venerdì 31 ottobre 2008

IL RITORNO DELLA MADONNA DEL CARDELLINO

Dopo una complessa opera di restauro durata ben otto anni, ritorna in esposizione la “Madonna del cardellino”, magnifico quadro di Raffaello che rimase seriamente danneggiato durante il crollo del 1547 di Casa Nasi, a Firenze.
La tela sarà in mostra dal 21 novembre 2008 al 1° marzo 2009 a Palazzo Medici-Riccardi, sede della Provincia, prima far ritorno definitivo nella Sala 26 degli Uffizi. Contenuta in una teca per proteggerla da agenti esterni, la “Madonna del cardellino” farà parte della lista di 23 opere inamovibili, stilata in base alle norme del Codice Urbani dal direttore Antonio Natali. Non sono dunque previsti spostamenti della tela in altri musei per eventuali mostre temporanee.
Raffaello dipinse la “Madonna del cardellino” agli inizi del ’500, durante gli anni in cui visse a Firenze, prima di stabilirsi Roma. Gli fu commissionato da Lorenzo Nasi, un ricco mercante suo stretto amico. Nel 1547 a causa di un terremoto la casa della famiglia Nasi, dov’era custodita la tela, crollò riducendo la tavola in 17 parti e numerosi microframmenti. Fu ricomposta probabilmente da Ridolfo del Ghirlandaio ed così rimase a meno di un paio di ridottissimi interventi effettuati qualche secolo dopo. Il delicato e complesso compiuto dall’Opificio delle Pietre Dure, è stato supportato da una lunga fase iniziale di studio volta a definire quali fossero i materiali pittorici usati da Raffaello, quali da Ridolfo del Ghirlandaio e dai successivi interventi. Gli elementi utilizzati negli diversi interventi si sono alterati al punto da coprire del tutto la policromia raffaellesca. Un’analisi ai raggi X ha permesso invece di osservare le fratture tra i pezzi, e i numerosi chiodi utilizzati durante il primo restauro cinquecentesco per ricostruire la tavola che era andata in pezzi. Le differenze rispetto all’ultimo restauro nelle figure sono poche. Più rilevanti sono quelle relative al paesaggio come il ponte a sinistra (totalmente inventato), la torre e l’edificio cilindrico sulla destra, che nell’opera si trasformano in uno spazio aperto. Altre piccole differenze riguardano la scollatura dell’abito della Madonna e l’orecchio del San Giovanni Battista. La lunga fase di pulitura ha consentito il recupero dei colori di Raffaello fortunatamente ben protetti dalla verniciatura stesa dall’artista.
La “Madonna del cardellino” fa parte di quei capolavori che meglio riflettono le vicende storiche ed artistiche del tempo. In quegli anni infatti lavoravano nelle botteghe di Firenze i grandi maestri, da Leonardo a Michelangelo, e tra loro vi era una forte e sana competizione per affermare le innovazioni stilistiche.
A riproporre queste opere sarà una mostra che si intitolerà “Raffaello. L'Amore, l'Arte e la Grazia. La “Madonna del cardellino”. Curata da Antonio Natali e Marco Ciatti dell'Opificio delle Pietre Dure, la rassegna accosterà il capolavoro restaurato a quattro opere dello stesso periodo: la “Gravida”, attribuita a Raffaello; la “Monaca”, di scuola fiorentina, forse realizzata da Ridolfo del Ghrilandaio; la “Madonna, il Bambino e San Giovannino”, di Girolamo della Robbia; una tavola sottile che fungeva da coperta di ritratto, un tempo attribuita da alcuni studiosi a Raffaello per la “Monaca”.


2 Comments:

Anonimo said...

davvero una bella recensione artistica!Complimenti, stai diventando quasi più esperto di me!!!

Anonimo said...

Si!Un evento artistico spettacolare..Pensate che la Vivahotels offre ai suoi clienti i biglietti gratis per questa mostra!