domenica 15 agosto 2010

SPLICE

SpliceTitolo originale: id.
Nazione: Canada, Francia, USA
Anno: 2009
Genere: thriller
Durata: 1h44m
Regia: Vincenzo Natali
Sceneggiatura: Vincenzo Natali, Doug Taylor, Antoinette Terry Bryant
Fotografia: Tetsuo Nagata
Musiche: Cyrille Aufort
Cast: Adrien Brody, Sarah Polley, Delphine Chanéac, Brandon McGibbon, Simona Maicanescu, David Hewlett, Abigail Chu


Trama
Clive ed Elsa sono ricercatori in un laboratorio di genetica. Stanno lavorando alla creazione di un gene animale ibrido da cui estrarre proteine utili per la cura di malattie. I due, uniti non soltanto nel lavoro ma anche sentimentalmente, desiderano però seguire strade diverse da quelle imposte dalla dirigenza. Un giorno, all’insaputa di tutti, combinano DNA umano ed animale generando così una creatura che chiamano Dren. Al principio, Dren è un piccolo essere deforme, ma in breve tempo si trasforma in un umanoide di sesso femminile con intelligenza ed emozioni. Questo crea un legame tra i tre che con il passare del tempo si spinge troppo oltre.

Recensione
Vincenzo Natali, regista canadese di buone qualità note ai più per il suo originale film d’esordio “Cube”, ripropone con “Splice” temi come clonazione e sperimentazioni in campo genetico, argomenti dibattuti all’infinito in ambito politico, morale e religioso. In realtà, pur se in modo superficiale e confuso, Natali si occupa di temi come la maternità, il rapporto di coppia, ed il legame tra ricerca e profitto. La storia si mantiene comunque molto avvincente perché riesce a creare un forte interesse nello sviluppo fisico della creatura (caratterizzati da ottimi effetti speciali) e, parallelamente, in quello etico ed emotivo di Clive ed Elsa, i due protagonisti, sempre più tesi nei loro dilemmi etici.
“Splice” mantiene un ritmo costantemente fluido anche se alcuni aspetti che possono, più o meno, apparire secondari, vengono meno. Alcuni personaggi secondari risultano stereotipati (il boss avido) o troppo stupidi (il fratello di Clive) e non danno alcun contributo significativo alla storia. E’ facile, poi, trovare alcune circostanze poco credibili: un laboratorio ad alta tecnologia dove non esistono telecamere in aree che dovrebbero essere sicure e dunque sorvegliate; i due protagonisti distruggono attrezzature del valore di milioni di dollari senza che nessuno si chieda come sia avvenuto.
In più, quello che davvero non si riesce ad accettare è il cambiamento dei caratteri dei protagonisti troppo repentino, in parte inspiegabile e poco credibile. Inoltre, se Elsa ha avuto pessimi rapporti con la madre sarebbe stato meglio proporre qualche flash-back chiarificatore. Poche battute sul suo passato non hanno lo spessore adatto a delineare la psicologia del personaggio. A causa della sceneggiatura poco precisa sui personaggi le interpretazioni risultano poco convincenti: Adrien Brody è spaesato, a tratti patetico, e Sarah Polley è imbarazzata, vittima di un personaggio che sembra nascondere chissà quale passato. Sorprende invece Delphine Chanéac, nel ruolo della creatura. L’attrice francese, finora con trascorsi televisivi, offr un’espressività fuori dal comune. Se Dren non è dotata di parola, Chanéac riesce a trasmettere ogni singola emozione ed, in particolare, il sottile equilibrio tra dolcezza, innocenza e potenziale letale. Buoni, infine, gli elementi horror, inseriti nei momenti giusti e dotati di una componente splatter d’effetto.
In sintesi, “Splice” è un film che non annoia ma che non convince troppo. Poco originale ma ben costruito, anche se alcune situazioni (la prima scena di sesso) superflue e, addirittura, quasi comiche. Il finale aperto lascia basiti, non per la sua efficacia, quanto per la sua apparente immoralità.

Voto: 66%

Trailer “Splice”


3 Comments:

Anonimo said...

Buona la prima parte, poi si trasforma in un baraccone che scade spesso nel ridicolo involontario. Un peccato perchè l'idea di base sui limiti etici che la scienza dovrebbe o non dovrebbe rispettare, è davvero interessante.

Ale55andra

Lexla said...

Mi ha incuriosita, magai cerco di vederlo. Da quello che ho letto sono partiti da una buona idea e l'hanno trasformata in un progetto scadente, peccato.

Vittoria A. said...

Ha incuriosito anche me! :)