Titolo originale: id.
Nazione: Francia
Anno: 2007
Genere: horror
Durata: 1h23m
Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Sceneggiatura: Alexandre Bustillo
Fotografia: Laurent Bares
Musiche: François Eudes
Cast: Beatrice Dalle, Alysson Paradis, Nathalie Roussel, François-Regis Marchasson, Jean-Baptiste Tabourin, Dominique Frot, Claude Lulé, Hyam Zaytoun, Tahar Rahim, Emmanuel Guez, Ludovic Berthillot, Emmanuel Lanzi, Nicolas Duvauchelle, Aymen Saïdi
Trama
Parigi, vigilia di Natale. Sarah, una giovane fotoreporter incinta, non vuole partecipare a feste e cenoni natalizi; così trascorre da sola a casa la sua ultima notte a casa prima di essere ricoverata in ospedale per partorire. La ragazza è stata qualche mese prima vittima di un grave incidente nel quale ha perso il marito. Durante la notte qualcuno bussa alla porta: è una donna che ha bisogno di aiuto. Sarah ha paura e non vuole aprire. Le dice che il marito sta dormendo. Dall’altro lato della porta quella voce estranea risponde: “Sarah, non mentire. Tuo marito non sta dormendo. E’ morto!”. Chi è quell’estranea? Come fa a conoscerla? Sarah chiama subito la polizia ma la donna inizia ad assediarla intenzionata a farle del male.
Recensione
Nella scena iniziale di “À l’intérieur” si vede un bebè ancora nel liquido amniotico e si ascoltano le parole rassicuranti della mamma convinta che nessuno glielo porterà mai via e gli potrà far del male. Un attimo dopo si sente il rumore sordo di uno schianto. Sarah è rimasta sola con il suo bambino, perché in quell’incidente è morto il marito. La gravidanza prosegue senza problemi finché, una notte, viene terrorizzata da una donna misteriosa, un’intrusa che vuole farle del male senza un reale motivo. Fine ultimo di un film horror è spaventare. Quando ci sono i bambini l’atmosfera è più angosciante, si provi ad immaginare se la protagonista è una donna incinta. Il titolo “À l’intérieur” (“All’interno”) vuole inoltre sottolineare il senso di sicurezza che da un lato prova il bimbo all’interno del ventre materno, dall’altro quello che prova Sarah trovandosi rintanata in casa, mentre nelle strade infuriano le rivolte delle banlieue. Sicurezza che si rivelerà labile.
Il film è sostenuto dall’interpretazione orribile (nel senso etimologico vero e proprio = “che incute terrore, raccapriccio) di Beatrice Dalle. L’attrice crea una dei mostri (dis)umani della storia dell’horror con quell’abito nero da angelo della morte. Accanto a lei, nel ruolo di Sarah, Alysson Paradis, sorella minore della più celebre Vanessa.
In America si ama lo splatter, il sangue deve schizzare ovunque tagliuzzando chiunque capiti a tiro; in Oriente solo le atmosfere tese, le storie angosciante ad essere più scelte. I due registi francesi Alexandre Bustillo e Julien Maury fondono entrambe le caratteristiche. Nonostante “À l’intérieur” abbia un contenuto splatter altissimo (un’autentica mattanza con alcune scene estremamente scioccanti) sono le parole della donna misteriosa e la sua stessa inquietante presenza a spaventare in maggior misura, a partire dalla prima inquadratura nella quale la sua figura nera viene in parte illuminata dall’accendino. Pur essendo del tutto estranea a Sarah, conosce la sua vita. I registi accrescono la tensione centrando la storia sull’assedio, tema caro a John Carpenter, regista che omaggiano nella scena in cui conficca le forbici nella mano di Sarah, osservando la sua azione con glaciale impassibilità e lieve piacere soddisfatto. La scena è, infatti, ispirata al film “Halloween - La notte delle streghe” che John Carpenter diresse nel 1978. Non è un caso, dato che i due registi hanno fatto studiare le scene del film all’attrice Beatrice Dalle in modo da riprodurla con gli stessi effetti.
La prima parte lenta e tragica racconta le conseguenze dell’incidente. Sarah è rimasta sola, ha perso suo marito e la gioia di vivere (non vuole festeggiare il Natale e si disinteressa delle rivolte parigine), pur portando in grembo una nuova vita. Attraverso la solitudine e la disperazione, si entra in empatia con la protagonista. La sceneggiatura è semplice, i dialoghi quasi assenti, il film non ha un minimo di profondità. Lo spettatore non riesce a notare tali difetti perché nel momento in cui entra in scena la donna vestita di nero non c’è più un attimo di respiro e così la sua unica preoccupazione è quella di vedere se la ragazza arriverà a vedere l’alba del giorno in cui entrerà in ospedale per dare alla luce il figlio.
La grandezza di “À l’intérieur” è nella regia: i due non si divertono in movimenti di camera frenetici o inquadrature particolari. Le riprese sembrano amatoriali per una resa ancor più viva dell’orrore, arricchita dall’ottimo comparto sonoro fatto di suoni distorti reiterati in modo ossessivo. Altro gran pregio del film è il perfetto montaggio realizzato da Baxter, già in “Alta tensione” e “Le colline hanno gli occhi” di Alexandre Aja.
“À l’intérieur” è un film horror smisurato in ogni suo aspetto, dall’interpretazioni delle due protagoniste, in particolare della Dalle, alle atmosfere inquietanti di una donna sola con il suo bambino in grembo (ci può essere di peggio?). E’ un crescendo di scene disturbanti che culmina in uno dei finali più atroci e raccapriccianti della storia del cinema horror. Un film da evitare nel caso non si abbia particolare appeal con il sangue. La visione del film deve essere assolutamente vietata alle donne in stato interessante perché potrebbe davvero produrre danni morali e fisici.
Pur essendo uno dei film horror più famosi in Francia, “À l’intérieur” non è mai stato distributo in Italia, né nelle sale cinematografiche, né per il mercato dell’home video. Complimenti a chi di dovere.
Nazione: Francia
Anno: 2007
Genere: horror
Durata: 1h23m
Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Sceneggiatura: Alexandre Bustillo
Fotografia: Laurent Bares
Musiche: François Eudes
Cast: Beatrice Dalle, Alysson Paradis, Nathalie Roussel, François-Regis Marchasson, Jean-Baptiste Tabourin, Dominique Frot, Claude Lulé, Hyam Zaytoun, Tahar Rahim, Emmanuel Guez, Ludovic Berthillot, Emmanuel Lanzi, Nicolas Duvauchelle, Aymen Saïdi
Trama
Parigi, vigilia di Natale. Sarah, una giovane fotoreporter incinta, non vuole partecipare a feste e cenoni natalizi; così trascorre da sola a casa la sua ultima notte a casa prima di essere ricoverata in ospedale per partorire. La ragazza è stata qualche mese prima vittima di un grave incidente nel quale ha perso il marito. Durante la notte qualcuno bussa alla porta: è una donna che ha bisogno di aiuto. Sarah ha paura e non vuole aprire. Le dice che il marito sta dormendo. Dall’altro lato della porta quella voce estranea risponde: “Sarah, non mentire. Tuo marito non sta dormendo. E’ morto!”. Chi è quell’estranea? Come fa a conoscerla? Sarah chiama subito la polizia ma la donna inizia ad assediarla intenzionata a farle del male.
Recensione
Nella scena iniziale di “À l’intérieur” si vede un bebè ancora nel liquido amniotico e si ascoltano le parole rassicuranti della mamma convinta che nessuno glielo porterà mai via e gli potrà far del male. Un attimo dopo si sente il rumore sordo di uno schianto. Sarah è rimasta sola con il suo bambino, perché in quell’incidente è morto il marito. La gravidanza prosegue senza problemi finché, una notte, viene terrorizzata da una donna misteriosa, un’intrusa che vuole farle del male senza un reale motivo. Fine ultimo di un film horror è spaventare. Quando ci sono i bambini l’atmosfera è più angosciante, si provi ad immaginare se la protagonista è una donna incinta. Il titolo “À l’intérieur” (“All’interno”) vuole inoltre sottolineare il senso di sicurezza che da un lato prova il bimbo all’interno del ventre materno, dall’altro quello che prova Sarah trovandosi rintanata in casa, mentre nelle strade infuriano le rivolte delle banlieue. Sicurezza che si rivelerà labile.
Il film è sostenuto dall’interpretazione orribile (nel senso etimologico vero e proprio = “che incute terrore, raccapriccio) di Beatrice Dalle. L’attrice crea una dei mostri (dis)umani della storia dell’horror con quell’abito nero da angelo della morte. Accanto a lei, nel ruolo di Sarah, Alysson Paradis, sorella minore della più celebre Vanessa.
In America si ama lo splatter, il sangue deve schizzare ovunque tagliuzzando chiunque capiti a tiro; in Oriente solo le atmosfere tese, le storie angosciante ad essere più scelte. I due registi francesi Alexandre Bustillo e Julien Maury fondono entrambe le caratteristiche. Nonostante “À l’intérieur” abbia un contenuto splatter altissimo (un’autentica mattanza con alcune scene estremamente scioccanti) sono le parole della donna misteriosa e la sua stessa inquietante presenza a spaventare in maggior misura, a partire dalla prima inquadratura nella quale la sua figura nera viene in parte illuminata dall’accendino. Pur essendo del tutto estranea a Sarah, conosce la sua vita. I registi accrescono la tensione centrando la storia sull’assedio, tema caro a John Carpenter, regista che omaggiano nella scena in cui conficca le forbici nella mano di Sarah, osservando la sua azione con glaciale impassibilità e lieve piacere soddisfatto. La scena è, infatti, ispirata al film “Halloween - La notte delle streghe” che John Carpenter diresse nel 1978. Non è un caso, dato che i due registi hanno fatto studiare le scene del film all’attrice Beatrice Dalle in modo da riprodurla con gli stessi effetti.
La prima parte lenta e tragica racconta le conseguenze dell’incidente. Sarah è rimasta sola, ha perso suo marito e la gioia di vivere (non vuole festeggiare il Natale e si disinteressa delle rivolte parigine), pur portando in grembo una nuova vita. Attraverso la solitudine e la disperazione, si entra in empatia con la protagonista. La sceneggiatura è semplice, i dialoghi quasi assenti, il film non ha un minimo di profondità. Lo spettatore non riesce a notare tali difetti perché nel momento in cui entra in scena la donna vestita di nero non c’è più un attimo di respiro e così la sua unica preoccupazione è quella di vedere se la ragazza arriverà a vedere l’alba del giorno in cui entrerà in ospedale per dare alla luce il figlio.
La grandezza di “À l’intérieur” è nella regia: i due non si divertono in movimenti di camera frenetici o inquadrature particolari. Le riprese sembrano amatoriali per una resa ancor più viva dell’orrore, arricchita dall’ottimo comparto sonoro fatto di suoni distorti reiterati in modo ossessivo. Altro gran pregio del film è il perfetto montaggio realizzato da Baxter, già in “Alta tensione” e “Le colline hanno gli occhi” di Alexandre Aja.
“À l’intérieur” è un film horror smisurato in ogni suo aspetto, dall’interpretazioni delle due protagoniste, in particolare della Dalle, alle atmosfere inquietanti di una donna sola con il suo bambino in grembo (ci può essere di peggio?). E’ un crescendo di scene disturbanti che culmina in uno dei finali più atroci e raccapriccianti della storia del cinema horror. Un film da evitare nel caso non si abbia particolare appeal con il sangue. La visione del film deve essere assolutamente vietata alle donne in stato interessante perché potrebbe davvero produrre danni morali e fisici.
Pur essendo uno dei film horror più famosi in Francia, “À l’intérieur” non è mai stato distributo in Italia, né nelle sale cinematografiche, né per il mercato dell’home video. Complimenti a chi di dovere.
Voto: 91%






















3 Comments:
visto..lei è mostruosa,d'accordo..il film..bè, sicuramente rabbrividente..asuo modo divertente e grottesco, tanto è eccessivo..ma insomma..nulla di memorabile, a dir la verità...
E' un film che non potrei vedere, troppo dolore.
Ti auguro un sereno e prospero 2012!
Questo film, in quanto donna, mi aveva uccisa.
Se non l'hanno distribuito, a mio avviso, è semplicemente per la crudeltà gratuita legata a un argomento delicato come la gravidanza.
Quel che è vero, comunque, è che l'interpretazione delle due attrici è magistrale.
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