Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2004
Genere: commedia
Durata: 2h08m
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Sacha Gervasi, Jeff Nathanson
Fotografia: Janusz Kaminski
Musiche: John Williams
Cast: Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Diego Luna, Chi McBride, Kumar Pallana, Barry Shabaka Henley, Zoe Saldana, Guillermo Diaz, Michael Nouri, Corey Reynolds, Rini Bell, Jude Ciccolella
Trama
Viktor Navorski è un cittadino della Krakozhia, uno piccolo stato (inventato) nato in seguito alla disgregazione dell’URSS. Appena atterrato a New York, scopre la sua nazione ha subito un violento colpo di stato. Viktor, ormai privo di un passaporto valido, si vede negato il visto d’entrata perché gli Stati Uniti non riconoscono il nuoco governo. Non potendo più neanche ritornare in patria rimane bloccato all’interno del terminal dei voli internazionali. Con il passar del tempo, Viktor scopre il mondo del terminal: impara l’inglese, trova un lavoro in aeroporto, instaura una serie di sincere amicizie e si innamora di un’assistente di volo, Amelia Warren. Ma Viktor ha un nemico agguerrito, il funzionario aeroportuale Frank Dixon, che lo reputa un seccante errore burocratico, un problema da eliminare quanto prima.
Recensione
“The terminal” è una fiaba moderna ambientata nell’America post 11 settembre. Viktor è un cittadino di un’immaginaria ex repubblica sovietica, che in un attimo si ritrova senza un’identità (passaporto invalido) e senza alcun potere economico (i suoi soldi sono ormai privi di valore), vittima di singolare errore burocratico che lo rende prigioniero nell’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York. Un’apolide in un limbo dal quale vuole uscire a pieno diritto, senza alcun meschino espediente. Tom Hank è perfetto nei panni di questo personaggio, al principio inebetito ed impacciato, incapace di comunicare, ma capace di ricrearsi un microcosmo nel quale cresce giorno dopo giorno. Ottima la regia di Steven Spielberg sia dal punto di vista tecnico che artistico. Abbandonati gli effetti speciali, Spielberg realizza un film semplice che si rifà ai classici di Frank Capra pur rimanendo originale. “The terminal” è un film che non si regge sulla trama (e sarebbe difficile farlo), ma sui personaggi. Una carrellata di personaggi autentici che riescono a dar vita a una serie di situazioni adorabili. Enrique Cruz è appunto uno di questi, un ragazzo timido che verrà aiutato da Viktor a conquistare il cuore di una responsabile della sicurezza. Il personaggio che però funziona più di tutti è Frank Dixon, il funzionario aeroportuale interpretato da Stanley Tucci. Dixon, all’apparenza tirannico, in realtà non è una persona crudele, ma una vittima del sistema burocratico. Infatti, al di là della commedia fiabesca politicamente corretta, Spielberg critica il sistema americano che per applicare le regole (in particolare dopo i tragici fatti del 2001) non ha più alcuna considerazione delle persone e delle loro situazioni individuali creando una sorta di barriera tra lo Stato ed i suoi cittadini. Critica che si manifesta nella scena più bella del film, quando Dixon non permette ad un russo di portare con sé le medicine del padre che si trova in punto di morte solo perché non ha il documento corretto. Non entusiasma Catherine Zeta-Jones, la sua Amalia Warren è una donna sensibile, fragile ed insicura, alla ricerca di una relazione stabile, ma attratta da amori complicati. La sua interpretazione non è mai fuori le righe, mummificata nella divisa di hostess.
“The terminal” è un film sicuramente lontano dai capolavori di Spielberg, ma capace raccontare attraverso un’atmosfera magica e divertente alcune tematiche che sono sempre più attuali: l’eccessiva paura del diverso può condurre l’uomo ad un isolamento dal quale difficilmente può sfuggire. Un film semplice e di buoni sentimenti, a tratti appassionante e commovente.
Voto: 79%
Nazione: USA
Anno: 2004
Genere: commedia
Durata: 2h08m
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Sacha Gervasi, Jeff Nathanson
Fotografia: Janusz Kaminski
Musiche: John Williams
Cast: Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Diego Luna, Chi McBride, Kumar Pallana, Barry Shabaka Henley, Zoe Saldana, Guillermo Diaz, Michael Nouri, Corey Reynolds, Rini Bell, Jude Ciccolella
Trama
Viktor Navorski è un cittadino della Krakozhia, uno piccolo stato (inventato) nato in seguito alla disgregazione dell’URSS. Appena atterrato a New York, scopre la sua nazione ha subito un violento colpo di stato. Viktor, ormai privo di un passaporto valido, si vede negato il visto d’entrata perché gli Stati Uniti non riconoscono il nuoco governo. Non potendo più neanche ritornare in patria rimane bloccato all’interno del terminal dei voli internazionali. Con il passar del tempo, Viktor scopre il mondo del terminal: impara l’inglese, trova un lavoro in aeroporto, instaura una serie di sincere amicizie e si innamora di un’assistente di volo, Amelia Warren. Ma Viktor ha un nemico agguerrito, il funzionario aeroportuale Frank Dixon, che lo reputa un seccante errore burocratico, un problema da eliminare quanto prima.
Recensione
“The terminal” è una fiaba moderna ambientata nell’America post 11 settembre. Viktor è un cittadino di un’immaginaria ex repubblica sovietica, che in un attimo si ritrova senza un’identità (passaporto invalido) e senza alcun potere economico (i suoi soldi sono ormai privi di valore), vittima di singolare errore burocratico che lo rende prigioniero nell’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York. Un’apolide in un limbo dal quale vuole uscire a pieno diritto, senza alcun meschino espediente. Tom Hank è perfetto nei panni di questo personaggio, al principio inebetito ed impacciato, incapace di comunicare, ma capace di ricrearsi un microcosmo nel quale cresce giorno dopo giorno. Ottima la regia di Steven Spielberg sia dal punto di vista tecnico che artistico. Abbandonati gli effetti speciali, Spielberg realizza un film semplice che si rifà ai classici di Frank Capra pur rimanendo originale. “The terminal” è un film che non si regge sulla trama (e sarebbe difficile farlo), ma sui personaggi. Una carrellata di personaggi autentici che riescono a dar vita a una serie di situazioni adorabili. Enrique Cruz è appunto uno di questi, un ragazzo timido che verrà aiutato da Viktor a conquistare il cuore di una responsabile della sicurezza. Il personaggio che però funziona più di tutti è Frank Dixon, il funzionario aeroportuale interpretato da Stanley Tucci. Dixon, all’apparenza tirannico, in realtà non è una persona crudele, ma una vittima del sistema burocratico. Infatti, al di là della commedia fiabesca politicamente corretta, Spielberg critica il sistema americano che per applicare le regole (in particolare dopo i tragici fatti del 2001) non ha più alcuna considerazione delle persone e delle loro situazioni individuali creando una sorta di barriera tra lo Stato ed i suoi cittadini. Critica che si manifesta nella scena più bella del film, quando Dixon non permette ad un russo di portare con sé le medicine del padre che si trova in punto di morte solo perché non ha il documento corretto. Non entusiasma Catherine Zeta-Jones, la sua Amalia Warren è una donna sensibile, fragile ed insicura, alla ricerca di una relazione stabile, ma attratta da amori complicati. La sua interpretazione non è mai fuori le righe, mummificata nella divisa di hostess.
“The terminal” è un film sicuramente lontano dai capolavori di Spielberg, ma capace raccontare attraverso un’atmosfera magica e divertente alcune tematiche che sono sempre più attuali: l’eccessiva paura del diverso può condurre l’uomo ad un isolamento dal quale difficilmente può sfuggire. Un film semplice e di buoni sentimenti, a tratti appassionante e commovente.
Voto: 79%
8 Comments:
E' un film che mi è piaciuto molto,ma da quando ho visto Tom Hanks in "Cast Away" non riesco a non fare il confronto con il punto più alto che,secondo me,ha raggiunto e rimango sempre un po' deluso.Ciao,Catetom.
Strano, Spielberg autore di un film così....banale? Mi sorprende!
Francy, è chiaro che siamo anni luce lontani da film ricchi di effetti speciali o azione come Jurassic Park o Indiana Jones oppure profondi come Schindler's List. Ma non definirei The terminal un film banale. Dietro la patina di buonismo e di commedia c'è una sottile e pungente critica nei confronti del Sistema e della burocrazia...
Ciao Amos, interesting il tuo blog ti linko sul mio!
Appena ho un attimo mi spulcio un po' più di post...
Ok Amos...mi prometto di vederlo, sempre Spielberg è, grande regista :)
E' vero che Spielberg e la produzione sono stati accusati per plagio perché The Terminal era la copia di un altro film?
Il film è buono e secondo me non è tra i peggiori di Spielberg. Mi è piaciuto anche per la location teatrale, ossia rappresentabile benissimo anche in teatro (o forse è già stata realizzata?).
Maroooooooo) Che' filmo))) Lo adoro)
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