Titolo originale: Rise of the planet of the apes
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: fantascienza
Durata: 1h45m
Regia: Rupert Wyatt
Sceneggiatura: Amanda Silver, Rick Jaffa, Jamie Moss
Fotografia:
Musiche: Patrick Doyle
Cast: James Franco, Freida Pinto, John Lithgow, Brian Cox, Tom Felton, David Oyelowo, Tyler Labine, Jamie Harris, David Hewlett, Ty Olsson, Madison Bell, Makena Joy, Kevin O’Grady, Sean Tyson
Trama
Will Rodman è un ricercatore di genetica di una grande società farmaceutica, la Gen-Sys. Sta lavorando a un progetto per trovare una cura per il mordo di Alzheimer attraverso la creazione un virus benigno in grado di ricostituire il tessuto cerebrale danneggiato. I test sulle scimmie di un nuovo farmaco, l’ALZ-112, danno risultati sorprendenti, al punto che la Gen-Sys è pronta per la sperimentazione umana. Durante la presentazione del farmaco ai finanziatori del progetto, una delle scimmie mostra un comportamento molto aggressivo. Il programma viene subito interrotto e di conseguenza vengono abbattute tutte le cavie. Per salvare Cesare, un neonato di scimpanzé nato da una delle scimmie cui è stato somministrato il farmaco, Will lo porta di nascosto a casa sua. Cesare mostra subito doti e intelligenza straordinarie, così Will sottrae dal laboratorio della Gen-Sys alcuni campioni di ALZ-112 intenzionato a portare avanti le sue ricerche di nascosto alla Gen-Sys. Will decide di testare il farmaco sul padre, ormai in pessime condizioni. I risultati dei sui test sono strabilianti sia su Cesare che sul padre, ma con il passare del tempo le cose non sembrano andare così bene come previsto.
Recensione
Con la pubblicazione nel 1859 di “Sulla origine della specie” e nel 1871 de “La discendenza dell'uomo”, Charles Darwin espresse la sua teoria evoluzionistica in base alla quale l’uomo deriverebbe dalla scimmia. Nel 1963 Pierre Boulle, ingegnere e agente segreto francese, pubblica “Il pianeta delle scimmie” nel quale ribaltava la teoria darwiniana. Nel libro, infatti, si rovesciano i ruoli: l’uomo è animale dominato dalle scimmie evolute. Nel 1968 usciva l’omonimo film diretto da Franklin J. Schaffner. Fu un successo tale da dare il via ad altri quattro episodi (“L’altra faccia del pianeta delle scimmie” (1970), “Fuga dal pianeta delle scimmie” (1971), “1999 - Conquista della Terra” (1972) e “Anno 2670 - Ultimo atto” (1973)). Nel 2001 Tim Burton prova a fare un remake de “Il pianeta delle scimmie”. Progetto ambizioso, forse pretenzioso. E il risultato fu un film brutto.
“L’alba del pianeta delle scimmie” non è un sequel. Potrebbe far pensare ad un prequel una scena del film nella quale viene annunciato, in un telegiornale in tv, la partenza dello shuttle Icarus, ma pochi giorni dopo su un quotidiano si vede un articolo dal titolo “Lost in Space?”. Questo piccolo dettaglio potrebbe far supporre che la navicella possa aver essersi persa in una crepa spazio-temporale riapparendo, magari, nell’anno 3978 su un altro pianeta: è l’inizio del film “Il pianeta delle scimmie”. Allora “L’alba del pianeta delle scimmie” è un prequel, ma la storia del virus farebbe pensare ad un prequel-reboot di una nuova saga ispirata alla precedente ma che prosegue in modo diverso.
Tralasciando considerazioni su quale sia la collocazione de “L’alba del pianeta delle scimmie” all’interno della saga, si può affermare come sia un buon film di fantascienza. L’ottima computer grafica non mette in secondo piano la storia, non originale, ma di sicuro lineare e piacevole. Scivola via un po’ troppo velocemente pur affrontando diverse tematiche (neanche queste troppo originali): le case farmaceutiche accecate dal profitto; gli animali martiri della sperimentazione; l’orrendo regime carcerario riprodotto nel Centro per primati di San Bruno; la rivolta in nome della libertà.
Alle maschere e il trucco per realizzare le scimmie dei film della saga, ne “L’alba del pianeta delle scimmie” ci sono le scimmie realizzate in digitale dalla Weta Digital, vincitrice dell’Oscar per gli effetti speciali di “Avatar”. Il migliore attore del cast è proprio scimmia Cesare (scimmia) / Andy Serkis (attore), già interprete di un altro personaggio digitale, ovvero Gollum della saga de “Il signore degli anelli”. In quel caso l’interpretazione di Serkis fu osannata dalla critica, ottenendo anche molti riconoscimenti, ma fu snobbata agli Academy Award. E’ arrivato forse il momento di candidare un attore “modificato” in digitale agli Oscar. Cesare, infatti, sembra più “umano” di un uomo, trasmette in modo perfetto i due lati del personaggio, sia quello tenero che quello più oscuro. Lo sguardo e gli occhi con i quali fissa le altre scimmie e Dodge, il ragazzo che lo tiene recluso in gabbia, sono da brividi e mostrano tutta la fierezza di un animale che non vuole essere considerato inferiore all’uomo. Buone le prove di James Franco, ormai più che una promessa, e John Lithgow, vecchia volpe del grande schermo. Freida Pinto, protagonista femminile, non incide molto con i dialoghi, ma è la sua bellezza dire molto!
“L’alba del pianeta delle scimmie” è un buon film di fantascienza, non ci si annoia. Peccato per la parte finale un po’ frettolosa, sicuramente la più bella per spettacolarità. Da segnalare anche qualche piccola imperfezione e/o poca chiarezza nella trama, ma è un dettaglio secondario. La filosofia e la metafora hanno spesso caratterizzato la fantascienza del passato, priva di tecnologie adatte a rappresentarla. Adesso è il momento di offrire uno spettacolo che gratifichi gli occhi. E la tecnologia della Weta Digital, come sempre, strabilia.
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: fantascienza
Durata: 1h45m
Regia: Rupert Wyatt
Sceneggiatura: Amanda Silver, Rick Jaffa, Jamie Moss
Fotografia:
Musiche: Patrick Doyle
Cast: James Franco, Freida Pinto, John Lithgow, Brian Cox, Tom Felton, David Oyelowo, Tyler Labine, Jamie Harris, David Hewlett, Ty Olsson, Madison Bell, Makena Joy, Kevin O’Grady, Sean Tyson
Trama
Will Rodman è un ricercatore di genetica di una grande società farmaceutica, la Gen-Sys. Sta lavorando a un progetto per trovare una cura per il mordo di Alzheimer attraverso la creazione un virus benigno in grado di ricostituire il tessuto cerebrale danneggiato. I test sulle scimmie di un nuovo farmaco, l’ALZ-112, danno risultati sorprendenti, al punto che la Gen-Sys è pronta per la sperimentazione umana. Durante la presentazione del farmaco ai finanziatori del progetto, una delle scimmie mostra un comportamento molto aggressivo. Il programma viene subito interrotto e di conseguenza vengono abbattute tutte le cavie. Per salvare Cesare, un neonato di scimpanzé nato da una delle scimmie cui è stato somministrato il farmaco, Will lo porta di nascosto a casa sua. Cesare mostra subito doti e intelligenza straordinarie, così Will sottrae dal laboratorio della Gen-Sys alcuni campioni di ALZ-112 intenzionato a portare avanti le sue ricerche di nascosto alla Gen-Sys. Will decide di testare il farmaco sul padre, ormai in pessime condizioni. I risultati dei sui test sono strabilianti sia su Cesare che sul padre, ma con il passare del tempo le cose non sembrano andare così bene come previsto.
Recensione
Con la pubblicazione nel 1859 di “Sulla origine della specie” e nel 1871 de “La discendenza dell'uomo”, Charles Darwin espresse la sua teoria evoluzionistica in base alla quale l’uomo deriverebbe dalla scimmia. Nel 1963 Pierre Boulle, ingegnere e agente segreto francese, pubblica “Il pianeta delle scimmie” nel quale ribaltava la teoria darwiniana. Nel libro, infatti, si rovesciano i ruoli: l’uomo è animale dominato dalle scimmie evolute. Nel 1968 usciva l’omonimo film diretto da Franklin J. Schaffner. Fu un successo tale da dare il via ad altri quattro episodi (“L’altra faccia del pianeta delle scimmie” (1970), “Fuga dal pianeta delle scimmie” (1971), “1999 - Conquista della Terra” (1972) e “Anno 2670 - Ultimo atto” (1973)). Nel 2001 Tim Burton prova a fare un remake de “Il pianeta delle scimmie”. Progetto ambizioso, forse pretenzioso. E il risultato fu un film brutto.
“L’alba del pianeta delle scimmie” non è un sequel. Potrebbe far pensare ad un prequel una scena del film nella quale viene annunciato, in un telegiornale in tv, la partenza dello shuttle Icarus, ma pochi giorni dopo su un quotidiano si vede un articolo dal titolo “Lost in Space?”. Questo piccolo dettaglio potrebbe far supporre che la navicella possa aver essersi persa in una crepa spazio-temporale riapparendo, magari, nell’anno 3978 su un altro pianeta: è l’inizio del film “Il pianeta delle scimmie”. Allora “L’alba del pianeta delle scimmie” è un prequel, ma la storia del virus farebbe pensare ad un prequel-reboot di una nuova saga ispirata alla precedente ma che prosegue in modo diverso.
Tralasciando considerazioni su quale sia la collocazione de “L’alba del pianeta delle scimmie” all’interno della saga, si può affermare come sia un buon film di fantascienza. L’ottima computer grafica non mette in secondo piano la storia, non originale, ma di sicuro lineare e piacevole. Scivola via un po’ troppo velocemente pur affrontando diverse tematiche (neanche queste troppo originali): le case farmaceutiche accecate dal profitto; gli animali martiri della sperimentazione; l’orrendo regime carcerario riprodotto nel Centro per primati di San Bruno; la rivolta in nome della libertà.
Alle maschere e il trucco per realizzare le scimmie dei film della saga, ne “L’alba del pianeta delle scimmie” ci sono le scimmie realizzate in digitale dalla Weta Digital, vincitrice dell’Oscar per gli effetti speciali di “Avatar”. Il migliore attore del cast è proprio scimmia Cesare (scimmia) / Andy Serkis (attore), già interprete di un altro personaggio digitale, ovvero Gollum della saga de “Il signore degli anelli”. In quel caso l’interpretazione di Serkis fu osannata dalla critica, ottenendo anche molti riconoscimenti, ma fu snobbata agli Academy Award. E’ arrivato forse il momento di candidare un attore “modificato” in digitale agli Oscar. Cesare, infatti, sembra più “umano” di un uomo, trasmette in modo perfetto i due lati del personaggio, sia quello tenero che quello più oscuro. Lo sguardo e gli occhi con i quali fissa le altre scimmie e Dodge, il ragazzo che lo tiene recluso in gabbia, sono da brividi e mostrano tutta la fierezza di un animale che non vuole essere considerato inferiore all’uomo. Buone le prove di James Franco, ormai più che una promessa, e John Lithgow, vecchia volpe del grande schermo. Freida Pinto, protagonista femminile, non incide molto con i dialoghi, ma è la sua bellezza dire molto!
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Voto: 74%
Trailer “L’alba del pianeta delle scimmie”
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4 Comments:
Partivo prevenuta, ma mi è piaciuto moltissimo.
Voto 10 ad Andy Serkis e John Litghow.
Anch'io ero prevenuto, ma devo ammettere che L'alba del pianeta delle scimmie mi è davvero piaciuto.
Dato che Il pianeta delle scimmie fu seguito da film mediocri, speriamo che non prosegua alcuna saga alternativa.
Bobby
Sarò nostalgica ma resto legata al vecchio Pianeta delle Scimmie con Charlton Heston :) Più psicologico
*°*Baci*°*
p.s. nuovo blog http://mono-m.blogspot.com/
Da ragazzino adoravo il film originale (e ancor più il romanzo da cui era tratto) al punto da appassionarmi persino ai mediocri sequel. Burton ne ha fatto un remake interessante ma non altrettanto coinvolgente. Sono curioso di vedere questo.
Carlo
www.menzinger.too.it
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