Francesco Rutelli, in qualità di presidente del CoPaSir (Comitato parlamentare per la sicurezza), ha proposto al ministro degli Esteri Franco Frattini che quei turisti che si dovessero avventurare in zone ritenute a rischio in caso di eventuali disavventure dovranno risarcire lo Stato per le spese sostenute per soccorrerli, riscatti compresi. Reazioni positive da parte del ministro e dei maggiori responsabili delle associazioni turistiche. Pertanto il 28 gennaio si discuterà per una proposta di legge in merito.
I viaggiatori possono già adesso trovare informazioni sui paesi a rischio sul sito “Viaggiare sicuri”. Per migliorare l’informazione al pubblico, verrà proposto che su tutti portali di turismo, siti di agenzie di viaggio e tour operator dovrà essere inserito un link al suddetto sito.
Tale legge non verrà applicata nel caso di funzionari di organizzazioni internazionali, di giornalisti, di religiosi, di dipendenti di aziende che lavorano in zone a rischio e di membri di ONG che operino in base a progetti nazionali, comunitari o internazionali.
Si studierà anche la creazione di un fondo per le spese in situazioni straordinarie, come il recente rimpatrio con un ponte aereo di 1200 connazionali bloccati all'aeroporto di Bangkok e in Thailandia. Tale ipotesi però andrà valutata insieme agli operatori turistici perché i fondi saranno raccolti attraverso una maggiorazione delle tasse di imbarco, anche se è stata già bocciata dal presidente Fiavet (Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo), Giuseppe Cassarà in quanto sarebbe un’ulteriore imposta che graverà sugli operatori e di conseguenza sui consumatori.
I viaggiatori possono già adesso trovare informazioni sui paesi a rischio sul sito “Viaggiare sicuri”. Per migliorare l’informazione al pubblico, verrà proposto che su tutti portali di turismo, siti di agenzie di viaggio e tour operator dovrà essere inserito un link al suddetto sito.
Tale legge non verrà applicata nel caso di funzionari di organizzazioni internazionali, di giornalisti, di religiosi, di dipendenti di aziende che lavorano in zone a rischio e di membri di ONG che operino in base a progetti nazionali, comunitari o internazionali.
Si studierà anche la creazione di un fondo per le spese in situazioni straordinarie, come il recente rimpatrio con un ponte aereo di 1200 connazionali bloccati all'aeroporto di Bangkok e in Thailandia. Tale ipotesi però andrà valutata insieme agli operatori turistici perché i fondi saranno raccolti attraverso una maggiorazione delle tasse di imbarco, anche se è stata già bocciata dal presidente Fiavet (Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo), Giuseppe Cassarà in quanto sarebbe un’ulteriore imposta che graverà sugli operatori e di conseguenza sui consumatori.
3 Comments:
Sono in linea di massima d'accordo con il ministro proponente, in effetti per gli stati a rischio è più giusto evitare che vengano organizzati viaggi di piacere, che si rivelano poi delle trappole costose.
La proposta non mi pare senza senso, anzi, a prescindere da chi l'ha fatta mi pare da sottoscrivere in pieno. Naturalmente già si sentono i primi dissensi da chi lavora in questo campo ma, se ci pensa bene, perchè lo stato e quindi la collettività deve accollarsi le spese per il rimpatrio, giusto per carità, di turisti che fanno viaggi in territori a rischio?.
Bisognerebbe analizzare con accuratezza quali siano i criteri per dichiarare uno stato a rischio, in questo modo, per risparmiare soldi, potrebbero arrivare a dire di non andare in Spagna a causa dell'ETA...
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