Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: azione, drammatico, thriller
Durata: 1h35m
Regia: Nicolas Winding Refn
Sceneggiatura: Hossein Amini
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Musiche: Cliff Martinez
Cast: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brooks, Ron Perlman, Bryan Cranston, Oscar Isaac, Christina Hendricks, Kaden Leos, Jeff Wolfe, James Biberi, Russ Tamblyn, Joe Bucaro, Tiara Parker
Trama
Driver lavora in un’officina e arrotonda facendo, di giorno, lo stuntman nelle produzioni hollywoodiane e, di notte, l’autista per i rapinatori di banche. E’ un tipo taciturno e solitario. Un giorno conosce Irene, la sua vicina, e subito se ne innamora. Irene ha, però, un bambino cui badare perché suo marito si trova in carcere. Quando viene liberato e ritorna a casa non ha ancora chiuso i conti e così Driver lo aiuta a liberarsi del suo scomodo passato. Ma le cose vanno male e così la vita della ragazza e di suo figlio si ritrvano in grave pericolo.
Recensione
“Drive”, ultima fatica del regista danese (ma newyorkese d’adozione) Nicolas Winding Refn, autore dell’ottima trilogia di “Pusher”, mostra tutte le sue qualità che gli sono valse la miglior regia al Festival di Cannes 2011. “Drive” è un meltin pot di generi cinematografici che si assemblano in modo fresco e incredibilmente intenso: romanticismo, noir, azione, dramma e crimine attraversano il cinema tarantiniano per toccare un terrore di memoria argentiana.
La sceneggiatura dell’iraniano Hossein Amini, ispirata a un racconto di James Sallis, al principio può indurre lo spettatore a credere che “Drive” possa seguire le orme della saga di “Fast & Furious”. In realtà, la storia segue sentieri più intimi e profondi di un classico action movie, ha un contenuto violento e dalla messa in scena cruda ma dall’alto contenuto umano, ricca di momenti intimi e profondi. La liaison d’amore tra i due protagonisti, “Driver” (non ci è rivelato il suo vero nome), e la dolcissima Irene, è fatta sostanzialmente di silenzi e di sguardi. Se, infatti, la trasformazione del mite ed anonimo protagonista in efferato vendicatore ricorda “An history of violence” di David Cronenberg, quella storia di sentimenti appena accennati sembra uscire da “In the mood for love” di Wong Kar-Wai. E al cinema del regista cinese si rifà la regia di Refn anche nell’utilizzo dello slow motion (il bacio nell’ascensore sembra sospeso nel tempo, un rilassato e tenero preludio ad un’esplosione di inaudita violenza) così come la fotografia di Newton Thomas Sigel, il quale sfrutta le luci della città immersa nel buio della notte come unica fonte di illuminazione.
Ryan Gosling è perfetto come “Driver”, personaggio indecifrabile e ambiguo. Come Travis Bickle (Robert De Niro) di “Taxi Driver” e Paul Kersey (Charles Bronson) de “Il giustiziere della notte”, non è un eroe né un anti-eroe. E’ vittima delle circostanze, ma determinato a mettere le cose a posto, costi quel che costi, spinto da un’assoluta abnegazione nei confronti di quella ragazza che gli ha segnato la vita. Gosling ha in “Drive” un insolito aspetto mite e ingenuo. Non parla molto e così gran parte della comunicativa avviene attraverso il suo sguardo e alcuni gesti che tratteggiano con molta parsimonia il suo personaggio dalla doppia personalità, lasciandolo così il più possibile nell’ombra. Carey Mulligan si mantiene misurata in un ruolo dove ha aveva ben poco da fare. Irene è impotente, la sua presenza rappresenta soltanto l'innocenza che deve essere difesa. Ma le performance più elettrizzanti del film spettano a Ron Perlman e Albert Brooks nei panni dei due loschi uomini d'affari.
Altro aspetto impeccabile “Drive” è la colonna sonora: ai brani inediti realizzati da Cliff Martinez, batterista dei Red Hot Chili Peppers, si aggiungono alcune meravigliose canzoni, come “Nightcall” (Kavinsky & Lovefoxxx) e “A real gero” (College feat. Electric Youth), elettronica retrò dai toni cupi e malinconici che catapulta il film nel pieno degli anni ’80.
“Drive” è un’affascinante fiaba noir dal forte impatto visivo. Un’importante tappa della carriera di un regista destinato a diventare un grande.
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: azione, drammatico, thriller
Durata: 1h35m
Regia: Nicolas Winding Refn
Sceneggiatura: Hossein Amini
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Musiche: Cliff Martinez
Cast: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brooks, Ron Perlman, Bryan Cranston, Oscar Isaac, Christina Hendricks, Kaden Leos, Jeff Wolfe, James Biberi, Russ Tamblyn, Joe Bucaro, Tiara Parker
Trama
Driver lavora in un’officina e arrotonda facendo, di giorno, lo stuntman nelle produzioni hollywoodiane e, di notte, l’autista per i rapinatori di banche. E’ un tipo taciturno e solitario. Un giorno conosce Irene, la sua vicina, e subito se ne innamora. Irene ha, però, un bambino cui badare perché suo marito si trova in carcere. Quando viene liberato e ritorna a casa non ha ancora chiuso i conti e così Driver lo aiuta a liberarsi del suo scomodo passato. Ma le cose vanno male e così la vita della ragazza e di suo figlio si ritrvano in grave pericolo.
Recensione
“Drive”, ultima fatica del regista danese (ma newyorkese d’adozione) Nicolas Winding Refn, autore dell’ottima trilogia di “Pusher”, mostra tutte le sue qualità che gli sono valse la miglior regia al Festival di Cannes 2011. “Drive” è un meltin pot di generi cinematografici che si assemblano in modo fresco e incredibilmente intenso: romanticismo, noir, azione, dramma e crimine attraversano il cinema tarantiniano per toccare un terrore di memoria argentiana.
La sceneggiatura dell’iraniano Hossein Amini, ispirata a un racconto di James Sallis, al principio può indurre lo spettatore a credere che “Drive” possa seguire le orme della saga di “Fast & Furious”. In realtà, la storia segue sentieri più intimi e profondi di un classico action movie, ha un contenuto violento e dalla messa in scena cruda ma dall’alto contenuto umano, ricca di momenti intimi e profondi. La liaison d’amore tra i due protagonisti, “Driver” (non ci è rivelato il suo vero nome), e la dolcissima Irene, è fatta sostanzialmente di silenzi e di sguardi. Se, infatti, la trasformazione del mite ed anonimo protagonista in efferato vendicatore ricorda “An history of violence” di David Cronenberg, quella storia di sentimenti appena accennati sembra uscire da “In the mood for love” di Wong Kar-Wai. E al cinema del regista cinese si rifà la regia di Refn anche nell’utilizzo dello slow motion (il bacio nell’ascensore sembra sospeso nel tempo, un rilassato e tenero preludio ad un’esplosione di inaudita violenza) così come la fotografia di Newton Thomas Sigel, il quale sfrutta le luci della città immersa nel buio della notte come unica fonte di illuminazione.
Ryan Gosling è perfetto come “Driver”, personaggio indecifrabile e ambiguo. Come Travis Bickle (Robert De Niro) di “Taxi Driver” e Paul Kersey (Charles Bronson) de “Il giustiziere della notte”, non è un eroe né un anti-eroe. E’ vittima delle circostanze, ma determinato a mettere le cose a posto, costi quel che costi, spinto da un’assoluta abnegazione nei confronti di quella ragazza che gli ha segnato la vita. Gosling ha in “Drive” un insolito aspetto mite e ingenuo. Non parla molto e così gran parte della comunicativa avviene attraverso il suo sguardo e alcuni gesti che tratteggiano con molta parsimonia il suo personaggio dalla doppia personalità, lasciandolo così il più possibile nell’ombra. Carey Mulligan si mantiene misurata in un ruolo dove ha aveva ben poco da fare. Irene è impotente, la sua presenza rappresenta soltanto l'innocenza che deve essere difesa. Ma le performance più elettrizzanti del film spettano a Ron Perlman e Albert Brooks nei panni dei due loschi uomini d'affari.
Altro aspetto impeccabile “Drive” è la colonna sonora: ai brani inediti realizzati da Cliff Martinez, batterista dei Red Hot Chili Peppers, si aggiungono alcune meravigliose canzoni, come “Nightcall” (Kavinsky & Lovefoxxx) e “A real gero” (College feat. Electric Youth), elettronica retrò dai toni cupi e malinconici che catapulta il film nel pieno degli anni ’80.
“Drive” è un’affascinante fiaba noir dal forte impatto visivo. Un’importante tappa della carriera di un regista destinato a diventare un grande.
Voto: 87%
Trailer “Drive”

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4 Comments:
Per me dopo Bronson e Drive Refn è già un grande! Ovviamente mi trovi d'accordissimo su tutto.
Ale55andra
Devo assolutamente vederlo! Lui è davvero bravo, ma Carey Mulligan... non la sopporto!
Dalla recensione non mi sembra affatto male anche se, di per sé, il genere mi ispira davvero poco.
Proverò a recuperarlo, prima o poi.
X Passiflora
Non preoccuparti, in Drive la Mulligan fa davvero poco. E' soltanto la classica donzella indifesa da salvare. E lo fa benissimo!
X Il Bollalmanacco di cinema
Drive è indefinibile come genere. Merita soltanto di essere visto!
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