sabato 6 novembre 2010

CROLLA LA CASA DEI GLADIATORI DI POMPEI

Crolla
Dopo aver resistito all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che distrusse l’antica città di Pompei, “Casa dei gladiatori” o “Armeria dei gladiatori” è crollata oggi a causa delle avverse condizioni del tempo. Ma le intemperie sono avvenimenti gestibili e maggiori accorgimenti avrebbero potuto salvare quella che gli archeologi ed appassionati di storia classica chiamano “Schola Armaturarum Juventus Pompeiani”. Dunque la maggiore responsabile di questa immane sciagura è l’incuria. Lo ha capito bene il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha affermato indignato: “Quello che è accaduto a Pompei dobbiamo, tutti, sentirlo come una vergogna per l’Italia. E chi ha da dare delle spiegazioni non si sottragga al dovere di darle al più presto e senza ipocrisie”.
La “Casa dei gladiatori”, ubicata in via dell’Abbondanza, strada principale dell’area archeologica di Pompei, in origine ospitava gli armadi lignei dove venivano conservate le armi, mai ritrovate, dei gladiatori. Al suo interno la “juventus pompeiana” si allenava alla lotta, utilizzandola principalmente come magazzino degli “strumenti”. L’edificio era chiuso al pubblico, ed infatti era possibile ammirarla dall’esterno dove si trovavano gli affreschi esterni dei gladiatori. All’ingresso, infatti, erano visibili a destra e a sinistra della porta, due pilastri istoriati con trofei in ricordo di Cesare Augusto: quello di sinistra con armi accatastate ai piedi di un tronco e, in basso, una tunica decorata con tritoni e grifi alati. Sopra, un elmo e ai lati alcune lance. In alto, un tunica rossa; sul pilastro di destra, invece, un carro ricoperto da una pelliccia di orso bianco, era circondato da scudi e lance.
Il crollo, secondo le prime ipotesi degli esperti, sarebbe dovuto al materiale utilizzato per il restauro e alle infiltrazioni d’acqua. La “Casa dei gladiatori”di Pompei da anni era “in attesa di essere ristrutturata”. Secondo il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, il crollo dell’edificio era del tutto prevedibile: “Succede quando non c’è la dovuta attenzione e cura. C’è il dispiacere tipico di una comunità di un territorio su cui vi è il museo all’aperto più grande del mondo e che purtroppo viene trascurato. In passato sono stati persi molti fondi, che non venivano utilizzati, e non sono state avviate le procedure per il restauro. “Scontiamo la mancanza di un coinvolgimento in questo tipo di iniziative. Ci limitiamo a fare appelli sensibili e solerti nel sollecitare l’attenzione che il sito necessita”.


2 Comments:

Maria Ianniciello said...

E' una cosa gravissima...Ma perché tanta incuria?

marco said...

Perchè tanta incuria? Semplice, siamo in Italia, il paese dove prima deve accadere una disgrazia e poi si cerca una soluzione...e noi paghiamo...