notte, non ha avuto alcun ausilio artificiale. Kubrick ha voluto rappresentare la realtà così come viene percepita dall’occhio umano. E qui venne in aiuto al regista un obiettivo particolare appena prodotto dalla Carl Zeiss su esplicita richiesta della NASA, che voleva adoperarlo per le missioni lunari. Un lavoro di illuminazione e di messa a fuoco da parte di John Alcott e Stanley Kubrick il cui risultato è comprensibile solo durante la visione del film. Altro elemento fondamentale di “Barry Lyndon” è rappresentato dalle musiche che si fondono come elementi essenziali grazie al preciso lavoro di adattamento e di direzione realizzato da Leonard Rosenman. L’inizio del film parte con gli archi ed il clavicembalo in "Sarabande" di Haendel, che si ripresenterà in differenti rivisitazioni più volte nell'arco del film, accompagnando il tema centrale di tutto il film: il cammino di Barry Lyndon, un orgoglio che lo porterà ad una vita di ricchezza, una superbia che lo porterà alla tragedia. Le gioconde ballate irlandesi (quella dei Chieftains vinse anche l’Oscar), ravvicinano all’Irlanda, luogo di origine di Barry Lyndon. Le imponenti marce mozartiane vivono in simbiosi con il realismo e la violenza delle scene di guerra. Senza dimenticare le musiche di Schubert, Vivaldi, Bach. Ognuna ad esaltare un particolare momento della storia.
Kubrick tratta il film con freddezza ed assoluta distanza per non cadere in moralismi assolutamente leciti. Ed è alla voce narrante, sarcastica nei confronti di Barry, in italiano, di Romolo Valli (un doppiaggio impeccabile grazie alla presenza tra gli altri di Giancarlo Giannini ed Oreste Lionello) che riesce a chiarire le parole di un libro non contenute nei dialoghi.
“Barry Lyndon”, pur illustrando un periodo noto come Età dell’Illuminismo, testimone di cambiamenti culturali dettati dalla ragione, è un film collocabile idealmente nel periodo del Romanticismo. Pur essendo sviluppato in maniera fredda e razionale, sono i sentimenti, quali il dolore, l’amore, il rispetto ad essere protagonisti. Un film che dunque, pur adoperando metodiche del tutto razionali, si lascia trascinare dai sentimenti, che tuttavia saranno causa di disgrazia per i suoi personaggi. Film come “Barry Lyndon” rivelano come il cinema sia arte, o meglio, perfetta coesione delle diverse rappresentazioni di essa.

Voto: 95%


23 Comments:

Anonimo said...

le tue recensioni sono come sempre accattivanti...purtroppo non ho letto fino alla fine per evitare condizionamenti durante la visione del film ceh vedrò il prima possibile!
un bacio

Luciano said...

Grandissimo film. Insuperabile. Per me il miglior Kubrick (insieme a Shining e Arancia meccanica) anche se con Kubrick è difficile stilare una classifica. Ottima recensione. Grazie e a presto.

Barbara Tampieri said...

L'ho appena ri-visto sullo schermo a Roma, per la mostra dedicata a Kubrick al Palazzo delle Esposizioni.
Peccato che la copia non fosse in perfette condizioni.

M.S. said...

Non sapevo dei retroscena sulla realizzazione tecnica del film (l'obiettivo commissionato dalla NASA e recuperato dal quel geniaccio di Kubrick). La colonna sonora è immensamente bella e contribuisce molto, in larghissima parte, alla riuscita del film. Ho visto Barry Lindon una sola volta, ma mi è rimasto così impresso che potrei raccontarlo in ogni fotogramma.

zefirina said...

l'ho visto e rivisto al palazzo delle esposizioni però non è il suo film che più mi è piaciuto, un po' lentino!!!

Anonimo said...

Un critico americano lo aveva definito come un noioso museo da 11 milioni di dollari.
Ah, questi critici ;-)

Anonimo said...

E' un film lentiiiiiissimo, ma letteralmente inarrivabile.
Capolavoro.

Maurizio said...

Lo vidi a suo tempo, questo film, sull'onda del successo di Arancia Meccanica. Con tutta sincerità, si rivelò una grande delusione.
Ciao.

Anonimo said...

Il lavoro dal punto di vista tecnico è assolutamente impeccabile, ma(purtroppo c'è sempre un ma) è l'unico film di Kubrick che non sono mai riuscito a vedere fino in fondo... Mi hai fatto venire voglia di riprovarci però, andrò a recuperare il dvd.

Anonimo said...

bellissimo film, mi è piaciuto assai
(FulviaLeopardi)

Antonio Santangelo said...

Ciao Amos, grazie della visita, e delle informazioni su Barry. La colonna sonora è fantastica, una delle più belle e "giuste", calzanti con l'ambientazione. ma si sa, Kubrick è maniacale. a presto
asa

Stefania Tararà said...

Ciao Amos
finalmente sono tornata dopo tanto su questo bel blog...
E' sempre un piacere leggere quello che scrivi, dalle recensioni ai tuoi viaggi, ai tuoi pensieri!
Ovvia su, provo a vedere questo film che mi ispira molto dopo aver letto questo post!
un bacio e a presto

Anonimo said...

In una scala da uno a dieci il voto per la tua recensione è dieci.
Barry Lyndon è un film che ho visto più di una volta e più di una volta sempre a tarda serata. Vale la pena di vederlo, e rivederlo, e rivederlo...
Condivido ogni tua parola.
Un saluto
Vurpi/Mari

ISOLE-GRECHE.com said...

x Stefi:
Un piacere rivederti, era da tanto che non ti si vedeva: il blog sentiva la mancanza dei tuoi commenti, sempre gentili e gratificanti!

x Vurpi/Mari:
Sono davvero felice del fatto che sei ricomparsa sul blog con un nuovo commento. E ti ringrazio per le benevoli parole spese… mi toccherà offrirti una birra!!!

Anonimo said...

E' il mio primo commento qui da te, non ho ancora avuto modo di fare un tour perchè mi è caduto l'occhio sulla recensione. Che dire ho fatto il pieno di Kubrick ai tempi dell'università. Era il regista più gettonato nei corsi di semiotica, filmologia e nei seminari su teoria della comunicazione. Lui era ancora vivo. Ricordo l'incaricato della Warner italia che venne a raccontarci le sue fisse al montaggio e via discorrendo. a distanza di tempo penso che il suo maggior merito, oltre l'aver fatto da battistrada e aver segnato il codice linguistico dei generi (penso al film di guerra, fantascienza e horror)essere riuscito nell'impresa impossibile di far "recitare" Ryan O'Neal e Tom Cruise. Il mio preferito: "Full metal jacked".
Vi segnalo alcune curiosita sui suoi rapporti con la Warner e il suom odo di lavorare:
http://www.archiviokubrick.it/testimonianze/persone/maldesi.html

Anonimo said...

Un classico di Kubrick. L'ascesa e la caduta di un possibile io o tu. Musiche cariche di pathos

Anonimo said...

Ryan O'Neal lo prese proprio per la sua inespressività, che in Barry Lyndon è perfetta.

FiliÞþØ said...

CAPOLAVORO!!!
Uno dei miei Kubrick preferiti...

Anonimo said...

ho visto questo film l'anno scorso, ad un cinema all'aperto, a bologna, col duomo di fianco. E' stato un grande spettacolo.

Anonimo said...

Penso di averlo visto almeno venti volte e non esagero. Gran bel film, gradissimo Kubrick...

Unknown said...

10 voto 10!!!

Anonimo said...

Quando un film è bello vorrei che non finisse mai, e Barry Lindon mi accontenta in pieno!Oltre a narrare le vicende (alcune tragiche e comiche allo stesso tempo) riesce a descriverti completamente le ambientazioni dell'epoca...di più non si può!

SOLO FILM said...

Stilisticamente inarrivabile. Un saggio della regia da far circolare nelle scuole... di regia.