Titolo originale: id.
Nazione: Germania, USA
Anno: 2005
Genere: azione
Durata: 1h53m
Regia: Florent Emilio Siri
Sceneggiatura: Doug Richardson
Fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci
Musiche: Alexandre Desplat
Cast: Bruce Willis, Kevin Pollak, Jimmy Bennet, Michelle Horn, Ben Foster, Jonathan Tucker, Marshall Allman, Serena Scott Thomas, Rumer Willis, Kim Coates, Robert Kneeper, Tina Lifford, Ransford Doherty
Trama
Jeff Talley è un negoziatore, un poliziotto specializzato nel salvare ostaggi in situazioni critiche. Durante un’operazione prende una decisione sbagliata e l’ostaggio, un bambino, viene ucciso. Segnato dai sensi di colpa, si trasferisce a Bristo Camino. Ma anche in questa una tranquilla cittadina di provincia avviene un nuovo tragico episodio criminale: un’intera famiglia viene rapita nella propria casa da un gruppo di tre ragazzi. Ma non è l’unico crimine che Jeff dovrà risolvere, ma in questo caso sarà qualcosa di molto personale.
Recensione
Basta leggere la trama per accorgersi subito della sua mancanza di originalità: Jeff Talley, un negoziatore capace di risolvere ogni tipo di crisi durante uno dei suoi eroici interventi commette un errore, ci scappa il morto, per giunta un bambino, e, pieno di sensi di colpa, punisce se stesso fino al termine dei suoi giorni andando in esilio nella cittadina di Bristo Camino, nel posto più pacifico d’America, dove il tasso di criminalità è pari a zero, lavorando come della polizia. Il posto perfetto per trovarsi il più lontano possibile dall’azione, tra scrivanie e scaffali di una tranquilla stazione di polizia. Ma anche a Bristo Camino (guarda il caso) il crimine lo raggiunge, concedendogli l’occasione per riscattarsi e tornare ad essere un eroe. “Hostage” è il primo film americano di Florent Siri, regista francese allievo di Eric Rohmer (dal quale non sembra aver imparato nulla) dopo aver conseguito un po’ di notorietà con “Nido di vespe”, singolare, ma per nulla straordinario film d’assedio nel quale figurava Valerio Mastrandrea. Tra atmosfere molto simili al suo precedente film, Siri pone al centro della scena una edificio, nel quale si svolgono la maggior parte degli avvenimenti. L’edificio è una casa tecnologica, dal design raffinato, che con il precipitare degli eventi diviene una scacchiera complessa e piena di insidie, una trappola pericolosa sia per i “buoni” che per i “cattivi”. Bruce Willis è in “Hostage” è vero re del set, in una parte cucitagli addosso: gigioneggia, si diverte a fare sia il duro, adattandosi anche al personaggio svigorito dai sensi di colpa. Peccato che la sua psicologia, come quella degli altri personaggi siano state poco o male approfondite da Siri ed in alcuni casi assumano risvolti troppo audaci ed esagerati. Pur mostrando una sceneggiatura con diverse falle ed alcune situazioni approssimative, “Hostage” non è una pellicola scadente, perché tiene saldo l’interesse dello spettatore amante dei film d’azione per tutta la sua durata: eccessivamente cruento, non risparmia violenza, in un crescendo di situazioni coinvolgenti. Il finale sembra attinto dallo scatolone dei luoghi comuni degli action movies, davvero terribile.
Voto: 62%
Nazione: Germania, USA
Anno: 2005
Genere: azione
Durata: 1h53m
Regia: Florent Emilio Siri
Sceneggiatura: Doug Richardson
Fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci
Musiche: Alexandre Desplat
Cast: Bruce Willis, Kevin Pollak, Jimmy Bennet, Michelle Horn, Ben Foster, Jonathan Tucker, Marshall Allman, Serena Scott Thomas, Rumer Willis, Kim Coates, Robert Kneeper, Tina Lifford, Ransford Doherty
Trama
Jeff Talley è un negoziatore, un poliziotto specializzato nel salvare ostaggi in situazioni critiche. Durante un’operazione prende una decisione sbagliata e l’ostaggio, un bambino, viene ucciso. Segnato dai sensi di colpa, si trasferisce a Bristo Camino. Ma anche in questa una tranquilla cittadina di provincia avviene un nuovo tragico episodio criminale: un’intera famiglia viene rapita nella propria casa da un gruppo di tre ragazzi. Ma non è l’unico crimine che Jeff dovrà risolvere, ma in questo caso sarà qualcosa di molto personale.
Recensione
Basta leggere la trama per accorgersi subito della sua mancanza di originalità: Jeff Talley, un negoziatore capace di risolvere ogni tipo di crisi durante uno dei suoi eroici interventi commette un errore, ci scappa il morto, per giunta un bambino, e, pieno di sensi di colpa, punisce se stesso fino al termine dei suoi giorni andando in esilio nella cittadina di Bristo Camino, nel posto più pacifico d’America, dove il tasso di criminalità è pari a zero, lavorando come della polizia. Il posto perfetto per trovarsi il più lontano possibile dall’azione, tra scrivanie e scaffali di una tranquilla stazione di polizia. Ma anche a Bristo Camino (guarda il caso) il crimine lo raggiunge, concedendogli l’occasione per riscattarsi e tornare ad essere un eroe. “Hostage” è il primo film americano di Florent Siri, regista francese allievo di Eric Rohmer (dal quale non sembra aver imparato nulla) dopo aver conseguito un po’ di notorietà con “Nido di vespe”, singolare, ma per nulla straordinario film d’assedio nel quale figurava Valerio Mastrandrea. Tra atmosfere molto simili al suo precedente film, Siri pone al centro della scena una edificio, nel quale si svolgono la maggior parte degli avvenimenti. L’edificio è una casa tecnologica, dal design raffinato, che con il precipitare degli eventi diviene una scacchiera complessa e piena di insidie, una trappola pericolosa sia per i “buoni” che per i “cattivi”. Bruce Willis è in “Hostage” è vero re del set, in una parte cucitagli addosso: gigioneggia, si diverte a fare sia il duro, adattandosi anche al personaggio svigorito dai sensi di colpa. Peccato che la sua psicologia, come quella degli altri personaggi siano state poco o male approfondite da Siri ed in alcuni casi assumano risvolti troppo audaci ed esagerati. Pur mostrando una sceneggiatura con diverse falle ed alcune situazioni approssimative, “Hostage” non è una pellicola scadente, perché tiene saldo l’interesse dello spettatore amante dei film d’azione per tutta la sua durata: eccessivamente cruento, non risparmia violenza, in un crescendo di situazioni coinvolgenti. Il finale sembra attinto dallo scatolone dei luoghi comuni degli action movies, davvero terribile.
Voto: 62%
2 Comments:
a me è piaciuto un sacco!
D'accordo sul voto: Hostage è un film d'azione più che sufficiente, piacevole, anche se in alcuni punti un po' arruftato!
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