Il sito di viaggi Virtualtourist ha completato un sondaggio tra i suoi visitatori per decretare i 10 edifici più brutti del mondo. Tali edifici, ritenuti spesso dagli addetti ai lavori esempi di architettura d’avanguardia, risultato di menti geniali sempre alla ricerca di soluzioni innovative, in realtà non hanno trovato alcun consenso tra la gente che li considera come opere prive di bellezza e di gusto. Famosi architetti sono autori di opere ritenute vere mostruosità dalle persone comuni. Ed anche l’archistar italiana Renzo Piano fa parte di questa lista nera.
Ryugyong Hotel (Pyongyang, Corea del Nord)
Il Ryugyong Hotel è un grattacielo di Pyongyang, capitale della Corea del Nord. La sua realizzazione, iniziata nel 1987, fu interrotta nel 1992 in primo luogo a causa della mancanza di fondi del committente, lo stato coreano. Furono in realtà diversi i motivi che portarono alla chiusura dei lavoro: inosservanza delle più banali norme di sicurezza (materiali di scarsa qualità) e grossolani errori di progettazione (dopo aver completato la struttura, i progettisti si accorsero che i pozzi lungo i quali dovevano scorrere gli ascensori erano troppo stretti). Dunque il Ryugyong Hotel rimase per lunghi anni incompleto, un mostro di cemento dalla strana forma piramidale e talmente alto (330 m.) da dominare ignobilmente lo skyline della capitale coreana. Le oltre tremila stanze e i cinque ristoranti rimasero senza finestre e gli impianti incompleti, soggetti all’incuria ed alle intemperie. Nell’aprile 2008 sono inaspettatamente ripresi i lavori che si spera abbiano presto fine. Una soluzione che però non scioglierà le numerose critiche intorno a questa struttura, in quanto non è neanche facile comprendere i motivi della sua realizzazione, un albergo che può contenere oltre 5000 persone in una città che non certo è elencata dalle guide di viaggio come una città da visitare assolutamente. Unica struttura presente nella lista dei peggiori edifici del mondo del 2008, Ryugyong Hotel ha fatto parlare di sé in maniera negativa in molte occasioni e la rivista americana Esquire l’ha definito tempo fa il più brutto edificio nella storia della umanità.
Morris A. Mechanic Theatre (Baltimora, USA)
naugurato nel 1967, il Morris A. Mechanic Theatre fu progettato dall’architetto John M. Johansen con l’idea di creare un punto di riferimento per le rassegne teatrali della città di Baltimora. L’edificio è considerato un esempio di brutalismo architettonico, un nuovo modo di concepire l’architettura introdotto nel 1954 con Le Corbusier. Particolarità di movimento architettonico era la volontà di palesare i gli elementi costituenti gli edifici: tubature, impianti elettrici e così via. Inoltre le forme grezze fanno risaltare la struttura ed il cemento a vista completa lo scenario di apparente povertà estetica. L’edificio rimase chiuso per ben trent’anni per passare di mano più volte. L’ultimo acquirente, nel 2005, è stato lo “One West Baltimore Associates Street”, intenzionato a trasformare la struttura in un centro ad uso misto comprendente attività commerciali, uffici, residenze private ed un albergo.
Centro Georges Pompidou (Parigi, Francia)
Nel 1969 il presidente francese Georges Pompidou decise creare nel cuore di Parigi un importante centro culturare con musei d’arte, biblioteche e mediateche. Fu indetto un concorso internazionale ed il progetto vincitore tra gli oltre 600 in gara fu quello degli architetti Renzo Piano (allora semisconosciuto) e Richard Rogers, con il contributo di un terzo architetto, Gianfranco Franchini. Dopo cinque anni di lavori, il Beaubourg, il vero nome dell’edificio, fu inaugurato nel 1977. Il complesso ospita tuttora ogni tipo di attività museale, con particolare spazio all’arte moderna, il cui museo occupa gli ultimi tre piani della struttura. Gli altri piani sono attualmente occupati da una biblioteca, un cinema, alcune librerie, ristoranti e centri culturali. Fin dall’inizio Centro Georges Pompidou fu il bersaglio di numerose critiche perché molti consideravano fuori luogo quell’edificio troppo moderno, dal design audace e bizzarro, con gli elementi portanti, le scale mobili, gli ascensori installati all’esterno della struttura. Caratteristici sono i tubi a vista ognuno di colore diverso in base alla funzione da essi svolta: il blu corrisponde all’impianto di climatizzazione, il giallo a quello elettrico, il rosso alla circolazione e il verde al trasporto delle acque.
Žižkov Television Tower (Praga, Repubblica Ceca)
Progettata tra il 1985 e il 1992 dall’architetto e scultore ceco David Černý, la Žižkov Television Tower è alta 216 m. e rappresenta l’edificio più alto di Praga. Un’opera interessante ma, fin da subito, fortemente discussa. Simile ad un’astronave o ad un missile, con alcune insolite figure infantili che vi si arrampicano, la torre svetta dal quartiere Žižkov e rappresenta per i suoi residenti un pugno nell’occhio, rovinando l’armonia del quartiere storico della città. D’altra parte l’altezza della torre consente una vista panoramica sulla parte storia e più attraente di Praga, in particolare se nel caso di una cena romantica nel ristorante con vista presente nella torre. Per alcuni un illustre esempio di architettura comunista, per altri una costruzione inserita in un contesto sbagliato. Per i visitatori di Virtualtourist si tratta invece di un edificio semplicemente orrendo.
Federation Square (Melbourne, Australia)
La Federation Square è la piazza principale della città di Melbourne ed è il luogo d’incontro di residenti e turisti. Un contesto architettonico piuttosto disordinato che alcuni critici ritengono inutile e privo di significato artistico. In realtà la piazza con i suoi edifici offre ogni genere di intrattenimento: luogo di eventi, concerti e mostre, possibilità di fare shopping nei numerosi negozi, corsi di tai chi, ristoranti e locali dove mangiare e divertirsi. Un trionfo di acciaio, vetro e geometrie surreali, la Federation Square è diventata il cardine della città. Caratteristiche che però non sono state gradite agli invitati al sondaggio che confermano i mugugni di tanti che non riescono ad apprezzarne il senso estetico e funzionale.
Palazzo della Markel Corporation (Richmond, USA)
Se qualcuno si trovasse a passeggiare per le strade di Richmond, in Virginia, potrebbe imbattersi in quello che a prima vista sembrerebbe un’astronave aliena nascosta in modo grossolano della CIA o dall’FBI. Non ci troviamo in un episodio tratto dalla serie X-Files, perché in realtà si tratta del palazzo della Markel Corporation, una società di assicurazioni e di investimenti quotata a Wall Street. Nel 1962 la Market commissionò all’architetto Haigh Jamgochian il progetto della sua sede di Richmond. Dopo tre anni di lavori e continui restringimenti di budget, partorì quello che lo stesso architetto definì “una patata al forno avvolta nella carta stagnola”, idea che gli venne durante una cena tra architetti. In effetti ogni piano dell’edificio è completamente avvolto da una striscia di alluminio, materiale scelto per la presenza nella città Richmond della Reynolds Metals, terza società al mondo per produzione di alluminio. Per estremo gusto artistico, le fasce che circondano i piani sono state deformate a colpi di mazza. Un esempio genialità architettonica degli anni ’60 che oggi risalta nel centro dello shopping della città di Richmond. Risalta ma non esalta.
Beehive (Wellington, Nuova Zelanda)
Il Beehive è il nome comune dell’ala esecutiva del Palazzo del Parlamento della Nuova Zelanda. Situato a Wellington, la sua ideazione è attribuita all’architetto scozzese Sir Basil Spence, che ne abbozzò qualche schizzo durante una cena nel 1964. L’edificio è stato in seguito progettato da Gibson O’Conner, proprietario di un’impresa di costruzione e terminato nel 1979 dal suo socio Noel Gibson. Il Beehive è stato costruito in più fasi tra il 1969 e il 1979, perché durante questo periodo, fu vittima di una serie di disavventure, tra le quali un incendio che distrusse gran parte di quello che era stato costruito. La costruzione è è composta da dieci piani, alta circa 72 m. ed ha quattro piani sotto terra. La parte antistante l’ingresso è decorata con pavimenti in marmo, le mura sono costituite di pannelli di acciaio e il soffitto è in vetro che consente una buona illuminazione durante le giornate di sole. La sua struttura particolare gli ha donato il nomignolo di Beehive (alveare) ma anche numerosi critiche che ne hanno evidenziato le discutibili qualità artistiche.
Sede Petrobras (Rio de Janeiro, Brasile)
La Petrobras è una delle più importanti compagnie petrolifere al mondo, con filiali in 27 nazioni in tutto il mondo. Il design decisamente audace dell’edificio, ubicato a Rio de Janeiro, vuole presumibilmente tradurre l’imponenza e l’autorità della società petrolifera di proprietà dello Stato (ne possiede circa il 30% delle azioni) esprimendo una netto contrasto architetturale tra la pesantezza dei blocchi e la leggerezza e la sottigliezza delle colonne/pilastro che si intervallano ad essi. Tale pesantezza è inoltre mitigata dalla presenza di alcune terrazze e giardini pensili che collegano gli spazi interni ed esterni. Un sistema di brise soleil (frangisole orientabili) accentuano l’eccentricità della sua architettura risolvendo però il problema della corretta esposizione delle facciate alla luce del sole. Quello che sembrerebbe un esempio di architettura estrosa e al tempo stesso funzionale, a molti sembra in realtà un mostro realizzato dalla mano di un bambino che, stanco di giocare, lo ha lasciato incompleto.
Royal Ontario Museum (Toronto, Canada)
Il Royal Ontario Museum, conosciuto come ROM, è il più grande museo del Canada. Fu progettato per rinnovare le gallerie contenute in museo preesistente, ampliandolo con uno spazio espositivo di 100.000 mq che oggi comprende quaranta gallerie d’arte con circa sei milioni di opere in esposizione. Molto curata è la parte relativa alle scienze naturali con un’incredibile collezione di fossili e dinosauri. Situato in uno degli incroci più importanti nel centro di Toronto, il museo è diventato un punto di riferimento per la città. Aperto al pubblico nel 1914, l’edificio ha subito ben tre ampliamenti, nel 1933, nel 1964 e, l’ultimo, nel giugno 2007. Sebbene i suoi elementi architettonici sono creativi ed innovativi nel loro incedere obliquo che spaventa per l’apparente instabilità, è troppo netto e poco appropriato il contrasto con lo splendido palazzo d’epoca che si ispira ad un misto bizantino ed art deco, risultando melting pot artistico discutibile.
Biblioteca Nazionale (Pristina, Kosovo)
Opera dell’architetto croato Andrija Mutnjakoviç ed inaugurata nel 1982, la biblioteca nazionale di Pristina è un edificio composto da cubi disposti in forma piramidale con 99 cupole di vetro, completamente rivestito da una maglia aggrovigliata di metallo. Un esempio di architettura moderna balcanica che custodisce un rilevante patrimonio letterario. L’edificio ha un’origine geometrica, con un impianto planimetrico di forma quadrata che si innalza attraverso una serie ordinata di cubi. Secondo alcuni critici, Mutnjakoviç trasse ispirazione dalle architetture dell’Hammam di Gazi Mehmed Pasha a Prizren o del Patriarcato di Pec, considerazioni basate soprattutto per la presenza delle cupole che ne richiamano lo stile. Difficile dire se si tratti di un’architettura geniale o di un vera e propria oscenità.
Ryugyong Hotel (Pyongyang, Corea del Nord)
Il Ryugyong Hotel è un grattacielo di Pyongyang, capitale della Corea del Nord. La sua realizzazione, iniziata nel 1987, fu interrotta nel 1992 in primo luogo a causa della mancanza di fondi del committente, lo stato coreano. Furono in realtà diversi i motivi che portarono alla chiusura dei lavoro: inosservanza delle più banali norme di sicurezza (materiali di scarsa qualità) e grossolani errori di progettazione (dopo aver completato la struttura, i progettisti si accorsero che i pozzi lungo i quali dovevano scorrere gli ascensori erano troppo stretti). Dunque il Ryugyong Hotel rimase per lunghi anni incompleto, un mostro di cemento dalla strana forma piramidale e talmente alto (330 m.) da dominare ignobilmente lo skyline della capitale coreana. Le oltre tremila stanze e i cinque ristoranti rimasero senza finestre e gli impianti incompleti, soggetti all’incuria ed alle intemperie. Nell’aprile 2008 sono inaspettatamente ripresi i lavori che si spera abbiano presto fine. Una soluzione che però non scioglierà le numerose critiche intorno a questa struttura, in quanto non è neanche facile comprendere i motivi della sua realizzazione, un albergo che può contenere oltre 5000 persone in una città che non certo è elencata dalle guide di viaggio come una città da visitare assolutamente. Unica struttura presente nella lista dei peggiori edifici del mondo del 2008, Ryugyong Hotel ha fatto parlare di sé in maniera negativa in molte occasioni e la rivista americana Esquire l’ha definito tempo fa il più brutto edificio nella storia della umanità.
Morris A. Mechanic Theatre (Baltimora, USA)
naugurato nel 1967, il Morris A. Mechanic Theatre fu progettato dall’architetto John M. Johansen con l’idea di creare un punto di riferimento per le rassegne teatrali della città di Baltimora. L’edificio è considerato un esempio di brutalismo architettonico, un nuovo modo di concepire l’architettura introdotto nel 1954 con Le Corbusier. Particolarità di movimento architettonico era la volontà di palesare i gli elementi costituenti gli edifici: tubature, impianti elettrici e così via. Inoltre le forme grezze fanno risaltare la struttura ed il cemento a vista completa lo scenario di apparente povertà estetica. L’edificio rimase chiuso per ben trent’anni per passare di mano più volte. L’ultimo acquirente, nel 2005, è stato lo “One West Baltimore Associates Street”, intenzionato a trasformare la struttura in un centro ad uso misto comprendente attività commerciali, uffici, residenze private ed un albergo.
Centro Georges Pompidou (Parigi, Francia)
Nel 1969 il presidente francese Georges Pompidou decise creare nel cuore di Parigi un importante centro culturare con musei d’arte, biblioteche e mediateche. Fu indetto un concorso internazionale ed il progetto vincitore tra gli oltre 600 in gara fu quello degli architetti Renzo Piano (allora semisconosciuto) e Richard Rogers, con il contributo di un terzo architetto, Gianfranco Franchini. Dopo cinque anni di lavori, il Beaubourg, il vero nome dell’edificio, fu inaugurato nel 1977. Il complesso ospita tuttora ogni tipo di attività museale, con particolare spazio all’arte moderna, il cui museo occupa gli ultimi tre piani della struttura. Gli altri piani sono attualmente occupati da una biblioteca, un cinema, alcune librerie, ristoranti e centri culturali. Fin dall’inizio Centro Georges Pompidou fu il bersaglio di numerose critiche perché molti consideravano fuori luogo quell’edificio troppo moderno, dal design audace e bizzarro, con gli elementi portanti, le scale mobili, gli ascensori installati all’esterno della struttura. Caratteristici sono i tubi a vista ognuno di colore diverso in base alla funzione da essi svolta: il blu corrisponde all’impianto di climatizzazione, il giallo a quello elettrico, il rosso alla circolazione e il verde al trasporto delle acque.
Žižkov Television Tower (Praga, Repubblica Ceca)
Progettata tra il 1985 e il 1992 dall’architetto e scultore ceco David Černý, la Žižkov Television Tower è alta 216 m. e rappresenta l’edificio più alto di Praga. Un’opera interessante ma, fin da subito, fortemente discussa. Simile ad un’astronave o ad un missile, con alcune insolite figure infantili che vi si arrampicano, la torre svetta dal quartiere Žižkov e rappresenta per i suoi residenti un pugno nell’occhio, rovinando l’armonia del quartiere storico della città. D’altra parte l’altezza della torre consente una vista panoramica sulla parte storia e più attraente di Praga, in particolare se nel caso di una cena romantica nel ristorante con vista presente nella torre. Per alcuni un illustre esempio di architettura comunista, per altri una costruzione inserita in un contesto sbagliato. Per i visitatori di Virtualtourist si tratta invece di un edificio semplicemente orrendo.
Federation Square (Melbourne, Australia)
La Federation Square è la piazza principale della città di Melbourne ed è il luogo d’incontro di residenti e turisti. Un contesto architettonico piuttosto disordinato che alcuni critici ritengono inutile e privo di significato artistico. In realtà la piazza con i suoi edifici offre ogni genere di intrattenimento: luogo di eventi, concerti e mostre, possibilità di fare shopping nei numerosi negozi, corsi di tai chi, ristoranti e locali dove mangiare e divertirsi. Un trionfo di acciaio, vetro e geometrie surreali, la Federation Square è diventata il cardine della città. Caratteristiche che però non sono state gradite agli invitati al sondaggio che confermano i mugugni di tanti che non riescono ad apprezzarne il senso estetico e funzionale.
Palazzo della Markel Corporation (Richmond, USA)
Se qualcuno si trovasse a passeggiare per le strade di Richmond, in Virginia, potrebbe imbattersi in quello che a prima vista sembrerebbe un’astronave aliena nascosta in modo grossolano della CIA o dall’FBI. Non ci troviamo in un episodio tratto dalla serie X-Files, perché in realtà si tratta del palazzo della Markel Corporation, una società di assicurazioni e di investimenti quotata a Wall Street. Nel 1962 la Market commissionò all’architetto Haigh Jamgochian il progetto della sua sede di Richmond. Dopo tre anni di lavori e continui restringimenti di budget, partorì quello che lo stesso architetto definì “una patata al forno avvolta nella carta stagnola”, idea che gli venne durante una cena tra architetti. In effetti ogni piano dell’edificio è completamente avvolto da una striscia di alluminio, materiale scelto per la presenza nella città Richmond della Reynolds Metals, terza società al mondo per produzione di alluminio. Per estremo gusto artistico, le fasce che circondano i piani sono state deformate a colpi di mazza. Un esempio genialità architettonica degli anni ’60 che oggi risalta nel centro dello shopping della città di Richmond. Risalta ma non esalta.
Beehive (Wellington, Nuova Zelanda)
Il Beehive è il nome comune dell’ala esecutiva del Palazzo del Parlamento della Nuova Zelanda. Situato a Wellington, la sua ideazione è attribuita all’architetto scozzese Sir Basil Spence, che ne abbozzò qualche schizzo durante una cena nel 1964. L’edificio è stato in seguito progettato da Gibson O’Conner, proprietario di un’impresa di costruzione e terminato nel 1979 dal suo socio Noel Gibson. Il Beehive è stato costruito in più fasi tra il 1969 e il 1979, perché durante questo periodo, fu vittima di una serie di disavventure, tra le quali un incendio che distrusse gran parte di quello che era stato costruito. La costruzione è è composta da dieci piani, alta circa 72 m. ed ha quattro piani sotto terra. La parte antistante l’ingresso è decorata con pavimenti in marmo, le mura sono costituite di pannelli di acciaio e il soffitto è in vetro che consente una buona illuminazione durante le giornate di sole. La sua struttura particolare gli ha donato il nomignolo di Beehive (alveare) ma anche numerosi critiche che ne hanno evidenziato le discutibili qualità artistiche.
Sede Petrobras (Rio de Janeiro, Brasile)
La Petrobras è una delle più importanti compagnie petrolifere al mondo, con filiali in 27 nazioni in tutto il mondo. Il design decisamente audace dell’edificio, ubicato a Rio de Janeiro, vuole presumibilmente tradurre l’imponenza e l’autorità della società petrolifera di proprietà dello Stato (ne possiede circa il 30% delle azioni) esprimendo una netto contrasto architetturale tra la pesantezza dei blocchi e la leggerezza e la sottigliezza delle colonne/pilastro che si intervallano ad essi. Tale pesantezza è inoltre mitigata dalla presenza di alcune terrazze e giardini pensili che collegano gli spazi interni ed esterni. Un sistema di brise soleil (frangisole orientabili) accentuano l’eccentricità della sua architettura risolvendo però il problema della corretta esposizione delle facciate alla luce del sole. Quello che sembrerebbe un esempio di architettura estrosa e al tempo stesso funzionale, a molti sembra in realtà un mostro realizzato dalla mano di un bambino che, stanco di giocare, lo ha lasciato incompleto.
Royal Ontario Museum (Toronto, Canada)
Il Royal Ontario Museum, conosciuto come ROM, è il più grande museo del Canada. Fu progettato per rinnovare le gallerie contenute in museo preesistente, ampliandolo con uno spazio espositivo di 100.000 mq che oggi comprende quaranta gallerie d’arte con circa sei milioni di opere in esposizione. Molto curata è la parte relativa alle scienze naturali con un’incredibile collezione di fossili e dinosauri. Situato in uno degli incroci più importanti nel centro di Toronto, il museo è diventato un punto di riferimento per la città. Aperto al pubblico nel 1914, l’edificio ha subito ben tre ampliamenti, nel 1933, nel 1964 e, l’ultimo, nel giugno 2007. Sebbene i suoi elementi architettonici sono creativi ed innovativi nel loro incedere obliquo che spaventa per l’apparente instabilità, è troppo netto e poco appropriato il contrasto con lo splendido palazzo d’epoca che si ispira ad un misto bizantino ed art deco, risultando melting pot artistico discutibile.
Biblioteca Nazionale (Pristina, Kosovo)
Opera dell’architetto croato Andrija Mutnjakoviç ed inaugurata nel 1982, la biblioteca nazionale di Pristina è un edificio composto da cubi disposti in forma piramidale con 99 cupole di vetro, completamente rivestito da una maglia aggrovigliata di metallo. Un esempio di architettura moderna balcanica che custodisce un rilevante patrimonio letterario. L’edificio ha un’origine geometrica, con un impianto planimetrico di forma quadrata che si innalza attraverso una serie ordinata di cubi. Secondo alcuni critici, Mutnjakoviç trasse ispirazione dalle architetture dell’Hammam di Gazi Mehmed Pasha a Prizren o del Patriarcato di Pec, considerazioni basate soprattutto per la presenza delle cupole che ne richiamano lo stile. Difficile dire se si tratti di un’architettura geniale o di un vera e propria oscenità.
2 Comments:
decisamente orride...ci vorrebbe un certo senso di misura anche nel definirle opere...
Interessante classifica. Direi che c'è l'imbarazzo della scelta, o meglio: della non scelta.
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