
Titolo originale: id.
Nazione: Italia
Anno: 2004
Genere: thriller
Durata: 1h16m
Regia: Felice Farina
Sceneggiatura: Mauro Casiraghi, Felice Farina, Eleonora Fiorini
Fotografia: Pietro Sciortino
Musiche: Franco Piersanti
Cast: Lorenzo Vavassori, Paola Cortellesi, Claudio Amendola, Stefano Dionisi, Lorenzo Pavanello, Samuele Longhi, Giorgia Cardaci, Davide Negro, Camilla Frontini, Simona Nasi, Elena Presti
Trama
Alessandro ha perso suo padre quando aveva solo due anni. Oggi vive con sua madre Giulia, insegnante di nuoto, in una villa nei pressi di un lago. Un mattino vede la madre salire sull’auto assieme allo zio Claudio. Inizia a correre inseguendo l’auto urlando loro di fermarsi. Nessuno dei due riesce a sentirlo e l’auto si allontana. Alessandro continua a correre fino a raggiungere l’auto distrutta da un terribile incidente. Viene portato in commissariato. E’ terrorizzato e sconvolto. Il commissario cerca di rincuorarlo. Alessandro inizia a raccontare la sua storia che ha origine il giorno in cui arriva in casa sua uno sconosciuto. E’ suo zio Claudio, il fratello di suo padre. Quella presenza stravolge la sua vita ed il rapporto con la madre: l’uomo sembra corteggiare la madre Giulia ed è intenzionato a far vendere la loro casa, a cui Alessandro è molto legato, per prendersi in contanti la sua metà.
Recensione
“La fisica dell’acqua” è un film dalla storia triste che, per fortuna, ha un lieto fine. L’opera del regista Felice Farina giaceva negli archivi polverosi della burocrazia dal 2004, sequestrato in seguito al fallimento della Lantia, la casa di produzione. Ormai destinato a morte certa, Farina ha lottato con tutte le sue forze per recuperarlo. Una vera fortuna non solo per le evidenti qualità della pellicola, ma per la sua stessa natura. “La fisica dell’acqua” è un thriller psicologico, un genere oggi poco considerato nel cinema italiano. Una colpa ascrivibile alla mancanza di coraggio dei registi italiani a corto di mezzi produttivi se non per le classiche commedie “attira-pubblico”. Lo stesso Felice Farina aveva vissuto questa implicita imposizione, ma dopo le sue commedie classiche come “Sembra morto… ma è solo svenuto”, “Sposi” e “Condominio”, ha realizzato un film nel quale credeva molto. Il film si rivela subito per la sua attenta cura registica, nell’attento studio delle inquadrature, per la ricerca di immagini fortemente simboliche (coadiuvate dal digitale, per una volta, a servizio del cinema), i colori perennemente lividi e freddi, le location suggestive e le scenografie scelte in piena funzionalità con l’impianto narrativo. Farina non è un esordiente, ma un esperto conoscitore di teatro, cinema e televisione. Un attore, regista e produttore, scultore amatoriale ed appassionato anche del digitale (lui stesso ha contribuito alla realizzazione degli effetti speciali). Vitalità ed intuito al servizio del cinema per il quale dimostra una passione viscerale. Se il film mostra un chiaro riferimento alla drammaturgia shakespeariana (non si cita il titolo dell’opera per lasciare nel mistero la storia), Farina dissemina la pellicola di palesi rimandi ai maestri del cinema: il Kieslowski di “Heaven” e de “Il decalogo”, il Tornatore di “Una pura formalità”, il Jean Vigo della celebre sequenza subaquea del film “L’Atalante”.
Il protagonista de “La fisica dell’acqua” è Alessandro, interpretato dall’esordiente Lorenzo Vavassori, un bambino di sette anni che da solo tutti gli sviluppi psicologici della storia. Lorenzo è riuscito ad illustrare con innocenza e schiettezza l’incomunicabilità nel rapporto tra bambini e adulti che trova le sue origine nella famiglia. L’incapacità di Lorenzo di discernere tra il bene e il male sgomentano più di Henry Evans (Macaulay Culkin) del film “L’innocenza del diavolo”, perché ne “La fisica dell’acqua” il male non è una scelta prestabilita. Nel ruolo della madre, Paola Cortellesi riesce a assolvere a pieni voti il suo primo ruolo drammatico mostrando il forte senso di protezione nei confronti del figlio. Claudio Amendola interpreta lo zio facendo esclusivamente leva sulla sua “fisicità” oggetto dell’odio di Alessandro, invece Stefano Dionisi si immerge in un ruolo più intimo, sviscerando i ricordi e la coscienza di Alessandro.
Ruolo fondamentale nel film è assunto dall’acqua nella sua presenza fisica e spirituale. L’acqua può assumere attraverso la sua “liquidità” infinite ed indefinite forme. Felice Farina intende lasciare libera interpretazione sui fatti accaduti durante la storia e sul finale stesso. Il pubblico può così impegnarsi nel trovare il suo personale punto di vista senza rendere incoerente la struttura narrativa. L’acqua assume anche forti simbologie: è fonte di vita, purifica e libera da ogni condizionamento negativo (basilare nel percorso interiore di Alessandro), ma può essere anche elemento di distruzione e di morte. Punto centrale de “La fisica dell’acqua” è, però, l’intenso rapporto tra Alessandro e il commissario il quale assume, nel corso degli eventi molteplici aspetti, determinanti per la coscienza del bambino.
Il montaggio di Esmeralda Calabria alterna presente e flashback, realtà ed allucinazioni con toni drammatici ed emozionanti. In particolare è da elogiare il suo lavoro fatto nei confronti del piccolo protagonista e così tutto il racconto si adatta al punto di vista del bambino, apparendo del tutto naturale e plausibile. La fotografia di Pietro Sciortino (magnifica è l’immagine di Alessandro ripresa dall’alto), le musiche minimali di Franco Piersanti ed in particolar modo le scenografie Gianni Silvestri donano al film un senso di atemporalità che amplifica i connotati simbolici di una storia che pur si mantiene molto concreta.
“La fisica dell’acqua” è un thriller che pur mostrando una trama classica, investigando sulla psicologia del suo piccolo protagonista, tra realtà ed immaginazione, offre atmosfere insolite ed avvincenti. Un film da vedere anche soltanto per l’eroismo del suo regista, ostinato e testardo nel voler a tutti costi portarlo nelle sale cinematografiche. E, per fortuna, ci è riuscito.
Voto: 76%
Trailer “La fisica dell’acqua”




















1 Comment:
Confermo la bontà della pellicola. "La fisica dell’acqua" rappresenta un importante esempio di come anche in Italia si possa fare un noir. Gli americani possono imparare qualcosa anche da noi!
Nell'acqua però io ci ho visto anche alcuni rimandi al cinema orientale, in particolare a "Dark Water" e la saga "The Ring" di Hideo Nakata.
Giulya
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