venerdì 17 settembre 2010

IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE

Il giardino delle vergini suicide: recensione filmTitolo originale: The virgin suicides
Nazione: USA
Anno: 1999
Genere: drammatico
Durata: 1h37m
Regia: Sofia Coppola
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Fotografia: Edward Lachman
Musiche: Air
Cast: Kathleen Turner, James Woods, Kirsten Dunst, Josh Hartnett, Michael Paré, Scott Glenn, A.J. Cook, Hanna Hall, Leslie Hayman, Danny DeVito, Chelse Swain, Lee Kagan, Robert Schwartzman, Noah Shebib


Trama
Anni ’70. In una cittadina della provincia americana vive la famiglia Lisbon: Ronald, sua moglie e cinque bellissime figlie adolescenti Cecilia, Lux, Bonnie, Mary, Teresa. La madre è estremamente bigotta e credendo di fare del bene alle ragazze limita, quasi del tutto, la loro vita sociale. Il padre, invece, privo di autorità e sottomesso alla moglie, si disinteressa delle situazioni familiari dedicandosi alla sua passione per il modellismo. La figlia più piccola, Cecilia, ha un interesse per un suo amico, Dominique, ma la madre non le permette di frequentarlo. Durante una penosa festa nella loro casa, organizzata dalla signora Lisbon dopo aver selezionato scrupolosamente gli invitati, Cecilia, si getta dalla finestra della sua camera, cadendo sulla ringhiera appuntita del giardino. Il suicido della ragazzina sarà l’inizio di una serie di eventi tragici.

Recensione
“Il giardino delle vergini suicide”, tratto dall’omonimo romanzo di Jeffrey Eugenides (a sua volta tratto da un episodio reale), è il film d’esordio di Sofia Coppola, figlia del grande regista Francis Ford. Malgrado la palese difficoltà di adattare al cinema un romanzo così complesso e ricco di dettagli, la Coppola riesce ad illustrare, attraverso una’attenta analisi psicologica, la falsa moralità della provincia americana ed il conseguente disagio adolescenziale.
Il film si apre con il primo tentativo di suicidio di Cecilia, la più giovane. Quando il medico, indagando sui motivi che abbiamo portato la giovane a tentare il suicidio, le dice: “non hai ancora l'età per capire quanto diventi complicata la vita”, la ragazzina candidamente gli risponde “evidentemente lei, dottore, non è mai stato una ragazzina di 13 anni”.
Coppola, che ha anche curato la sceneggiatura, avverte il senso nostalgico e surreale del libro creando atmosfere dai colori tenui (ottima la fotografia) che avvolgono le vicende e ne addolciscono il carattere drammatico. “Il giardino delle vergini suicide” mette in mostra un ottimo cast. Kathleen Turner è realmente inquietante come madre dispotica e James Wood come padre privo di personalità. Perfetti tutti i ragazzi, tra i quali si segnalano Kirsten Dunst e Josh Hartnett, giovani ma già maturi nell’esprimere la gamma di sentimenti contrastanti tipici degli adolescenti.
Uno degli aspetti più interessanti de “Il giardino delle vergini suicide” è che la narrazione non viene affidata alla voce delle ragazze, bensì ai ragazzini che le celebrano nel loro ricordo. Questo consente allo spettatore di vivere tutta la storia ed, in particolare, il suicidio dall’esterno, privati così del filtro della sensibilità e del dolore provato durante la loro vita angosciosa.
Coppola mantiene delicatezza e sensibilità anche nella tragica e triste scena del suicidio, nella quale vengono soltanto le figure dei corpi senza vita delle ragazze. Si resta così impressionati non per la violenza di vedere giovani corpi straziati dalla morte, ma dal gesto disperato ed estremo in sé. La morte, di norma così lontana dalla gioiosità ed dall’innocenza dell’adolescenza, viene chiamata dalle ragazze per portarle via da una realtà troppo stretta e troppo difficile da sopportare.
“Il giardino delle vergini suicide” attira, nonostante la lentezza, i momenti pieni di depressione, di tormento. Un’immagine completa della vita, perché offre anche momenti di passione e di fantasia. linfa vitale per gli adolescenti, catturati in modo appassionato. Impossibile non innamorarsi delle sorelle Lisbon, talmente eteree da sembrare angeli, ma al tempo stesso reali perché non prive di problemi e di angosce. La scena in cui Lux, la più bella ed irraggiungibile, si risveglia sola ed abbandonata sul campo di football, è proprio l’immagine chiara del sogno adolescenziale infranto. La corona di reginetta la investiva come la più bella e la più desiderata, adesso non è che un inutile orpello, privo di significato. Un attimo prima desiderabile, inaccessibile, intoccabile, si risveglia profanata, distrutta moralmente, delusa per essersi illusa di un amore che si rivela falso. Un’adolescenza fantasticata che va a sbattere contro la dura realtà.
La meravigliosa colonna sonora de “Il giardino delle vergini suicide” è opera degli Air, duo francese di musica elettronica. Nessuno meglio di loro poteva orchestrare la musica di questo film: onirica e melanconica, a tratti ossessiva, regala un’atmosfera tesa e rilassata al tempo stesso.
“Il giardino delle vergini suicide” è una piccola gemma cinematografica da non perdere assolutamente.

Voto: 86%

Trailer “Il giardino delle vergini suicide”


7 Comments:

ReAnto said...

Splendido. Per me :)

Cannibal Kid said...

uno dei miei cult assoluti

per me il voto non può essere inferiore al 100%
:)

chiara said...

Mi vergogno un po' a dire di non averlo ancora visto anche perchè proprio ieri sera sono stata a vedere il suo ultimo film al cinema. Grazie per la scheda accuratissima. Credo che lo vedrò in settimana.

Roberto Junior Fusco said...

Un bel film che ho visto parecchio tempo fa ma che ricordo ancora nitidamente. Almeno le emozioni, che nel tuo post ho ritrovato pari pari.

Croac said...

Visto il film e letto il libro...tra l'altro in uno strano periodo della mia vita, e dunque ha contribuito alla confusione generale dell'occasione :D
Bellissimi entrambi...molto toccanti.
See ya!!!

Tizyana said...

Il talento della Coppola s'intuiva già in questo film, davvero niente male.

Anonimo said...

Apprezzo tutto quello che hai scritto. Ritengo "Il giardino delle vergini suicide" uno dei film drammatici più toccanti e poetici che abbia mai visto.

dessy