martedì 1 dicembre 2009

(500) GIORNI INSIEME

Locandina (500) giorni insiemeTitolo originale: 500 days of Summer
Nazione: USA
Anno: 2009
Genere: commedia, sentimentale
Durata: 1h35m
Regia: Marc Webb
Sceneggiatura: Michael H. Weber, Scott Neustadter
Fotografia: Eric Steelberg
Musiche: Mychael Danna, Rob Simonsen
Cast: Joseph Gordon-Levitt, Zooey Deschanel, Geoffrey Arend, Chloe Moretz, Clark Gregg, Matthew Gray Gubler, Rachel Boston, Patricia Belcher, Minka Kelly, Darryl Alan Reed, Ian Reed Kesler, Yvette Nicole Brown


Trama
Tom Hansen è un giovane architetto, ma lavora come impiegato scrivendo frasi per biglietti d’auguri. E’ un appassionato la musica pop ed è cresciuto nella convinzione che non sarebbe mai stato felice finché non avesse incontrato la ragazza giusta. Il suo sogno sembra avverarsi un 8 gennaio, quando Sole Finn viene assunta come segretaria del capo dell’azienda in cui lavora. Tom è sicuro che Sole sia la ragazza che ha sempre sognato. Tom se ne innamora immediatamente, ma Sole, libera ed indipendente, non è assolutamente pronta per un legame serio e duraturo, non credendo affatto nell’amore.

Recensione
“(500) giorni insieme” non è una storia d’amore. La voce narrante ci tiene a precisarlo all’inizio del film: “Questa è la storia di un lui e di una lei”. Una storia di un incontro e di quello che da esso può scaturire. Dietro la facciata di semplice commedia sentimentale si nasconde un film scritto e diretto in maniera affascinante, ricco di episodi divertenti, dialoghi brillanti e personaggi adorabili. Il film d’esordio di Marc Webb, regista di pubblicità e videoclip, offre una visione incredibilmente reale sull’universo Amore, così lontana dalle oscenità propinate da uno scrittore (e, poveri noi, regista) come Federico Moccia. La vita vera e le situazioni sentimentali raramente sono tutte “rose e fiori” e la brillante sceneggiatura del duo Weber-Neustadter ne afferra le logiche complicate, le situazioni problematiche ed i momenti emonzionanti.
Purtroppo il titolo italiano non rende giustizia al significato ambiguo dell’originale “500 days of Summer” (letteralmente, “500 giorni d’estate”). Summer, nella versione italiana, diventa Sole (si poteva al massimo tradurlo in “500 giorni di Sole”): una ragazza deliziosa, una fatale ed inconsapevole carnefice d’amore per lo sventurato Tom, un giovane laureato in architettura che per guadagnare riversa tutta la sua creatività nelle frasi dei biglietti d’auguri. Gli episodi della storia tra i due ragazzi vengono narrati senza alcun ordine cronologico, ma attraverso un montaggio che li mostra filtrati dai ricordi di lui. Ognuno di essi è introdotto da una vignetta che precisa il numero del giorno in cui si svolge, rivelandone, attraverso i colori, l’umore del protagonista. Tom richiama alla mente i ricordi di quella storia alla ricerca di qualche indizio, qualche particolare al momento poco considerato che possa fargli capire il perché della sua tragedia sentimentale. Webb, servendosi di mezzi propri della sua esperienza nel mondo dei videoclip e degli spot pubblicitari, mette in mostra tutte le fantasie del ragazzo che quasi mai la dura realtà si offre ad esaudirgli (splendido l’utilizzo dello split screen che mette a confronto le aspettative di Tom per la serata a casa di Sole e l’infelice sviluppo di essa). Nel viaggio tra tutti questi ricordi, contraffatti dall’amore per Sole, ognuno può riconoscere una propria storia, combattuta e tormentata nello scontro tra ragione e sentimento, illusione e realtà: le piacevoli visite ad Ikea, i pic-nic nel parco, i palazzi osservati su dalla panchina di un parco. Momenti quotidiani resi indimenticabili dall’innamoramento si amplificano nel ricordo di una persona che manca ed è impossibile placarli non si ha la possibilità di cambiare i fatti. Lei non c’è più fisicamente, ma nei pensieri continua a ritornare più implacabile di prima. Se Tom è rincretinito ed ossessionato dal pensiero di Sole, la ragione, àncora del mondo reale, trova incarnazione nella saggia Rachel, la sorella più piccola ma più saggia (o forse non ancora aggredita dal virus cupideo): “La prossima volta che pensi a lei, cerca di toglierti quegli occhiali rosa”. Ma Sole lo infonde di quell’insicurezza che lo nutre e lo rovina.
Tutte le esperienze musicali di Webb si ritrovano nella meravigliosa colonna sonora di “(500) giorni insieme” che diviene parte integrante della storia. Galeotta fu, infatti, “There is a light that never goes out” degli Smiths, le cui note zampillavano dall’iPod di Tom quel giorno nell’ascensore con Summer, banale occasione per iniziare a parlare e capire di avere tanto in comune. Così “(500) giorni insieme” diventa un dono gradito per gli appassionati di buona musica: i The Smiths si ricompaiono con “Please, please, please, let me get what I want” (riproposta anche cantata dalla protagonista Zooey Deschanel), i Doves, Simon & Garfunkel, i Belle & Sebastian, Regina Spektor, Carla Bruni Sarkozy con la romantica ed un po’ malinconica “Quequ’un m’a dit”. Webb tuttavia dimostra anche buona conoscenza cinematografica: citazioni, frammenti di cinema d’autore, i protagonisti calati in sequenze esilaranti riprese dai bergmaniani “Il settimo sigillo” e “Persona” o in classici in bianco e nero della Nouvelle Vague, in balletti che sembrano usciti dai musical d’annata, con tanto di uccellino Disney-style. La fotografia di Eric Steelberg coglie l’idea originale di Webb di mostrare una veste insolita di Los Angeles: una città tranquilla, scrutata dagli occhi di un giovane architetto capace di provare emozioni per i suoi palazzi storici e non per quelli patinati e spesso proposti al cinema dalle produzioni hollywoodiane.
Adorabile la coppia di talentuosi protagonisti, Joseph Gordon-Levitt e Zooey Deschanel, così come Chloe Moretz, spigliata e disinvolta nei panni dell’avveduta e spigliata Rachel. Divertenti Geoffrey Arend e Matthew Gray Gubler come amici un po’ sfigati di Tom.
E’ forte la sensazione di trovarsi di fronte ad un piccolo capolavoro, un’idea di cinema originale ed entusiasmante. “(500) giorni insieme” è una commedia romantica che riesce a proporre qualcosa di nuovo in un genere cinematografico che sembrava ormai aver detto tutto. Un film leggero e divertente ma che nasconde profonde riflessioni sull’amore, un film pieno di episodi tragicomici che chiunque, almeno una volta nella vita, ha vissuto e che difficilmente avrà dimenticato.

Voto: 84%


9 Comments:

Anonimo said...

Visto anche 500 giorni insieme in streaming? Peccato per l'audio, però il video è perfetto!!!!11

Cannibal Kid said...

evvai! allora non sono l'unico ad aver amato questo film in italia, dove purtroppo è passato decisamente inosservato, mentre negli usa è diventato un piccolo cult

in ogni caso, stupendo

Anonimo said...

Moccia...brrrr....

D'accordissimo su tutta la linea comunque!!

Ale55andra

ISOLE-GRECHE.com said...

x anonimo:
Ho visto "(500) GIORNI INSIEME" al cinema Greenwich di Roma.

x Marco (Cannibal Kid):
Che assurdità, un film che ha strabiliato al Sundance Festival ed al Festival di Locarno, un cult in America, distribuito in maniera pessima, malgrado sia stata tanta la pubblicità.

x Ale55andra:
Non nominare il nome di Moccia invano!
:)

Anonimo said...

Dalle 12 alle 16 mandate una foto che testimoni che avete visto il film al cinema e vincete la maglietta di "500 Giorni Insieme" realizzata insieme a Furious Cothing !

http://www.facebook.com/pages/500-giorni-insieme/193776981538

Pereira said...

non è assolutamente per spocchia, ma non uscendo nelle sale della mia città l'ho cercato in rete e l'ho visto in lingua originale sottotitolato e devo dire, come hai ben potuto leggere dalla mia recensione, che mi è piaciuto molto, e ancora adesso mi scorrono le sue immagini davanti agli occhi... film che sicuramente recupererò in dvd... :-)

Angela said...

Ciao, non ho visto il film, ma il tuo racconto ha acceso piacevolmente la mia curiosità, se sarà possibile andro a godermi la visione in una sala cinematografica, un abbraccio tenero, Angela

Deneil said...

d'accordo anch'io su tutta la linea..e colonna sonora stupenda...ci tengo a ririribadirlo!

vale said...

inaspettatamente strabiliante.sarà che in Italia l'hanno pubblicizzato con un impegno pari a zero?per non parlare dell'adattamento italiano del titolo...rabbrividisco!
questo gioiellino entra di diritto nella mia personale cineteca :)