martedì 29 novembre 2011

MIDNIGHT IN PARIS

Trama e recensione di Midnight in Paris
Titolo originale: id.
Nazione: Spagna, USA
Anno: 2011
Genere: commedia
Durata: 1h40m
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Fotografia: Johanne Debas, Darius Khondji
Musiche: Stephane Wrembel
Cast: Owen Wilson, Rachel McAdams, Kurt Fuller, Mimi Kennedy, Michael Sheen, Marion Cotillard, Nina Arianda, Kathy Bates, Carla Bruni, Maurice Sonnenberg, Yves Heck, Alison Pill, Corey Stoll, Tom Hiddleston, Sonia Rolland, Daniel Lundh, Marcial Di Fonzo Bo, Léa Seydoux, Adrien Brody, Tom Cordier, Adrien de Van, Serge Bagdassarian, Gad Elmaleh, David Lowe, Yves-Antoine Spoto, Laurent Claret, Vincent Menjou Cortes, Olivier Rabourdin, François Rostain


Trama
Gil Pender è uno sceneggiatore di successo, ma sogna di diventare un romanziere pur avendo problemi a terminare il suo primo libro. Si trova in vacanza a Parigi con Inez, sua futura sposa, e i genitori di lei. Gil è innamorato di Parigi e vorrebbe viverci, un progetto di vita non condiviso dalla sua ragazza. Una sera, Gil si perde passeggiando per le strade di Parigi. Allo scoccare della mezzanotte, si ferma di fronte a lui un’auto d’epoca occupata da alcune persone vestite con abiti retrò. Questi sconosciuti lo esortano a salire in macchina. Gil si ritrova in un attimo catapultato nella Parigi degli anni ’20, epoca da lui sempre adorata. Rientrato in albergo, crede si sia trattato di un sogno, ma la notte successiva ritnora in quella stradina e la stessa auto lo riconduce nel passato.

Recensione
Torna puntuale al cinema Woody Allen. Torna con un film divertente e leggero, non privo di argomenti stimolanti. “Midnight in Paris” è la lettera d’amore di Allen per Parigi. Il suo amore e la sua ammirazione sono già visibili dalla splendida overture, una successione di istantanee dei luoghi più noti e più belli, che ricorda molto quella che anni dedicò alla sua New York nel film “Manatthan”. Al bianco e nero di quel film si sostituisce il colore della città parigina, celebre come la Ville Lumière, la “città delle luci”. Anche se stavolta in secondo piano, Allen ripropone la crisi di coppia: Gil è uno sceneggiatore e aspirante romanziere, romantico e sognatore; Inez è una ragazza ricca, pragmatica e consumista. E’, infatti, la nostalgia di Gil e il fascino che prova verso la Parigi degli anni ‘20 a muovere le fila di “Midnight in Paris”. In ogni favola che si rispetti, il nostro protagonista dovrà attendere la mezzanotte per tuffarsi in quel passato fatto di feste e circoli letterari. Non viene citata soltanto la “Lost Generation”, quel gruppo di artisti e scrittori che si stabilirono in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale e che si riunirono spesso nella casa di Gertrude Stein, ma la carrellata si estende a una serie di personaggi appartenenti ogni manifestazione d’arte: Ernest Hemingway, Zelda e Francis Scott Fitzgerald, Joséphine Baker, Cole Porter, Alice B. Toklas, Pablo Picasso, Salvador Dalí, Luis Buñuel, Thomas Stearns Eliot, Henri de Toulouse-Lautrec, Paul Gauguin e Edgar Degas.
Con sagacia e sottile umorismo, Woody Allen mostra la confusione dell’uomo moderno e la sua incapacità di trovare una strada. Lo sguardo, così, si volge romantico e malinconico nell’amore per una città, per il passato che non c’è più, per l’arte o per una bella donna. Ma sarà soltanto un fugace appagamento. Attraverso un mix di romanticismo, fantastici viaggi nel tempo e dialoghi divertenti, “Midnight in Paris” ci consegna messaggio semplice, ma chiaro: ognuno di noi non è mai contento della propria vita e vorrebbe vivere in un’altra epoca, ma anche chi appartiene a un’altra epoca, magari quella da noi desiderata, in realtà è insoddisfatto e ne desidera un’altra. Dunque, è meglio apprezzare ciò che abbiamo e fare in modo che la nostra esistenza abbia valore nel contesto storico in cui viviamo.
Owen Wilson e Rachel McAdams, spesso in commedie romantiche che potremmo definire “commerciali”, vengono rivalutati dalla regia di Allen offrendo una profondità che non t’aspetti. In particolare Wilson, nei suoi modi leggeri e spensierati, e nei continue riflessioni del suo personaggio, regala una naturale e sincera interpretazione. Occhi confusi ma pieni di ammirazione per essere a diretto contatto con gli artisti che ama. E nell’autoironica caricatura del personaggio (l’incedere lento e incerto, il gesticolare con le mani che quasi scompaiono nelle maniche delle giacche, il ripetersi delle parole, al limite del balbettio) non si vergogna di mostrare una chiara somiglianza con i tanti interpretati dal regista newyorkese.
Il resto del cast di “Midnight in Paris” mostra in modo perfetto il fascino di quei famosi personaggi, esaltandone le virtù e rendendo affascinanti i loro vizi. Personaggi, magari, visti per la prima volta in carne e ossa, conosciuti finora soltanto attraverso la loro arte. Artisti geniali, eclettici, dalle infinite capacità, ma anche persone comuni con pregi e difetti. Fantastica Katie Bates nel ruolo di Gertrude Stein, meravigliosa come sempre Marion Cotillard, eccezionale Adrien Brody che, con poche battute, ci mostra un Dalì troppo divertente (e davvero somigliante nell’aspetto). Inutile la presenza della signora Carla Bruni in Sarkozy. Ma si sa, a volte Allen è testardo e capriccioso, e fa di tutto per soddisfare le sue voglie.
La colonna sonora di “Midnight in Paris”, come spesso accade nei suoi film, è essa stessa protagonista con brani di Cole Porter che Gil adora e, chiaramente, incontra durante le sue incursioni nel passato.
“Midnight in Paris”, è senza dubbio una delle più surreali, divertenti, romantiche e semplici commedie mai realizzate da Woody Allen. Allo scorrere dei titoli di coda, chiunque verrà preso da un forte desiderio di andare a Parigi, pur avendola visitata più e più volte. Perfetto il trailer quando cita le frasi: “Parigi al mattino è bellissima. Parigi di pomeriggio è meravigliosa. Parigi di sera è incantevole. Ma Parigi dopo mezzanotte è magica”. E’ vero, è una Parigi da cartolina, ma non è finta, è semplicemente quella parte della città che tutti amano e sognano. Allen ci lascia con una morale semplice e concisa. Il passato affascina, ma è nel presente che dobbiamo vivere. Forse in un lontano futuro qualcuno ammirerà e desidererà ardentemente questo terrificante inizio millennio.
Unico neo è la durata del film, perché quando Woody Allen mostra il vero Woody Allen 100 minuti del suo cinema sono pochi!

Voto: 88%


7 Comments:

Cannibal Kid said...

molto bello, direi il mio woody allen preferito

Cinefilo un po' cinofilo! said...

Concordo, Midnight in Paris è uno dei film più belli di Woody Allen!

Adriano Maini said...

Ormai aspetto Allen con trepidazione. Se poi si tratta di Parigi, e con quella fitta trama di spunti e di ricordi, ancor di più.

Elia (effetto notte) said...

Come si diceva anche sul mio blog, le nostre recensioni si incontrano su molti punti: da grande fan di Woody, ho adorato questo suo film, e personalmente lo ritengo tra i più riusciti del suo "periodo europeo".

Margherita said...

è vero, la presenza di Carla Bruni è assolutamente inutile, l'unica trascurabile pecca di un film davvero delizioso :)

clclaps said...

anche io concordo. uno dei più bei film di Allen, ma un owen wilson strepitoso. questa la mia personale recensione:
http://www.clapsbook.com/2012/01/midnight-in-paris-parigi-val-bene.html

Lifestyle Lovers said...

concordo con la tua recensione, il leit motiv del "nessuno è mai contento del proprio presente" è reso benissimo....... e poi c'è l'incantevole omaggio a Parigi .... io ho pure cercato le location per poterci andare
http://lifestylelovers02.blogspot.it/2012/04/midnight-in-paris-location.html