Titolo originale: id.
Nazione: Gran Bretagna, Irlanda
Anno: 2011
Genere: drammatico
Durata: 1h53m
Regia: Rodrigo Garcia
Sceneggiatura: John Banville, Glenn Close, Gabriella Prekop
Fotografia: Michael McDonough
Musiche: Brian Byrne
Cast: Glenn Close, Janet McTeer, Mia Wasikowska, Aaron Johnson, Brendan Gleeson, Antonia Campbell-Hughes, Pauline Collins, Mark Doherty, Maria Doyle Kennedy, Mark Williams, Serena Brabazon, Dolores Mullally, Bonnie McCormack, Phyllida Law, Philip O’Sullivan
Trama
Albert Nobbs è un discreto e introverso maggiordomo, esperto nel suo lavoro dopo tanti anni di servizio nei migliori alberghi della Gran Bretagna. Nobbs nasconde un segreto: è in realtà una donna. Si è travestita da uomo per poter lavorare come cameriere e sopravvivere. Albert è a pochi mesi dal ritirarsi come cameriere perché ha quasi raggiungo la somma necessaria ad aprire l’attività di tabaccaio che tanto desidera.
Recensione
Glenn Close proprio averlo amato tanto il personaggio di Albert Nobbs se dopo averlo interpretato nel 1982 a teatro ha cercato insistentemente per trent’anni di portarlo al cinema. Eppure questo personaggio schivo non si riesce proprio ad amare. Il motivo principale è da addurre alla regia di Rodrigo Garcia, figlio del celebre scrittore Gabriel Garcia Marquez, bravo senz’altro, ma freddo nell’esposizione di un uomo/donna la cui vita è una serie di episodi drammatici. Si può amarlo per commiserazione? Impossibile, perché non è sentimento tale da creare empatia in un contesto così tremendamente tragico. Inoltre, anche la vita delle persone che ruotano attorno al protagonista non è felice: i camerieri sono vittime dell’attaccamento a un lavoro umile, necessario a sopravvivere; i clienti degli alberghi odiosi e spocchiosi. Non c’è molto da salvare in questa Dublino di fine ‘800. Neanche la speranza di cambiare la propria condizione di vita riesce a trasformarsi in interesse, perché illogica e troppo insistente. Infine, nella seconda parte, “Albert Nobbs” abbandona l’impianto drammatico per incanalarsi in un sentimentalismo forzato e alcuni colpi di scena che non si inseriscono appieno nel contesto della storia.
“Albert Nobbs” è, tuttavia, un film valido per la ricostruzione storica, per la regia sobria e raffinata, per l’interpretazione di Glenn Close, precisa sia nella gestualità che nella parola (l’ottimo accento irlandese dell’attrice inglese si perde ovviamente nel doppiaggio italiano) e per l’umorismo sottile. Buono anche il resto del cast: strepitosa Janet McTeer (avesse avuto maggior spazio!), impeccabile Brendan Gleeson, dolce e intensa Mia Wasikowska, efficace Aaron Johnson nel ruolo di ragazzo ambiguo e segnato da un’infanzia fatta di povertà e violenza (ma quale personaggio di questa storia ha avuto un’infanzia felice?).
La colonna sonora di “Albert Nobbs” è di Brian Byrne, autore della musica della canzone “Lay your head down”, il cui testo è stato scritto dalla stessa Glenn Close (anche in veste di sceneggiatrice). La canzone, interpretata da Sinead O’Connor, si può ascoltare durante i titoli di coda ed è sulle note di “Mrs Baker’s Waltz”, più volte ascoltato durante il film, in particolare nei suoi momenti più drammatici.
In fondo, “Albert Nobbs” è un film ben realizzato, ma manca di anima. Era una storia difficile da mettere in scena e la sua natura algida finisce con indurre qualche sbadiglio. Eppure, nonostante il personaggio scelto non fosse propenso a conquistare il pubblico, Glenn Close regala un’interpretazione magistrale, da non perdere anche perché l’attrice era assente dal cinema da troppi anni, impegnata in progetti televisivi.
Nazione: Gran Bretagna, Irlanda
Anno: 2011
Genere: drammatico
Durata: 1h53m
Regia: Rodrigo Garcia
Sceneggiatura: John Banville, Glenn Close, Gabriella Prekop
Fotografia: Michael McDonough
Musiche: Brian Byrne
Cast: Glenn Close, Janet McTeer, Mia Wasikowska, Aaron Johnson, Brendan Gleeson, Antonia Campbell-Hughes, Pauline Collins, Mark Doherty, Maria Doyle Kennedy, Mark Williams, Serena Brabazon, Dolores Mullally, Bonnie McCormack, Phyllida Law, Philip O’Sullivan
Trama
Albert Nobbs è un discreto e introverso maggiordomo, esperto nel suo lavoro dopo tanti anni di servizio nei migliori alberghi della Gran Bretagna. Nobbs nasconde un segreto: è in realtà una donna. Si è travestita da uomo per poter lavorare come cameriere e sopravvivere. Albert è a pochi mesi dal ritirarsi come cameriere perché ha quasi raggiungo la somma necessaria ad aprire l’attività di tabaccaio che tanto desidera.
Recensione
Glenn Close proprio averlo amato tanto il personaggio di Albert Nobbs se dopo averlo interpretato nel 1982 a teatro ha cercato insistentemente per trent’anni di portarlo al cinema. Eppure questo personaggio schivo non si riesce proprio ad amare. Il motivo principale è da addurre alla regia di Rodrigo Garcia, figlio del celebre scrittore Gabriel Garcia Marquez, bravo senz’altro, ma freddo nell’esposizione di un uomo/donna la cui vita è una serie di episodi drammatici. Si può amarlo per commiserazione? Impossibile, perché non è sentimento tale da creare empatia in un contesto così tremendamente tragico. Inoltre, anche la vita delle persone che ruotano attorno al protagonista non è felice: i camerieri sono vittime dell’attaccamento a un lavoro umile, necessario a sopravvivere; i clienti degli alberghi odiosi e spocchiosi. Non c’è molto da salvare in questa Dublino di fine ‘800. Neanche la speranza di cambiare la propria condizione di vita riesce a trasformarsi in interesse, perché illogica e troppo insistente. Infine, nella seconda parte, “Albert Nobbs” abbandona l’impianto drammatico per incanalarsi in un sentimentalismo forzato e alcuni colpi di scena che non si inseriscono appieno nel contesto della storia.
“Albert Nobbs” è, tuttavia, un film valido per la ricostruzione storica, per la regia sobria e raffinata, per l’interpretazione di Glenn Close, precisa sia nella gestualità che nella parola (l’ottimo accento irlandese dell’attrice inglese si perde ovviamente nel doppiaggio italiano) e per l’umorismo sottile. Buono anche il resto del cast: strepitosa Janet McTeer (avesse avuto maggior spazio!), impeccabile Brendan Gleeson, dolce e intensa Mia Wasikowska, efficace Aaron Johnson nel ruolo di ragazzo ambiguo e segnato da un’infanzia fatta di povertà e violenza (ma quale personaggio di questa storia ha avuto un’infanzia felice?).
La colonna sonora di “Albert Nobbs” è di Brian Byrne, autore della musica della canzone “Lay your head down”, il cui testo è stato scritto dalla stessa Glenn Close (anche in veste di sceneggiatrice). La canzone, interpretata da Sinead O’Connor, si può ascoltare durante i titoli di coda ed è sulle note di “Mrs Baker’s Waltz”, più volte ascoltato durante il film, in particolare nei suoi momenti più drammatici.
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Voto: 61%
Trailer “Albert Nobbs”
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2 Comments:
Bellissimo blog per essere aggiornati sui film, molto interessante.
Ciao
Grazie Jesino, ognuno esprime le sue passioni. La mia Canon EOS 500D chiede sempre di essere utilizzata un po' di più... leggendo il uo blog imparerò!
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