Titolo originale: Barney’s version
Nazione: Canada, Italia
Anno: 2010
Genere: commedia, sentimentale
Durata: 2h12m
Regia: Richard J. Lewis
Sceneggiatura: Michael Konyves
Fotografia: Guy Dufaux
Musiche: Pasquale Catalano
Cast: Paul Giamatti, Dustin Hoffman, Rosamund Pike, Minnie Driver, Scott Speedman, Bruce Greenwood, Rachelle Lefevre, Jake Hoffman, Anna Hopkins, Saul Rubinek, Mark Addy, Macha Grenon, Thomas Trabacchi, Paula Jean Hixson, Massimo Wertmüller, Atom Egoyan, Paul Gross
Trama
Barney Panofsky è un ebreo canadese figlio di un poliziotto in pensione. E’ un produttore televisivo di soap opera di scarsa qualità, ma di successo. Ha ormai superato i sessant’anni, è condizionato dall’alcool e segnato dagli eventi di una vita picaresca. Quando viene pubblicato un libro nel quale vengono messi a nudo le vicende più equivoci della vita di Barney, compresa un’accusa di omicidio del suo miglior amico Boogie, Barney decide di raccontare la sua versione.
Recensione
Alla fine del 2000, lo scrittore canadese Mordecai Richler pubblicò “La versione di Barney”, un romanzo che ebbe un incredibile successo in tutto il mondo. In Italia, nel 2001, anno in cui morì Richler, il libro divenne un best seller con oltre 100.000 copie vendute. Il lavoro di sceneggiatura di Michael Konyves si presentava arduo. Era necessario ridurre un racconto lungo e complesso, narrato in forma di autobiografia, confusa ed condizionata dai fumi dall’alcool e dall’avanzare della progressiva demenza dovuta al morbo di Alzheimer. Konyves riduce e semplifica la narrazione eliminando diverse parti del racconto, quelli caratterizzati maggiormente dalla vena cinica, e gran parte delle riflessioni di Barney, rinunciando anche alla voce narrante. Anche se questo può aprire spazio alle critiche di chi ha amato il libro di Richler, il risultato ottenuto rende il film molto più facile da digerire che si presenta lineare e scorrevole malgrado i continui flashback e flashforward. Il libro si divideva in ugual modo tra i tre matrimoni, mentre la narrazione cinematografica si concentra sul terzo ed ultimo matrimonio di Barney, riducendo i primi due a brevi tappe della vita di Barney prima di conoscere il vero grande amore della sua vita.
La prima parte de “La versione di Barney”, quella degli anni giovanili, prosegue un po’ a fatica. I momenti giovanili di Barney, tra droghe ed alcool, sono affascinanti dal punto di vista artistico, ma privi di una facile chiave di lettura che catturi lo spettatore. Inoltre l’atmosfera classica di Roma, nonostante la fotografia ingiallita che riproduce gli anni ‘70, non è in grado di far traspirare lo stile di vita bohemien della Parigi raccontata nel libro. Quando Barney incontra Miriam si dimenticano quei confusi e divagati episodi fino a quel momento narrati e il film regala una seconda parte meravigliosa, divertente e toccante.
Nel libro Barney era un uomo caratterizzato da una loquacità irriverente, priva di ogni censura, un fiume in piena che trascinava ogni cosa gli si presentasse di fronte. Rabbioso, stravagante, insolente, un personaggio ai limiti della tolleranza. Nel film, Barney è privo dell’ostilità presente nel personaggio letterario a favore di un carattere più sottomesso e nostalgico. Come Barney, Paul Giamatti è straordinario e perfetto come non mai. E’ uno degli attori più talentuosi e più sottovalutati della sua generazione e dimostra anche ne “La versione di Barney” tutto il suo valore. La vita di Barney è un emozionante luna park fatto di alti e bassi e Giamatti regala un personaggio adorabile pur se non troppo simpatico perché è il patetico e malinconico prototipo di uomo innamorato. Meravigliosi i duetti tra Barney ed il padre Izzy, interpretato da un indomabile Dustin Hoffman che si fa carico di gran parte del cinismo e dello spirito ebraico che nel romanzo erano di Barney. Memorabile la sua presenza sfacciata ed irriverente al secondo matrimonio di Barney. Perfetta Rosamund Pike nel ruolo di Miriam, ultima moglie e grande amore di Barney. L’interpretazione, garbata e elegante, restituisce in modo completo lo spirito maturo, affettuoso e docile di Miriam.
“La versione di Barney” è un film non convenzionale che racconta una grande storia attraverso dialoghi eccellenti e prestazioni ancor migliori. Se era impossibile essere del tutto fedeli al romanzo, il film si concentra sugli aspetti più divertenti e romantici della storia. La prima parte potrebbe facilmente indurre all’abbandono della visione, ma è meglio aspettare perché il seguito regala attimi divertenti, incantevoli e strazianti, ed un personaggio che rimarrà a lungo nella memoria.
Voto: 81%
Nazione: Canada, Italia
Anno: 2010
Genere: commedia, sentimentale
Durata: 2h12m
Regia: Richard J. Lewis
Sceneggiatura: Michael Konyves
Fotografia: Guy Dufaux
Musiche: Pasquale Catalano
Cast: Paul Giamatti, Dustin Hoffman, Rosamund Pike, Minnie Driver, Scott Speedman, Bruce Greenwood, Rachelle Lefevre, Jake Hoffman, Anna Hopkins, Saul Rubinek, Mark Addy, Macha Grenon, Thomas Trabacchi, Paula Jean Hixson, Massimo Wertmüller, Atom Egoyan, Paul Gross
Trama
Barney Panofsky è un ebreo canadese figlio di un poliziotto in pensione. E’ un produttore televisivo di soap opera di scarsa qualità, ma di successo. Ha ormai superato i sessant’anni, è condizionato dall’alcool e segnato dagli eventi di una vita picaresca. Quando viene pubblicato un libro nel quale vengono messi a nudo le vicende più equivoci della vita di Barney, compresa un’accusa di omicidio del suo miglior amico Boogie, Barney decide di raccontare la sua versione.
Recensione
Alla fine del 2000, lo scrittore canadese Mordecai Richler pubblicò “La versione di Barney”, un romanzo che ebbe un incredibile successo in tutto il mondo. In Italia, nel 2001, anno in cui morì Richler, il libro divenne un best seller con oltre 100.000 copie vendute. Il lavoro di sceneggiatura di Michael Konyves si presentava arduo. Era necessario ridurre un racconto lungo e complesso, narrato in forma di autobiografia, confusa ed condizionata dai fumi dall’alcool e dall’avanzare della progressiva demenza dovuta al morbo di Alzheimer. Konyves riduce e semplifica la narrazione eliminando diverse parti del racconto, quelli caratterizzati maggiormente dalla vena cinica, e gran parte delle riflessioni di Barney, rinunciando anche alla voce narrante. Anche se questo può aprire spazio alle critiche di chi ha amato il libro di Richler, il risultato ottenuto rende il film molto più facile da digerire che si presenta lineare e scorrevole malgrado i continui flashback e flashforward. Il libro si divideva in ugual modo tra i tre matrimoni, mentre la narrazione cinematografica si concentra sul terzo ed ultimo matrimonio di Barney, riducendo i primi due a brevi tappe della vita di Barney prima di conoscere il vero grande amore della sua vita.
La prima parte de “La versione di Barney”, quella degli anni giovanili, prosegue un po’ a fatica. I momenti giovanili di Barney, tra droghe ed alcool, sono affascinanti dal punto di vista artistico, ma privi di una facile chiave di lettura che catturi lo spettatore. Inoltre l’atmosfera classica di Roma, nonostante la fotografia ingiallita che riproduce gli anni ‘70, non è in grado di far traspirare lo stile di vita bohemien della Parigi raccontata nel libro. Quando Barney incontra Miriam si dimenticano quei confusi e divagati episodi fino a quel momento narrati e il film regala una seconda parte meravigliosa, divertente e toccante.
Nel libro Barney era un uomo caratterizzato da una loquacità irriverente, priva di ogni censura, un fiume in piena che trascinava ogni cosa gli si presentasse di fronte. Rabbioso, stravagante, insolente, un personaggio ai limiti della tolleranza. Nel film, Barney è privo dell’ostilità presente nel personaggio letterario a favore di un carattere più sottomesso e nostalgico. Come Barney, Paul Giamatti è straordinario e perfetto come non mai. E’ uno degli attori più talentuosi e più sottovalutati della sua generazione e dimostra anche ne “La versione di Barney” tutto il suo valore. La vita di Barney è un emozionante luna park fatto di alti e bassi e Giamatti regala un personaggio adorabile pur se non troppo simpatico perché è il patetico e malinconico prototipo di uomo innamorato. Meravigliosi i duetti tra Barney ed il padre Izzy, interpretato da un indomabile Dustin Hoffman che si fa carico di gran parte del cinismo e dello spirito ebraico che nel romanzo erano di Barney. Memorabile la sua presenza sfacciata ed irriverente al secondo matrimonio di Barney. Perfetta Rosamund Pike nel ruolo di Miriam, ultima moglie e grande amore di Barney. L’interpretazione, garbata e elegante, restituisce in modo completo lo spirito maturo, affettuoso e docile di Miriam.
“La versione di Barney” è un film non convenzionale che racconta una grande storia attraverso dialoghi eccellenti e prestazioni ancor migliori. Se era impossibile essere del tutto fedeli al romanzo, il film si concentra sugli aspetti più divertenti e romantici della storia. La prima parte potrebbe facilmente indurre all’abbandono della visione, ma è meglio aspettare perché il seguito regala attimi divertenti, incantevoli e strazianti, ed un personaggio che rimarrà a lungo nella memoria.
Voto: 81%
Trailer “La versione di Barney”
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2 Comments:
Lo vado a vedere domani! Poi ti saprò dire... Sono tra coloro che hanno amato il libro!
Io non ho letto il libro, ma ho apprezzato molto il film!
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