Titolo originale: House of sand and fog
Nazione: USA
Anno: 2003
Genere: drammatico
Durata: 2h06m
Regia: Vadim Perelman
Sceneggiatura: Vadim Perelman, Shawn Lawrence Otto
Fotografia: Roger Deakins
Musiche: James Horner
Cast: Ben Kingsley, Jennifer Connelly, Ron Eldard, Shohreh Aghdashloo, Frances Fisher, Kim Dickens, Jonathan Ahdout, Navi Rawat, Carlos Gomez, Kia Jam, Jaleh Modjallal, Samira Damavandi
Trama
Kathy, stravolta per essere stata abbandonata dal marito, si rifugia nella sua casa sul Pacifico ricevuta in eredità dal padre ma che a causa di un errore burocratico e ad una sua negligenza, le viene requisita dalla Contea della California. Messa all’asta, viene subito acquistata da Massoud Amir Behrani, un immigrato iraniano, un ex colonnello dell’areonautica iraniana un tempo ricco e potente che, fuggito in America con la famiglia, ha dilapidato gran parte del suo patrimonio per il matrimonio della figlia. Behrani acquista la casa di Kathy ad un quarto del suo valore con l’intenzione di rivenderla in breve tempo al prezzo di mercato in modo da risollevare le sorti economiche della sua famiglia.
Recensione
“La casa di sabbia e nebbia”, tratto dal romanzo di Andre Dubus III, è un film sulla disfatta del sogno americano e sulle difficoltà di dialogo tra culture diverse. La casa, oggetto della controversia, è il luogo sacro, rifugio e sicurezza per ogni essere umano. La sabbia è invece lo sgretolamento di ogni ideale e l’irrealizzabilità dei propri sogni. La nebbia è infine quella conseguente alla solitudine, all’incertezza, all’insoddisfazione ed alla mortificazione che stordisce e turba i personaggi. Forte di una solida sceneggiatura sebbene semplice e priva di validi colpi di scena, “La casa di sabbia e nebbia” è diretto dall’esordiente Vadim Perelman con stile ed equilibrio, ispezionando i personaggi con cura ed imparzialità. Se nel cinema classico la narrazione ruota spesso intorno ad un protagonista, il buono, ed un antagonista, il cattivo, messi l’uno contro l’altro, ne “La casa di sabbia e nebbia” non è possibile riconoscere queste due figure: sia Kathy, intenzionata a riappropriarsi la casa paterna ed al tempo stesso la propria stabilità, che Berhani, desideroso di recuperare un benessere perduto a causa di un regime a lui ostile, sono mossi da giusti intenti. E’ dunque la casa la vera protagonista della storia, relegando i personaggi al ruolo di antagonisti, vittime del conflitto ed incapaci (o meglio impossibilitati) di trovare una soluzione.
I due personaggi, in totale antitesi fra loro, si ritroveranno loro malgrado ad incontrarsi e scontrarsi per colpa della casa e della burocrazia, mai vicina alle esigenze dei cittadini. Kathy è una ragazza in crisi, la vita le ha riservato soltanto sofferenza, e reduce dall’abbandono da parte del marito, non riesca a trovare le forze in se stessa, precipitando così nell’apatia, e nella dipendenza all’alcool, unici rimedi per le sue angosce. Berhani è un ex colonnello iraniano che dopo aver nella ricchezza e nel potere all’epoca dello Scià ma che, è costretto a fuggire dall’Iran a causa dell’istaurarsi del regime degli Ayatollah, approdando in America, terra delle opportunitò, dove si è dovuto rimboccare le maniche facendo lavori modesti, pur conservando sempre il suo orgoglio. Il conflitto tra i due personaggi ed in senso implicito tra le loro diverse culture viene espressa con maestria da Perelman il montaggio alternato delle scene di sesso. Kathy giace assieme al suo amante, ancora estranei ma complici in un erotismo passionale e carnale, con i corpi avvolti in un’unica entità e le mani che si sfiorano e si stringono. Berhani invece sottopone la moglie con estrema rigidità per poi stringerla a sé mentre lei rimane con le braccia strette in atteggiamento (auto)protettivo, ma l’amore dell’uomo è manifestato dall’abbraccio e dalle parole finali: “Questa è beatitudine”, termine che assimila la sua visione di amplesso ad un benessere spirituale.
Perelman sceglie poi, da un lato, la strada del ricordo malinconico attraverso i flashback della casa sul Mar Caspio, della madre e dei figli che si rincorrono sulla spiaggia, degli alberi tagliati per allargare la vista sul mare, accrescendo così la consapevolezza del desiderio di Behrani ridare felicità e stabilità alla sua famiglia; dall’altro, insistendo sul senso di insicurezza e di solitudine di Kathy con estrema concretezza.
Fantastici i due attori protagonisti: Ben Kingsley personifica con la sua esperienza e con il suo carisma i valori di dignità e rispetto, complessi da interpretare perché filtrati dalla cultura araba, offrendo una delle prove migliori della sua longeva carriera; Jennifer Connelly, attraverso gli occhi arrossati dai continui pianti, si rende autrice di una prova struggente ed intensa, sorretta dalla sua bellezza, naturale ed ordinaria in questa pellicola. Peccato per la pessima interpretazione Ron Eldard, penalizzato però da una sceneggiatura inclemente nei confronti del suo poliziotto, male approfondito e lasciato in balia degli eventi assumento comportamenti e reazioni poco credibili.
Perfettamente supportato dalla fotografia Roger Deakins, contraddistinta da panorami suggestivi ed immagini cariche si significati, e dalla colonna sonora di James Horner ben inserita e fedele agli eventi, “La casa di sabbia e nebbia” dà la sensazione che possa essere un capolavoro, anche se lascia qualche piccola perplessità, dovuta ad un’architettura narrativa priva di intrecci fortemente coinvolgenti ed un finale un po’ forzato e teatrale.
Aspramente nostalgico, triste e straziante, “La casa di sabbia e nebbia” è un film molto interessante che, nonostante l’incedere lento, trafigge per l’estrema conflittualità dei sentimenti, la difficoltà di un dialogo tra culture così diverse e l’incapacità dell’essere umano di far leva sulle proprie forze, rimanendo vittima delle proprie debolezze. Può risultare un film pesante, ma è la cupa e soffocante atmosfera di questa mirabile semplice storia ad esserlo. Un esempio di vita reale, deprimente e tragica, atrocemente lontana dal sogno americano.
Voto: 77%
Nazione: USA
Anno: 2003
Genere: drammatico
Durata: 2h06m
Regia: Vadim Perelman
Sceneggiatura: Vadim Perelman, Shawn Lawrence Otto
Fotografia: Roger Deakins
Musiche: James Horner
Cast: Ben Kingsley, Jennifer Connelly, Ron Eldard, Shohreh Aghdashloo, Frances Fisher, Kim Dickens, Jonathan Ahdout, Navi Rawat, Carlos Gomez, Kia Jam, Jaleh Modjallal, Samira Damavandi
Trama
Kathy, stravolta per essere stata abbandonata dal marito, si rifugia nella sua casa sul Pacifico ricevuta in eredità dal padre ma che a causa di un errore burocratico e ad una sua negligenza, le viene requisita dalla Contea della California. Messa all’asta, viene subito acquistata da Massoud Amir Behrani, un immigrato iraniano, un ex colonnello dell’areonautica iraniana un tempo ricco e potente che, fuggito in America con la famiglia, ha dilapidato gran parte del suo patrimonio per il matrimonio della figlia. Behrani acquista la casa di Kathy ad un quarto del suo valore con l’intenzione di rivenderla in breve tempo al prezzo di mercato in modo da risollevare le sorti economiche della sua famiglia.
Recensione
“La casa di sabbia e nebbia”, tratto dal romanzo di Andre Dubus III, è un film sulla disfatta del sogno americano e sulle difficoltà di dialogo tra culture diverse. La casa, oggetto della controversia, è il luogo sacro, rifugio e sicurezza per ogni essere umano. La sabbia è invece lo sgretolamento di ogni ideale e l’irrealizzabilità dei propri sogni. La nebbia è infine quella conseguente alla solitudine, all’incertezza, all’insoddisfazione ed alla mortificazione che stordisce e turba i personaggi. Forte di una solida sceneggiatura sebbene semplice e priva di validi colpi di scena, “La casa di sabbia e nebbia” è diretto dall’esordiente Vadim Perelman con stile ed equilibrio, ispezionando i personaggi con cura ed imparzialità. Se nel cinema classico la narrazione ruota spesso intorno ad un protagonista, il buono, ed un antagonista, il cattivo, messi l’uno contro l’altro, ne “La casa di sabbia e nebbia” non è possibile riconoscere queste due figure: sia Kathy, intenzionata a riappropriarsi la casa paterna ed al tempo stesso la propria stabilità, che Berhani, desideroso di recuperare un benessere perduto a causa di un regime a lui ostile, sono mossi da giusti intenti. E’ dunque la casa la vera protagonista della storia, relegando i personaggi al ruolo di antagonisti, vittime del conflitto ed incapaci (o meglio impossibilitati) di trovare una soluzione.
I due personaggi, in totale antitesi fra loro, si ritroveranno loro malgrado ad incontrarsi e scontrarsi per colpa della casa e della burocrazia, mai vicina alle esigenze dei cittadini. Kathy è una ragazza in crisi, la vita le ha riservato soltanto sofferenza, e reduce dall’abbandono da parte del marito, non riesca a trovare le forze in se stessa, precipitando così nell’apatia, e nella dipendenza all’alcool, unici rimedi per le sue angosce. Berhani è un ex colonnello iraniano che dopo aver nella ricchezza e nel potere all’epoca dello Scià ma che, è costretto a fuggire dall’Iran a causa dell’istaurarsi del regime degli Ayatollah, approdando in America, terra delle opportunitò, dove si è dovuto rimboccare le maniche facendo lavori modesti, pur conservando sempre il suo orgoglio. Il conflitto tra i due personaggi ed in senso implicito tra le loro diverse culture viene espressa con maestria da Perelman il montaggio alternato delle scene di sesso. Kathy giace assieme al suo amante, ancora estranei ma complici in un erotismo passionale e carnale, con i corpi avvolti in un’unica entità e le mani che si sfiorano e si stringono. Berhani invece sottopone la moglie con estrema rigidità per poi stringerla a sé mentre lei rimane con le braccia strette in atteggiamento (auto)protettivo, ma l’amore dell’uomo è manifestato dall’abbraccio e dalle parole finali: “Questa è beatitudine”, termine che assimila la sua visione di amplesso ad un benessere spirituale.
Perelman sceglie poi, da un lato, la strada del ricordo malinconico attraverso i flashback della casa sul Mar Caspio, della madre e dei figli che si rincorrono sulla spiaggia, degli alberi tagliati per allargare la vista sul mare, accrescendo così la consapevolezza del desiderio di Behrani ridare felicità e stabilità alla sua famiglia; dall’altro, insistendo sul senso di insicurezza e di solitudine di Kathy con estrema concretezza.
Fantastici i due attori protagonisti: Ben Kingsley personifica con la sua esperienza e con il suo carisma i valori di dignità e rispetto, complessi da interpretare perché filtrati dalla cultura araba, offrendo una delle prove migliori della sua longeva carriera; Jennifer Connelly, attraverso gli occhi arrossati dai continui pianti, si rende autrice di una prova struggente ed intensa, sorretta dalla sua bellezza, naturale ed ordinaria in questa pellicola. Peccato per la pessima interpretazione Ron Eldard, penalizzato però da una sceneggiatura inclemente nei confronti del suo poliziotto, male approfondito e lasciato in balia degli eventi assumento comportamenti e reazioni poco credibili.
Perfettamente supportato dalla fotografia Roger Deakins, contraddistinta da panorami suggestivi ed immagini cariche si significati, e dalla colonna sonora di James Horner ben inserita e fedele agli eventi, “La casa di sabbia e nebbia” dà la sensazione che possa essere un capolavoro, anche se lascia qualche piccola perplessità, dovuta ad un’architettura narrativa priva di intrecci fortemente coinvolgenti ed un finale un po’ forzato e teatrale.
Aspramente nostalgico, triste e straziante, “La casa di sabbia e nebbia” è un film molto interessante che, nonostante l’incedere lento, trafigge per l’estrema conflittualità dei sentimenti, la difficoltà di un dialogo tra culture così diverse e l’incapacità dell’essere umano di far leva sulle proprie forze, rimanendo vittima delle proprie debolezze. Può risultare un film pesante, ma è la cupa e soffocante atmosfera di questa mirabile semplice storia ad esserlo. Un esempio di vita reale, deprimente e tragica, atrocemente lontana dal sogno americano.
Voto: 77%
Trailer “La casa di sabbia e nebbia”
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1 Comment:
La casa di sabbia e nebbia è film intenso, ottimi attori, tranne come dici tu lo sceriffo.
Il regista è davvero bravo nel mantenere l'equilibro tra le due parti in causa e lo spettatore non riesce ad esprimere il propio valore per l'uno o per l'altro.
Concordo con il voto. Spettacolare!
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