Titolo originale: The boy in the striped pajamas
Nazione: Gran Bretagna, USA
Anno: 2008
Genere: drammatico
Durata: 1h40m
Regia: Mark Herman
Sceneggiatura: Mark Herman
Fotografia: Benoît Delhomme
Musiche: James Horner
Cast: Asa Butterfield, Vera Farmiga, Zac Mattoon O’Brien, Domonkos Németh, Henry Kingsmill, Cara Horgan, Zsuzsa Holl, Amber Beattie, László Áron, David Thewli, Richard Johnson, Sheila Hancock, Charlie Baker, Iván Verebély, Béla Fesztbaum, Attila Egyed, Rupert Friend, David Hayman
Trama
Bruno è un bambino di otto anni, figlio di un ufficiale nazista che deve lasciare la sua casa di Berlino e gli amici per andare a vivere in una villa in mezzo alla campagna nei pressi di una “fattoria” circondata da recinzione di filo spinato, nella quale si trovano strani “contadini” che indossano un pigiama a strisce: il padre di Bruno è stato promosso ed ha avuto l’incarico di comandare un campo di sterminio. Annoiato perché senza amici, solo nella grande casa, e mosso dalla sua passione per l’esplorazione, Bruno decide di esplorare il giardino posteriore della villa e, disobbedendo alle istruzioni della madre, si avvia verso la “fattoria”. Giunto lì, dietro la recinzione, incontra Shmuel, un bambino della sua età molto esile, vestito con un pigiama a righe. L’amicizia con quel bambino ebreo avrà per Bruno conseguenze importanti sulla sua vita.
Recensione
Tratto dall’omonimo romanzo dell’irlandese John Boyne, “Il bambino con il pigiama a righe” narra una storia di un’improbabile amicizia in un periodo orribile della storia umana, osservato attraverso gli occhi di un bambino, incapace di comprendere episodi così tragici e disumani.
Una storia drammatica sotto le mentite spoglie di fiaba moderna fiabesco che però risente di alcune incongruenze: è indispensabile fare un piccolo sforzo per digerire ad esempio la facilità con la quale Bruno, il bambino tedesco, riesce ad avvicinarsi al recinto del campo di concentramento e come Shmuel, il bambino ebreo, possa ogni giorno allontanarsi dal suo gruppo e rimanere indisturbato a parlare con il suo amichetto e, per giunta, non raccontare nulla di quello che avveniva all’interno del campo.
Il regista inglese Mark Herman sceglie tuttavia di seguire le orme del libro di Boyne e dunque di mantenere tali incongruenze in favore dell’aspetto favolistico puntando sull’amicizia dei due bambini, molto diversi tra loro ma simili nella loro innocenza. Da lodare la capacità di Herman di evitare facili cliché ed esibire una gamma di personaggi reali non imprigionati nei loro ruoli: il comandante sarà infatti oppresso tra i suoi doveri di militare ed i suoi rapporti familiari, in particolare con la moglie, e quest’ultima non riuscità ad accettare la realtà dei fatti cadendo in un abisso terrificante.
Nel cast de “Il bambino con il pigiama a righe” si fa apprezzare Asa Butterfield nei panni di Bruno. Il piccolo attore manifesta emotività ed innocenza già solo attraverso i suoi profondi occhi azzurri. Brutta invece l’interpretazione di Jack Scanlon, nei panni di Shmuel, scialbo ed incapace di trasmettere il dolore e l’angoscia di un bambino oppresso dall’orrore dei campi di concentramento. Fiacche anche le prove di Amber Beatti (Gretel, sorella di Bruno) e di David Thewlis, nei panni del padre. Entusiasmante invece Vera Farmiga, agevolata da un personaggio che offriva molte opportunità interpretative, passando dalla serenità della sua vita familiare all’orrenda consapevolezza delle reali attività del marito.
La qualità della fotografia di Benoît Delhomme può essere sintetizzata in una delle scene che vede di fronte i due bambini: Bruno, pulito e ben vestito, è in piedi carico di energia proveniente dalla sua allegria e dal suo desiderio di avventura, mentre Shmuel, sporco e con i capelli rasati a zero, indossa il curioso “pigiama a righe” è seduto perché stanco, triste e sofferente. Tra i due bambini un recinto di filo spinato che ostacola la loro voglia di amicizia ricalcando le loro vite così differenti.
“Il bambino con il pigiama a righe”, prodotto dalla Walt Disney, è un film che si rivolge ad un pubblico di bambini (in presenza dei genitori), che pur mostrando alcune contraddizioni troppo evidenti da poter essere trascurate, risulta coinvolgente e commovente, in particolar modo nel suo audace ed terrificante finale.
Voto: 72%
Nazione: Gran Bretagna, USA
Anno: 2008
Genere: drammatico
Durata: 1h40m
Regia: Mark Herman
Sceneggiatura: Mark Herman
Fotografia: Benoît Delhomme
Musiche: James Horner
Cast: Asa Butterfield, Vera Farmiga, Zac Mattoon O’Brien, Domonkos Németh, Henry Kingsmill, Cara Horgan, Zsuzsa Holl, Amber Beattie, László Áron, David Thewli, Richard Johnson, Sheila Hancock, Charlie Baker, Iván Verebély, Béla Fesztbaum, Attila Egyed, Rupert Friend, David Hayman
Trama
Bruno è un bambino di otto anni, figlio di un ufficiale nazista che deve lasciare la sua casa di Berlino e gli amici per andare a vivere in una villa in mezzo alla campagna nei pressi di una “fattoria” circondata da recinzione di filo spinato, nella quale si trovano strani “contadini” che indossano un pigiama a strisce: il padre di Bruno è stato promosso ed ha avuto l’incarico di comandare un campo di sterminio. Annoiato perché senza amici, solo nella grande casa, e mosso dalla sua passione per l’esplorazione, Bruno decide di esplorare il giardino posteriore della villa e, disobbedendo alle istruzioni della madre, si avvia verso la “fattoria”. Giunto lì, dietro la recinzione, incontra Shmuel, un bambino della sua età molto esile, vestito con un pigiama a righe. L’amicizia con quel bambino ebreo avrà per Bruno conseguenze importanti sulla sua vita.
Recensione
Tratto dall’omonimo romanzo dell’irlandese John Boyne, “Il bambino con il pigiama a righe” narra una storia di un’improbabile amicizia in un periodo orribile della storia umana, osservato attraverso gli occhi di un bambino, incapace di comprendere episodi così tragici e disumani.
Una storia drammatica sotto le mentite spoglie di fiaba moderna fiabesco che però risente di alcune incongruenze: è indispensabile fare un piccolo sforzo per digerire ad esempio la facilità con la quale Bruno, il bambino tedesco, riesce ad avvicinarsi al recinto del campo di concentramento e come Shmuel, il bambino ebreo, possa ogni giorno allontanarsi dal suo gruppo e rimanere indisturbato a parlare con il suo amichetto e, per giunta, non raccontare nulla di quello che avveniva all’interno del campo.
Il regista inglese Mark Herman sceglie tuttavia di seguire le orme del libro di Boyne e dunque di mantenere tali incongruenze in favore dell’aspetto favolistico puntando sull’amicizia dei due bambini, molto diversi tra loro ma simili nella loro innocenza. Da lodare la capacità di Herman di evitare facili cliché ed esibire una gamma di personaggi reali non imprigionati nei loro ruoli: il comandante sarà infatti oppresso tra i suoi doveri di militare ed i suoi rapporti familiari, in particolare con la moglie, e quest’ultima non riuscità ad accettare la realtà dei fatti cadendo in un abisso terrificante.
Nel cast de “Il bambino con il pigiama a righe” si fa apprezzare Asa Butterfield nei panni di Bruno. Il piccolo attore manifesta emotività ed innocenza già solo attraverso i suoi profondi occhi azzurri. Brutta invece l’interpretazione di Jack Scanlon, nei panni di Shmuel, scialbo ed incapace di trasmettere il dolore e l’angoscia di un bambino oppresso dall’orrore dei campi di concentramento. Fiacche anche le prove di Amber Beatti (Gretel, sorella di Bruno) e di David Thewlis, nei panni del padre. Entusiasmante invece Vera Farmiga, agevolata da un personaggio che offriva molte opportunità interpretative, passando dalla serenità della sua vita familiare all’orrenda consapevolezza delle reali attività del marito.
La qualità della fotografia di Benoît Delhomme può essere sintetizzata in una delle scene che vede di fronte i due bambini: Bruno, pulito e ben vestito, è in piedi carico di energia proveniente dalla sua allegria e dal suo desiderio di avventura, mentre Shmuel, sporco e con i capelli rasati a zero, indossa il curioso “pigiama a righe” è seduto perché stanco, triste e sofferente. Tra i due bambini un recinto di filo spinato che ostacola la loro voglia di amicizia ricalcando le loro vite così differenti.
“Il bambino con il pigiama a righe”, prodotto dalla Walt Disney, è un film che si rivolge ad un pubblico di bambini (in presenza dei genitori), che pur mostrando alcune contraddizioni troppo evidenti da poter essere trascurate, risulta coinvolgente e commovente, in particolar modo nel suo audace ed terrificante finale.
Voto: 72%
Trailer “Il bambino con il pigiama a righe”
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11 Comments:
Ti auguro un Buon 2009
Ciao
>Grazie per la visita al blog!
Ora sono certa che varrà la pena andare a vederlo, un meraviglioso 2009!
Vai su Crazy Gollum hai riceto un premio!
Anch'io volevo andare a vedere questo film. Grazie per la recensione.
Baci e buona fine di questo 2008!
Buon 2009 da Pupottina, rapita dalle feste...
Un augurio di buon fine anno ed un gran 2009!!!
Grazie, ti auguro un buon 2009 anche a te... :)
Ho visto questa sera “Il bambino con il pigiama a righe” e devo ammettere che mi ha commosso lasciandomi un senso di amaro in bocca per fatti così tragici accaduti realmente meno di 100 anni fa.
Giulio(Roma)
grazie per avermelo segnalato mi era sfuggito. cmq pienamente daccordo con te. a presto!
IO L'HO VISTO AL CINEMA è BELLO MA TRISTE!!!
BY
FENA97
"Il bambino con il pigiama a righe" è in onda giovedì 3 febbraio su Canale 5.
DA VEDERE!
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