Titolo originale: id.
Nazione: Brasile, Chile
Anno: 2008
Genere: drammatico
Durata: 1h38m
Regia: Pablo Larrain
Sceneggiatura: Alfredo Castro, Mateo Iribarren, Pablo Larrain
Fotografia: Sergio Armstrong
Musiche: Miguel Hormazabal
Cast: Alfredo Castro, Paola Lattus, Hector Morales, Amparo Noguera, Elsa Poblete
Trama
Santiago del Cile, 1979. In un Paese lacerato dalla dittatura di Pinochet, Raul Peralta è un fan accanito di Tony Manero, il personaggio interpretato da John travolta nel film “La febbre del sabato sera”. Per cercare di somigliargli il più possibile, organizza spettacoli di danza, imitandone look e movenze. Quando in TV, un famoso programma indice un concorso per trovare il sosia di Tony Manero, Raul non si fermerà davanti a nulla per raggiungere il suo sogno. Intanto, intorno a lui, i suoi amici vengono perseguitati e oppressi dalla polizia segreta del regime cileno.
Recensione
Mentre il Cile si trova nel periodo più buio della dittatura di Pinochet al cinema impazza il film “La febbre del sabato sera” con John Travolta nei panni di Tony Manero, il re delle discoteche. Raul Peralta, è un uomo di 52 anni ossessionato, come molti in quel periodo, da Tony Manero e dal film che ogni giorno rivede in una sala di Santiago, ripetendo le battute e le espressioni del suo idolo. Raul ha come unico scopo nelle sue squallide giornate quello di vincere il concorso ed essere il Tony Manero cileno. Il regista Pablo Larrain racconta la storia di un perdente, illustrata con una minuziosità talvolta opprimente, con la mdp che lascia per un attimo Raul, obbligando lo spettatore a seguire senza respiro i deliri di un folle. Larrain pone l’attenzione sulla solitudine e lo squilibrio mentale di Raul ed il suo sfrenato feticismo nei confronti di Tony Manero nello scenario della dittatura di Pinochet. Un uomo solo, freddo nei rapporti umani, limitati ad un ragazzo ed a tre donne innamorate della sua cattiveria, indifferente alla situazione politica e sociale cilena. Episodi riportati con estremo realismo, con dettagli che ben lasciano intendere l’assenza di umanità di un personaggio consumato nel suo folle narcisismo e che tocca l’apice durante la deprimente scena di sesso, al limite dell’hard. Per descrivere la morbosità ed instabilità mentale di Raul, Larrain non si cura affatto della mdp, lasciandola a volte in balìa di movimenti eccessivi e fotogrammi fuori fuoco. La fotografia è buia e sudicia, in perfetta simbiosi con gli squallidi luoghi (si notano le strade quasi sempre deserte) ed i personaggi femminili che, spogliati dei vestiti, sconcertano per la loro flaccidità e mancanza di sensualità. In un cast perfetto è Alfredo Castro ad impressionare, nei panni anche di co-sceneggiatore si cuce addosso il personaggio di Raul, offrendo un’interpretazione meravigliosa, fatta di silenzi profondi e di gestualità compiacenti, uno strano mix tra Al Pacino e Toni Servillo.
“Tony Manero” è un film duro, senza alcun barlume di speranza, lontano dalle luci delle discoteche de “La febbre del sabato sera”. Un affresco gelido e bizzarro di uomo e in una nazione sull’orlo di un baratro, brutalizzato dalla dittatura. Malato di televisione, spesso unica illusoria ragione di sopravvivenza.
Voto: 70%
Nazione: Brasile, Chile
Anno: 2008
Genere: drammatico
Durata: 1h38m
Regia: Pablo Larrain
Sceneggiatura: Alfredo Castro, Mateo Iribarren, Pablo Larrain
Fotografia: Sergio Armstrong
Musiche: Miguel Hormazabal
Cast: Alfredo Castro, Paola Lattus, Hector Morales, Amparo Noguera, Elsa Poblete
Trama
Santiago del Cile, 1979. In un Paese lacerato dalla dittatura di Pinochet, Raul Peralta è un fan accanito di Tony Manero, il personaggio interpretato da John travolta nel film “La febbre del sabato sera”. Per cercare di somigliargli il più possibile, organizza spettacoli di danza, imitandone look e movenze. Quando in TV, un famoso programma indice un concorso per trovare il sosia di Tony Manero, Raul non si fermerà davanti a nulla per raggiungere il suo sogno. Intanto, intorno a lui, i suoi amici vengono perseguitati e oppressi dalla polizia segreta del regime cileno.
Recensione
Mentre il Cile si trova nel periodo più buio della dittatura di Pinochet al cinema impazza il film “La febbre del sabato sera” con John Travolta nei panni di Tony Manero, il re delle discoteche. Raul Peralta, è un uomo di 52 anni ossessionato, come molti in quel periodo, da Tony Manero e dal film che ogni giorno rivede in una sala di Santiago, ripetendo le battute e le espressioni del suo idolo. Raul ha come unico scopo nelle sue squallide giornate quello di vincere il concorso ed essere il Tony Manero cileno. Il regista Pablo Larrain racconta la storia di un perdente, illustrata con una minuziosità talvolta opprimente, con la mdp che lascia per un attimo Raul, obbligando lo spettatore a seguire senza respiro i deliri di un folle. Larrain pone l’attenzione sulla solitudine e lo squilibrio mentale di Raul ed il suo sfrenato feticismo nei confronti di Tony Manero nello scenario della dittatura di Pinochet. Un uomo solo, freddo nei rapporti umani, limitati ad un ragazzo ed a tre donne innamorate della sua cattiveria, indifferente alla situazione politica e sociale cilena. Episodi riportati con estremo realismo, con dettagli che ben lasciano intendere l’assenza di umanità di un personaggio consumato nel suo folle narcisismo e che tocca l’apice durante la deprimente scena di sesso, al limite dell’hard. Per descrivere la morbosità ed instabilità mentale di Raul, Larrain non si cura affatto della mdp, lasciandola a volte in balìa di movimenti eccessivi e fotogrammi fuori fuoco. La fotografia è buia e sudicia, in perfetta simbiosi con gli squallidi luoghi (si notano le strade quasi sempre deserte) ed i personaggi femminili che, spogliati dei vestiti, sconcertano per la loro flaccidità e mancanza di sensualità. In un cast perfetto è Alfredo Castro ad impressionare, nei panni anche di co-sceneggiatore si cuce addosso il personaggio di Raul, offrendo un’interpretazione meravigliosa, fatta di silenzi profondi e di gestualità compiacenti, uno strano mix tra Al Pacino e Toni Servillo.
“Tony Manero” è un film duro, senza alcun barlume di speranza, lontano dalle luci delle discoteche de “La febbre del sabato sera”. Un affresco gelido e bizzarro di uomo e in una nazione sull’orlo di un baratro, brutalizzato dalla dittatura. Malato di televisione, spesso unica illusoria ragione di sopravvivenza.
Voto: 70%
Trailer “Tony Manero”
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6 Comments:
non avrei immaginato un voto così alto... allora potrebbe essere promettente!
buon mercoledì
Tony Manero è un'ottimo film (ha vinto anche il Festival di Torino 2008), restando comunque un film difficile da vedere... lento, crudo e talmente reale da apparire indigesto.
Ciao!
sono passata nel tuo blog.....interessanti le recensioni dei film e le info per i viaggi.
Buona serata
Tony Manero è un film lento, lento, lento, lento, troppo difficile da seguire!
Gustavv
Splendido. Difficile, ma splendido!
Il protagonista interpreta un personaggio crudele.
Consiglio anche io Tony Manero!!!
Interessante recensione e link a BOl, non sapevo fosse in arrivo il DVD (anche se non mi accettano PayPAl questi invorniti, mannaggia). Non lo ho potuto vedere al cinema ed ho alte aspettative visti i commenti: uno dei miei film preferiti è 'Naked' di Mike Leigh
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