Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2006
Genere: horror
Durata: 2h07m
Regia: Christophe Gans
Sceneggiatura: Roger Avary
Fotografia: Dan Laustsen
Musiche: Jeff Danna, Akira Yamaoka
Cast: Radha Mitchell, Jodelle Ferland, Laurie Holden, Sean Bean, Deborah Kara Unger, Tanya Allen, Kim Coates, Hannah Fleming, Alice Kriege, Colleen Williams, Ron Gabriel, Nicky Guadagni, Amanda Hiebert, Eve Crawford, Maxine Dumont
Trama
Rose e Christopher hanno adottato da tempo Sharon, una bambina affetta da una malattia. Inoltre Sharon durante i suoi momenti di sonnambulismo pronuncia il nome “Silent Hill”, una sperduta e sconosciuta cittadina. Rose è convinta che l’origine del male della bambina si trovi in quella cittadina, ma il marito è convinto che sia sufficiente la cura psichiatrica cui è sottoposta. Allora Rose, di nascosto da Christopher, si mette in viaggio per raggiungere Silent Hill. Nei pressi della cittadina però, Rose intravede una figura in mezzo alla strada e per evitarla perde il controllo dell’auto ed ha un incidente. La donna sviene ed al suo risveglio si accorge che Sharon è scomparsa e inizia a cercarla per le strade della tetra Silent Hill. Dal cielo, un'interminabile nevicata di cenere la accompagna durante i suoi pellegrinaggi per la città.
Recensione
“Silent Hill” è uno dei tanti esempi del connubio instaurato tra cinema e videogiochi. Se molto tempo fa era il cinema ad essere ispirazione di videogames, la tendenza inversa sta ormai prendendo sempre più piede. Tratto dall’omonimo videogame della Konami, “Silent Hill” recupera le atmosfere lugubri ed inquietanti, risultando già dai primi fotogrammi un ottimo adattamento cinematografico. Merito sicuramente della presenza tra i produttori esecutivi di Akira Yamaoka, ideatore del videogame. Yamaoka ha contribuito anche alla creazione delle musiche originali, un valore aggiunto per riprodurre quel clima onirico ed coinvolgente che ha emozionato migliaia di videogiocatori. Alla regia c’è Christophe Gans, autore di “Crying Freeman” ed “Il patto dei lupi”. Il regista francese realizza ogni inquadratura facendo molta attenzione alla provenienza videoludica del film: le strade ed i vicoli, le creature infernali, gli edifici ed il loro interni sono riprodotti in maniera perfetta, al punto che chi conosce ed ha passato un po’ di tempo per risolvere il videogame avverirà senza dubbio una sorta di déjà vu. Ad una forma così ben fatta, per fortuna corrisponde un contenuto all’altezza e c’era da aspettarselo in quanto la sceneggiatura è opera di Roger Avary, una delle menti più geniali del cinema d’oltreoceano, autore di film come “Pulp fiction”, “Killing Zoe” e “Le regole dell’attrazione”, insomma uno che ha studiato nella scuola di Quentin Tarantino. Avary riesce nell’impresa di non ridicolizzare “Silent Hill” videogame e di plasmare la sceneggiatura al contesto cinematografico. “Silent Hill” diviene così un film tetro ma onirico con personaggi non soltanto rispettati ma addirittura arricchiti di elementi psicologici difficili da riprodurre in un videogame. Di conseguenza, anche lo spettatore non al corrente dell’esistenza del videogame si scoprirà coinvolto nella serie di episodi oscuri ed terrificanti vissuti dalla protagonista. Al riguardo, la scelta di sostituire il protagonista maschile con una donna è elogiabile sia per il maggior senso di vulnerabilità del gentil sesso in contesti horror, sia per il forte legame che solo tra una madre ed un figlio può istaurarsi ed è dunque molto più tangibile la fermezza nel volerla ritrovare. Da elogiare l’attrice Radha Mitchell capace di trasmettere la sua fragilità che di fronte ai terribili eventi si trasforma in determinatezza e coraggio al pensiero della figlia scomparsa. Cybil, la poliziotta, è invece interpretata da Laurie Holden, temeraria e ben agguerrita. In un film che esalta la presenza femminile, passa in secondo piano l’interpretazione di Sean Bean, che offre comunque personalità e carattere. Sugli altri personaggi/interpreti è meglio non fare commenti in modo da rovinare il mistero che avvolge la storia.
“Silent Hill” è un film dall’ambientazione surreale e misteriosa, un ottimo adattamento cinematografico (lavoro di sicuro non semplice), con una serie di enigmi che con intelligenza e coerenza man mano vengono chiariti. Pur non potendo gridare al capolavoro, “Silent Hill” è senza dubbio un film da non perdere, in particolar modo, nel caso si provi particolare attrazione per le atmosfere mistery a forti tinte horror già vissute nella saga del videogame.
Voto: 81%
Nazione: USA
Anno: 2006
Genere: horror
Durata: 2h07m
Regia: Christophe Gans
Sceneggiatura: Roger Avary
Fotografia: Dan Laustsen
Musiche: Jeff Danna, Akira Yamaoka
Cast: Radha Mitchell, Jodelle Ferland, Laurie Holden, Sean Bean, Deborah Kara Unger, Tanya Allen, Kim Coates, Hannah Fleming, Alice Kriege, Colleen Williams, Ron Gabriel, Nicky Guadagni, Amanda Hiebert, Eve Crawford, Maxine Dumont
Trama
Rose e Christopher hanno adottato da tempo Sharon, una bambina affetta da una malattia. Inoltre Sharon durante i suoi momenti di sonnambulismo pronuncia il nome “Silent Hill”, una sperduta e sconosciuta cittadina. Rose è convinta che l’origine del male della bambina si trovi in quella cittadina, ma il marito è convinto che sia sufficiente la cura psichiatrica cui è sottoposta. Allora Rose, di nascosto da Christopher, si mette in viaggio per raggiungere Silent Hill. Nei pressi della cittadina però, Rose intravede una figura in mezzo alla strada e per evitarla perde il controllo dell’auto ed ha un incidente. La donna sviene ed al suo risveglio si accorge che Sharon è scomparsa e inizia a cercarla per le strade della tetra Silent Hill. Dal cielo, un'interminabile nevicata di cenere la accompagna durante i suoi pellegrinaggi per la città.
Recensione
“Silent Hill” è uno dei tanti esempi del connubio instaurato tra cinema e videogiochi. Se molto tempo fa era il cinema ad essere ispirazione di videogames, la tendenza inversa sta ormai prendendo sempre più piede. Tratto dall’omonimo videogame della Konami, “Silent Hill” recupera le atmosfere lugubri ed inquietanti, risultando già dai primi fotogrammi un ottimo adattamento cinematografico. Merito sicuramente della presenza tra i produttori esecutivi di Akira Yamaoka, ideatore del videogame. Yamaoka ha contribuito anche alla creazione delle musiche originali, un valore aggiunto per riprodurre quel clima onirico ed coinvolgente che ha emozionato migliaia di videogiocatori. Alla regia c’è Christophe Gans, autore di “Crying Freeman” ed “Il patto dei lupi”. Il regista francese realizza ogni inquadratura facendo molta attenzione alla provenienza videoludica del film: le strade ed i vicoli, le creature infernali, gli edifici ed il loro interni sono riprodotti in maniera perfetta, al punto che chi conosce ed ha passato un po’ di tempo per risolvere il videogame avverirà senza dubbio una sorta di déjà vu. Ad una forma così ben fatta, per fortuna corrisponde un contenuto all’altezza e c’era da aspettarselo in quanto la sceneggiatura è opera di Roger Avary, una delle menti più geniali del cinema d’oltreoceano, autore di film come “Pulp fiction”, “Killing Zoe” e “Le regole dell’attrazione”, insomma uno che ha studiato nella scuola di Quentin Tarantino. Avary riesce nell’impresa di non ridicolizzare “Silent Hill” videogame e di plasmare la sceneggiatura al contesto cinematografico. “Silent Hill” diviene così un film tetro ma onirico con personaggi non soltanto rispettati ma addirittura arricchiti di elementi psicologici difficili da riprodurre in un videogame. Di conseguenza, anche lo spettatore non al corrente dell’esistenza del videogame si scoprirà coinvolto nella serie di episodi oscuri ed terrificanti vissuti dalla protagonista. Al riguardo, la scelta di sostituire il protagonista maschile con una donna è elogiabile sia per il maggior senso di vulnerabilità del gentil sesso in contesti horror, sia per il forte legame che solo tra una madre ed un figlio può istaurarsi ed è dunque molto più tangibile la fermezza nel volerla ritrovare. Da elogiare l’attrice Radha Mitchell capace di trasmettere la sua fragilità che di fronte ai terribili eventi si trasforma in determinatezza e coraggio al pensiero della figlia scomparsa. Cybil, la poliziotta, è invece interpretata da Laurie Holden, temeraria e ben agguerrita. In un film che esalta la presenza femminile, passa in secondo piano l’interpretazione di Sean Bean, che offre comunque personalità e carattere. Sugli altri personaggi/interpreti è meglio non fare commenti in modo da rovinare il mistero che avvolge la storia.
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Voto: 81%
Trailer “Silent Hill”
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8 Comments:
Io non ho mai giocato al videogame, mi piacciono queste atmosfere ma il film va valutato a sé stante perché diretto anche a chi non ha mai sentito parkare del videogame, io per esempio: una noia, monotono e insipido
L'ho visto ieri notte e mi è piaciuto veramente tanto. Non sapevo nulla del videogame. Lo scopro solo ora.
Senza dubbio un film affascinante per le atmosfere e il mistero della storia.
Non ho capito niente della storia. Della conclusione non ne parliamo
Paolo, mi dispiace ma non posso risponderti qui perché chi non ha visto il film perderebbe il mistero che si cela dietro la storia.
Se proprio vuoi qualche spiegazione, mandami una e-mail e ti risponderò.
basta che scrivi spoiler e la gente capisce che non ti deve leggere
Scrivere spoiler non preserva da errori nel leggere inconsapevolmente parti rivelatorie di un film.
Evito in ogni caso di farlo e chiedo cortesemente questa cosa ai visitatori.
Sembra molto interessante. Purtroppo non ancora trovato l'occasione di vederlo.
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