domenica 27 febbraio 2011

127 ORE

Titolo originale: 127 hours
Nazione: Gran Bretagna, USA
Anno: 2010
Genere: avventura, drammatico
Durata: 1h34m
Regia: Danny Boyle
Sceneggiatura: Simon Beaufoy, Danny Boyle
Fotografia: Enrique Chediak, Anthony Dod Mantle
Musiche: A.R. Rahman
Cast: James Franco, Kate Mara, Amber Tamblyn, Sean Bott, Koleman Stinger, Treat Williams, John Lawrence, Kate Burton, Bailee Michelle Johnson, Rebecca Olson, Parker Hadley, Clemence Poesy, Fenton Quinn, Lizzy Caplan, Peter Joshua Hull


Trama
Aron Ralston è un ragazzo appassionato di biking e trekking. Adora le sfide, meglio se difficili e pericolose. Ama farlo in solitaria, per staccare la spina dal caos cittadino e sentirsi un tutt’uno con la natura e se stesso. Un banale incidente si trasforma in tragedia: un masso gli cade sul braccio incastrandolo così in una crepa del canyon dello Utah. Per cinque interminabili giorni Aron dovrà riuscire a liberarsi dal masso facendo affidamento alla suo coraggio ed alla sua voglia di sopravvivere.

Recensione
“127 ore” è la vera storia di Aron Ralston, un appassionato di biking e trekking che adora le sfide, meglio se difficili e pericolose. Ama farlo in solitaria, per staccare la spina dal caos cittadino e sentirsi un tutt’uno con la natura e se stesso. Una personalità avventurosa, allegro, un po’ sbruffone: ride di se stesso dopo una brutta caduta dalla bicicletta oppure prende in giro due ragazze che si sono perse nel canyon. All’inizio, il ritmo del film, è indemoniato: tra split screen e fast forward Danny Boyle descrive la frenesia ed il senso di onnipotenza del personaggio.
Diretto da Danny Boyle e scritto assieme a Simon Beaufoy, già suo partner in “The Millionaire”, “127 ore” è adattato dalla biografica dello stesso Ralston. Il film offre la vista di paesaggi mozzafiato che generano un forte desiderio di evasione. La fotografia che ne consegue, opera di Anthony Dod Mantle ed Enrique Chediak, è meravigliosa: i contrasti accesi tra il giallo lucente del canyon e l’azzurro del cielo terso, e i giochi di ombre nella gola aggiungono valore al film.
Quando, improvviso e repentino, avviene l’incidente, tutto si ferma. Aron è bloccato così come la mdp che non può far altro che inquadrarlo con ossessiva costanza. Come si può immaginare, “127 ore” è una storia di sopravvivenza e altamente drammatica, ma in più fornisce anche un notevole ostacolo per qualsiasi regista: l’azione resta confinata in uno spazio unico e angusto. Non siamo ai livelli di “Buried - Sepolto” di Rodrigo Cortés, ma poco ci manca. Il senso di stasi e di claustrofobia mette a repentaglio la pazienza dello spettatore più disinibito. La soluzione escogitata da regista Boyle per aggirare questo problema è una strategia visiva tumultuosa, fatta di flashback, conversazioni con la sua telecamera e pensieri onirici. Aron si rende conto di non aver detto a nessuno dove andava, è affranto per non aver risposto ai messaggi della madre. Riflette su come il suo desiderio di evasione, di stare al contatto con la natura possa essere anche un po’ egoistico. In una delle sequenze più toccanti, Aron arriva ad immaginare che la roccia era lì ad attenderlo dalla sua nascita. Si rammarica del fatto che adesso ha come unico interlocutore una telecamera alla quale lascia una sorta di testamento comunicando ai suoi familiari, amici, colleghi e persone care tutto ciò che non ha mai avuto il tempo e il modo di dire.
Ciò che rende affascinante “127 ore” è la caratterizzazione di Ralston soltanto per l’intensità e l’emotività trasmesse da James Franco, ma anche per il già citato montaggio serrato di Jon Harris e la colonna sonora di A.R. Rahman, anche lui in “The millionaire”. Franco, che si addossa l’intero peso del film, mostra tutto il carisma e l’espressività di Aron. Dipingendo l’amore della vita all’aria aperta ed lo spirito d’avventura del protagonista, l’attore rievoca tutte le sue emozioni nel fare conoscere ragazze, nel tuffarsi e nuotare in un lago sotterraneo oppure nel passare semplicemente la mano delicatamente sopra le rocce del canyon. Allo stesso tempo, la sua sfrontatezza di ragazzo alla conquista del mondo cede il passo alla preoccupazione quando comprende la gravità della situazione in cui si trova, cercando un sistema per liberarsi dalla roccia mentre con freddezza valuta il tempo rimanente prima che l’acqua finisca (geniale come venga ripreso dal fondo della borraccia). Franco mostra tutto il suo talento ritraendo il progressivo indebolimento di Aron, aiutato dall’eccellente lavoro del trucco (pallido, labbra secche e screpolate, profondi e scuri cerchi attorno agli occhi. E’ incoraggiante rendersi conto che, anche trovandosi in punto di morte, Aron non sembra mai rinunciare completamente alla volontà di sopravvivere. E’ anche importante notare come lo script investe molto in diverse sequenze che mostrano i ricordi e i deliri del protagonista.
Danny Boyle è sempre un regista eccezionale. Nonostante il suo impianto visivo limitato, “127 ore” è una meraviglia visiva. Dalle pianure assolate dello Utah all’ombra più cupa della crepa in cui è intrappolato Aron, il film ti dà sempre qualcosa di straordinariamente divertente o drammatico da guardare. James Franco esprime una vasta gamma di emozioni assicurando empatia in ogni momento di questa assurda storia.
“127 ore” è una profonda riflessione sull’importanza delle piccole cose che spesso ci sembrano superflue. Il ritratto di un ragazzo come tanti spesso superficiale nei rapporti con gli altri. Un ragazzo troppo innamorato della vita per lasciarsi andare senza lottare.

Voto: 84%


6 Comments:

paciuffo said...

mmm nn penso che sia un film per me. anche se lo potrei vedere gratis con la tessera della 3. chissà perchè tutti i film in promozione con la 3 mi fanno tutti schifo:)
ciao ciao
pacy

Riviera Brides said...

Mi piace il tuo blog. TI seguo, se hai voglia passa anche tu da me, bacio buona domenica
http://www.rivierabrides.com

Riviera Brides said...

E mi piacciono le linee guida per i commenti :) soprattutto perchè anch'io odio gli spoiler!

Memole87 said...

Già è claustrofobico e angosciante vedere un'ora e mezzo. Immagino quel poveretto costretto a vedere un dramma lungo 127 ore!

Darklyng said...

Questa tua recensione di 127 ore mi ha fatto venire voglia di andare a vederlo. Thx!!!

Anonimo said...

127 ORE DAVVERO TRAGICHE!