Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2010
Genere: drammatico, thriller
Durata: 2h09m
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Peter Morgan
Fotografia: Tom Stern
Musiche: Clint Eastwood
Cast: Cecile De France, Thierry Neuvic, Matt Damon, Jay Mohr, Frankie McLaren, George McLaren, Cyndi Mayo Davis, Lisa Griffiths, Jessica Griffiths, Ferguson Reid, Derek Sakakura, Richard Kind, Charlie Creed-Miles, Lyndsey Marshal, Rebekah Staton
Trama
Marie Lelay è una giornalista francese scampata ad uno tsunami. Rientrata a Parigi si interroga sulla sua esperienza che l’ha condotta tra la vita e la morte. Inizia ad allontanarsi dal suo fidanzato che non riesce a comprendere la sua difficile situazione. George Lonegan è un operaio americano con il dono di vedere i cari defunti delle persone con il solo tocco della mano. George non vede il suo come un dono meraviglioso, ma come una condanna che non gli consente di vivere una vita normale. Ci prova frequentando un corso di cucina italiana e coltivando la sua passione per i romanzi di Charles Dickens. Marcus è un ragazzino inglese che assieme a suo fratello deve tirare avanti badando anche alla madre tossicodipendente. Il tragico destino lo renderà un bambino ancora più smarrito e spaventato, alla ricerca ostinata di risposte sulla morte e sull’aldilà.
Recensione
Clint Eastwood è stato indiscutibilmente un attore di grandi qualità. Anche come regista ha deliziato pubblico e critica con un gran numero di ottimi film. Le aspettative attorno ad un suo nuovo film sono, dunque, sempre molto alte e difficilmente disattese. “Hereafter” è, però, un mezzo passo falso e se non fosse stato girato da Eastwood nessuno lo avrebbe degnato di minima considerazione.
“Hereafter”, parte da un’idea interessante, ma neanche troppo originale: le esperienze ravvicinate con la morte e la possibilità di parlare con le persone defunte. Eastwood non si preoccupa, però, di dipingere l’aldilà come quello rappresentato in “Al di là dei sogni” di Vincent Ward oppure in “Amabili resti” di Peter Jackson. Si concentra, invece, sui protagonisti che vengono segnati dalla morte: soffrono per la perdita di un proprio caro, per il senso di colpa di essere sopravvissuti o per l’inquietudine di aver perso una vita normale a causa di un “dono” non richiesto.
Già dalle prime scene “Hereafter” presta il fianco a facili critiche: la scena dello tsunami è realizzata in modo grossolano con effetti speciali ridicoli. Gran parte della colpa questa debacle è da attribuire alla sceneggiatura di Peter Morgan (Oscar per “The Queen” e “Frost/Nixon”), priva di spessore e di interesse. La storia non coinvolge e non lascia utili spunti di riflessioni. La narrazione degli avvenimenti dei tre protagonisti non è equilibrata e non offre validi elementi che le leghino. Se la storia americana è la più avvincente e prossima alle tematiche di Eastwood, quella francese sembra adattata da un film di Claude Lelouche e quella inglese da un dramma sociale di Ken Loach. Tre storie che singolarmente potevano avere un valore, ma che non si amalgamano, sprovviste di un fil rouge che le rendano un’entità indivisibile. A tal proposito, il finale che le riunisce è scadente, banale conclusione di un film mal strutturato.
Il cast di “Hereafter” vede un buon Matt Damon capace di rendere pubblica una storia intima e drammatica. Se tutto quanto ruota attorno al suo “dono”, straordinario per gli altri ma per sé infausto, regala momenti commoventi, fa sorridere la banale della storia d’amore che nasce dal corso di cucina, pieno di idiozie e luoghi comuni sull’Italia e la sua arte culinaria. Quello che ne viene fuori è peggiore di quanto visto nel film “Lezioni di cioccolato” tra Luca Argentero e Violante Placido. Cécile de France, nel ruolo di Marie, appare confusa per nulla convincente. L’attrice belga, forse, è ancora troppo legata ai ruoli leggeri che le hanno reso giustizia finora. La sua storia, descritta in lingua francese per scelta del regista, è forzata, poco credibile. Le interpretazioni dei gemellini George e Frankie McLaren sono incantevoli quando mostrano la loro intesa e la loro complicità, ma risultano sterili quando i due sono in scena singolarmente.
“Hereafter” è un mediocre thriller new age che rovina pietosamente in un melodramma privo di mordente. Clint Eastwood non poteva certo dare risposte sull’aldilà, ma almeno poteva meglio indirizzare il suo film lungo binari più stabili. Un film confuso e poco intrigante.
Nazione: USA
Anno: 2010
Genere: drammatico, thriller
Durata: 2h09m
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Peter Morgan
Fotografia: Tom Stern
Musiche: Clint Eastwood
Cast: Cecile De France, Thierry Neuvic, Matt Damon, Jay Mohr, Frankie McLaren, George McLaren, Cyndi Mayo Davis, Lisa Griffiths, Jessica Griffiths, Ferguson Reid, Derek Sakakura, Richard Kind, Charlie Creed-Miles, Lyndsey Marshal, Rebekah Staton
Trama
Marie Lelay è una giornalista francese scampata ad uno tsunami. Rientrata a Parigi si interroga sulla sua esperienza che l’ha condotta tra la vita e la morte. Inizia ad allontanarsi dal suo fidanzato che non riesce a comprendere la sua difficile situazione. George Lonegan è un operaio americano con il dono di vedere i cari defunti delle persone con il solo tocco della mano. George non vede il suo come un dono meraviglioso, ma come una condanna che non gli consente di vivere una vita normale. Ci prova frequentando un corso di cucina italiana e coltivando la sua passione per i romanzi di Charles Dickens. Marcus è un ragazzino inglese che assieme a suo fratello deve tirare avanti badando anche alla madre tossicodipendente. Il tragico destino lo renderà un bambino ancora più smarrito e spaventato, alla ricerca ostinata di risposte sulla morte e sull’aldilà.
Recensione
Clint Eastwood è stato indiscutibilmente un attore di grandi qualità. Anche come regista ha deliziato pubblico e critica con un gran numero di ottimi film. Le aspettative attorno ad un suo nuovo film sono, dunque, sempre molto alte e difficilmente disattese. “Hereafter” è, però, un mezzo passo falso e se non fosse stato girato da Eastwood nessuno lo avrebbe degnato di minima considerazione.
“Hereafter”, parte da un’idea interessante, ma neanche troppo originale: le esperienze ravvicinate con la morte e la possibilità di parlare con le persone defunte. Eastwood non si preoccupa, però, di dipingere l’aldilà come quello rappresentato in “Al di là dei sogni” di Vincent Ward oppure in “Amabili resti” di Peter Jackson. Si concentra, invece, sui protagonisti che vengono segnati dalla morte: soffrono per la perdita di un proprio caro, per il senso di colpa di essere sopravvissuti o per l’inquietudine di aver perso una vita normale a causa di un “dono” non richiesto.
Già dalle prime scene “Hereafter” presta il fianco a facili critiche: la scena dello tsunami è realizzata in modo grossolano con effetti speciali ridicoli. Gran parte della colpa questa debacle è da attribuire alla sceneggiatura di Peter Morgan (Oscar per “The Queen” e “Frost/Nixon”), priva di spessore e di interesse. La storia non coinvolge e non lascia utili spunti di riflessioni. La narrazione degli avvenimenti dei tre protagonisti non è equilibrata e non offre validi elementi che le leghino. Se la storia americana è la più avvincente e prossima alle tematiche di Eastwood, quella francese sembra adattata da un film di Claude Lelouche e quella inglese da un dramma sociale di Ken Loach. Tre storie che singolarmente potevano avere un valore, ma che non si amalgamano, sprovviste di un fil rouge che le rendano un’entità indivisibile. A tal proposito, il finale che le riunisce è scadente, banale conclusione di un film mal strutturato.
Il cast di “Hereafter” vede un buon Matt Damon capace di rendere pubblica una storia intima e drammatica. Se tutto quanto ruota attorno al suo “dono”, straordinario per gli altri ma per sé infausto, regala momenti commoventi, fa sorridere la banale della storia d’amore che nasce dal corso di cucina, pieno di idiozie e luoghi comuni sull’Italia e la sua arte culinaria. Quello che ne viene fuori è peggiore di quanto visto nel film “Lezioni di cioccolato” tra Luca Argentero e Violante Placido. Cécile de France, nel ruolo di Marie, appare confusa per nulla convincente. L’attrice belga, forse, è ancora troppo legata ai ruoli leggeri che le hanno reso giustizia finora. La sua storia, descritta in lingua francese per scelta del regista, è forzata, poco credibile. Le interpretazioni dei gemellini George e Frankie McLaren sono incantevoli quando mostrano la loro intesa e la loro complicità, ma risultano sterili quando i due sono in scena singolarmente.
“Hereafter” è un mediocre thriller new age che rovina pietosamente in un melodramma privo di mordente. Clint Eastwood non poteva certo dare risposte sull’aldilà, ma almeno poteva meglio indirizzare il suo film lungo binari più stabili. Un film confuso e poco intrigante.
Voto: 51%
Trailer “Hereafter”
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17 Comments:
su questo film leggo opinioni sempre più contrastanti. tu ci sei andato giù pesante :)
Chi definisce noioso e senza trama questo film non ci ha capito niente!
Ancora una volta un film di Clint che fa pensare, fa riflettere e fa discutere. "Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze." (Bobbio)
Perchè chi voleva delle risposte guardando questo film cercava solo delle cetezze alle sue domande senza risposta.
La Capolista
Io non dico che sia un ottimo film, o girato alla perfezione ,o chissà che.
Non mi va di giudicarlo dal punto di vista tecnico nè da quello di chi ha studiato cinema.
E' un film che ti fa sentire qualcosa: per me il parametro più importante di "riuscita" dell'opera.
Se non avete sentito niente beh.. che dire. .spero che un giorno sperimentiate la sensibilità:
http://massimobianconi.tumblr.com/post/2729070178/hereafter-laldila-dallo-schermo-che-non-e-per-tutti
Scusa, ma poi, tu li vedi i film?
Certo che non li vedo. Perdo tempo al cinema? Pago una redazione di 230 elementi che vedono film al posto mio.
Possibile non si possa esprimere un giudizio negativo, che poi tanto negativo non è, su un film?
L'ho visto ieri e...sono d'accordo con questa recensione.
Non è che non si "sentono" emozioni, è la struttura che non funziona.
Il finale, poi...ma che c'entra?
Capolista ha perfettamente ragione! il tema trattato e la maniera garbata e non sbilanciata di svilupparlo fanno per forza pensare: questo é il FILM che suscita una riflessione su chiunque sul mistero della vita e dalle morte! chi non lo capisce non ha diritto di commentare il film.
Anonimo: chi non lo capisce non ha diritto di commentare il film.
Disse Voltaire, non uno qualunque:" Non condivido la tua idea, ma darei la vita perchè tu possa esprimerla".
Proponiti di rispettarla anche tu!
Fai una bella recensione di Hereafter, sarò lieto di fare un commento.
Non fa schifo di più.
La parte sottotitolata poi...un conto se è in inglese o in una lingua interessante, ma il francese già lo odio poi in quel film.
Alla fine mi sono perso tutto il pezzo di lei, i bambini non mi hanno fato emozionare per nulla, credo per il copione banale e il soundtrack tremendo, e la parte di Matt Daemon è sconclusionata.
VOTO 2--
Non so quanti di voi hanno sperimentato la perdita di una persona cara, e quanti hanno voluto trovare un metodo, anche non credendo, di entrare in contatto con l'anima della persona che hanno perso! In questo film il bambino che cerca il fratello mi fa rivivere delle emozioni forti! Poi, alla fine chi di noi non ha mai posto la domanda sull'esistenza dell'aldilà?
Leggere questa recensione ha rafforzato la mia convinzione che i "critici cinematografici" sono una delle razze più inutili che esistano...chi ha perso una persona
cara di recente non condividerà certo
un giudizio così grossolano.
Paolo
Caro Paolo, ognuno rimane delle proprie convinzioni, ma mi preme dirti queste cose:
1. Grazie per l'appellativo di "critico cinematografico", ma non certo lo sono. Sono un appassionato di cinema che parla di cinema.
2. Qui si giudica (o meglio, si prova a giudicare) un film non i contenuti filosofici, culturali o metafisici in esso contenuti. Qui si criticano degli effetti speciali fatti con i piedi, una struttura narrativa non equilibrata, scollegata e riunita alla fine con una banalità disarmante, una superficialità fatta di luoghi comuni sulla cucina italiana che potevano essere evitati con qualche ricerca da parte della produzione.
3. Una persona che ha perso da poco un caro non ha interesse a guardare questa recensioni, bensì piange il suo dolore e prega per chi si è allontanato per sempre.
Quanto ti scrivo rafforza invece la mia umile considerazione che Hereafter è un film mediocre indipendentemente dall'argomento trattato. Se dovessi trovare qualche punto in cui mi cimento in mie considerazioni sulla morte ti prego di segnalarmelo.
Salve,
Sono uno che guarda tutto,da Eisenstein ai film di Pierino...quindi anche Hereafter.Chiaramente faccio le mie valutazioni.Poi leggo la sua recensione...ed incuriosito dalla sua severità ne leggo altre:
Kick-ass 90%
Barry Lyndon 95%
Quasi alla pari
ok..bisogna contestualizzare...i supereroi etc.Tra l'altro kick ass l'ho visto volentieri..ma
non le sembra di esagerare?
Non mi sembra la rivoluzione...
E poi distrugge questo film del tutto dignitoso soprattutto se non lo si vuole analizzare con parametri metafisici o che...(in quel caso si rischia di perdere obbiettività)ma...la regia? Da buttare?Non mi è parso,molte sequenze mi sono sembrate ben curate,e ,se me lo permette credo che anche questa volta Eastwood ne sia uscito bene.La benedetta scena dello tzunami.....contestualizzi quella se mai...non è mica 2012 questo hereafter.Guardi che non era un film facile da realizzare.Che le storie dei tre personaggi si intreccino nel finale lo si capisce subito....è un tipo di narrazione semplice...che male c'è?Un film può essere anche questo...i tempi mi sono sembrati in ordine..fotografia anche...
I capolavori sono altri certo....e condivido altre sue recensioni...non finirà tra i miei preferiti,ma non mi sento di calpestarlo come ha fatto lei.
Capisco che i suoi gusti siano altri...anche i miei se è per questo...ma forse questo giro si poteva essere un pò più obbiettivi.E' una recensione no?
Ultimi appunti:Cècile De France non mi è parsa così in difficoltà.
Benvenuti al sud 76%
Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni 54%
Non sarà il miglior Woody Allen ma...anche qui..non capisco.
Scusi se mi sono dilungato...buon tutto.
Una risposta sarebbe gradita.
Arrivederci
Kick-ass 90%
Credo sia il miglior film sui supereroi degli ultimi anni. A differenza di Scott Pilgrim Vs. The World, ottimo, riesce a catturare l’attenzione di un pubblico di ogni età per i chiari omaggi al cinema passato. Cito soltanto la scena “Kick Ass e Red Mist in auto” che ricorda la mitica di “Fusi di testa” sia nel concetto che nel modo di tenere la mdp. La colonna sonora è perfetta, attori ed interpretazioni azzeccatissime.
Barry Lyndon 95%
Quasi alla pari
E poi distrugge questo film del tutto dignitoso...
Mai detto che la regia di Eastwood sia pessima anche in questo caso, ma il suo taglio è offuscato dai tre segmenti troppo disallineati tra loro. Si tratta di un giudizio personale di qualcuno che liberamente si propone pur non avendo studiato cinema (nelle scuole… da autodidatta un po’ sì!).
La benedetta scena dello tzunami....
Credo che quando si osi il risultato deve essere positivo altrimenti si rischia di ridicolizzare il lavoro fatto. La CGI in questo caso è davvero approssimativa, indegna di una produzione che lavori su un film di Clint Eastwood. Non credo di averlo calpestato, un film mediocre non è paragonabile a schifezze vanziniane o della (ex) ditta De Sica - Boldi. Mi permetto di nuovo di dire che Hereafter è un film non riuscito né nella forma, né nel contenuto.
Capisco che i suoi gusti siano altri...
Cerco di essere obiettivo quanto più posso. Vedo in giro recensioni molto più faziose.
Ultimi appunti:Cècile De France non mi è parsa così in difficoltà.
Come direbbe il pubblico di Amici (attenzione, la cito da gioviale esempio, in realtà, ABORRRRO tali programmi!): “Non mi ha trasmesso emozioni”.
Benvenuti al sud 76%
Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni 54%
Non sarà il miglior Woody Allen ma...anche qui..non capisco.
Benvenuti al Sud riesce, in parte, nel suo obiettivo: divertire! Esagera in alcune situazioni (Castellabate è un paese tranquillissimo, magari se lo si fosse ambientato a Secondigliano o Forcella sarebbero state più giustificate le preoccupazioni del personaggio della Finocchiaro!), ma offre una bella immagine del sud, anche se il sud non è (soltanto) questo.
Per quanto riguarda Woody Allen, credo sia un cineasta capace di ben altro che proporre una situazione banale priva di brio e delle digressioni alleniane.
Scusi se mi sono dilungato...buon tutto.
Una risposta sarebbe gradita.
Arrivederci
Mi fa piacere vedere qualcuno che risponde con impegno. Una risposta è sempre gradita. Sempre il benvenuto qui.
Mamma mia che delusione pazzesca! Sara' che avevo aspettative altissime, ma davvero una schifezza di film.
La storia vede un medium "scoglionato" in grado di parlare con i morti come se fosse al telefono, cercare di vivere una vita propria. Cosa non sempre possibile proprio perche' egli ha questo "dono": tocca le mani a una persona e vede cosa accade nella vita e nella morte della stessa. Nel frattempo una giornalista francese in vacanza sopravvive allo Tsunami e ha una visione: vede cosa ci sara' dopo la morte (la luce forte ecc...). Nel frattempo (ancora) in Inghilterra, uno di due gemelli alle prese con mamma drogata, viene investito da un auto.
Ecco, lo spettatore sa benissimo che questi tre personaggi si inconteranno, e tutto il lunghissimo film non e' altro che un preludio alle fasi finali. Ma le fasi finali in realta' sono vuote e non accade nulla di davvero interessante: il bambino incontra il medium scazzato e il medium lo mette in contatto col fratello defunto. Poi il medium scazzato incontra la giornalista e il film finisce. Ed e' durato due ore eh!!!
Boh, apprezzo la tematica, ma davvero mi sembra inutilmente lungo (tutta la scena del concorso culinario e della tipa violentata.... due palle assurde SOLO per farci capire la solitudine in cui versa il protagonista) e pure recitato non troppo bene.
Voto 4
ho appena visto il film. come ogni film che si rispetti del grande clint vi sono colpi di scena costanti lungo la trama che in modo sottile deviano la stessa premonizione che il regista ha cercato di donare allo spettatore. così non è banale per nulla anche perchè questo è un film sulla vita e non sulla morte e l'aldilà ma è attraverso quest'ultima che capovolge in modo fine il concetto di "carpe diem" e compatibilità sentimentale tra i due sessi riferendomi alla scena conclusiva (il protagonista non ha nessuna visione quando afferra la mano della giornalista). mi sento quindi di dire che il significato e il modo magistrale che clint ha proposto la sua pellicola (esenti da fronzoli come sempre) è stato ottimo e poco capito da una marea di persone...è un film per pochi...
Perdonami mauroigor, ma non posso pubblicare il tuo commento su Hereafter perché, pur scherzando, rivelava parte del finale = spoiler.
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