Titolo originale: Alatriste
Nazione: Spagna
Anno: 2006
Genere: avventura
Durata: 2h20m
Regia: Agustin Diaz Yanes
Sceneggiatura: Agustin Diaz Yanes
Fotografia: Paco Femenia
Musiche: Roque Baños
Cast: Viggo Mortensen, Elena Anaya, Unax Ugalde, Eduard Fernandez, Eduardo Noriega, Enrico Lo Verso, Ariadna Gil, Juan Echanove, Antonio Dechent, Blanca Portillo, Francesc Garrido, Pilar Lopez de Ayala, Cristina Marcos, Luis Zahera
Trama
Spagna, XVII sec. Diego Alatriste è un valoroso guerriero che sta combattendo una guerra nelle Fiandre al servizio del proprio re. Un suo compagno d'armi sul punto di morire, gli chiede come ultimo favore di prendersi cura del figlio e di farlo crescere come un soldato. Rientrato a Madrid, però, Alatriste trova un regno in declino e un sovrano impotente davanti a quello che sta accadendo.
Recensione
“Il destino di un guerriero - Alatriste” è uno dei film più costosi della storia del cinema spagnolo. Si nota, infatti, come la produzione abbia curato ogni minimo dettaglio delle scene di guerra e delle scenografie riportando sullo schermo circa vent’anni di storia spagnola con estrema fedeltà, malgrado diverse imperfezioni e lacune dettate dalla natura limitata dei tempi cinematografici.
Il Capitano Alatriste è un personaggio reso celebre dai romanzi dal giornalista e scrittore iberico Arturo Perez-Reverte. Era un abile e valoroso spadaccino il cui impegno nel seguire un codice etico personale lo trovava spesso a scontrarsi con una società corrotta. Nel XVII sec. la Spagna, sotto il comando di Filippo IV, poteva vantare molti successi di guerra, ma al suo interno già era evidente il lento e inevitabile declino di un regno il cui popolo ormai moriva di fame.
Il regista Agustin Diaz Yanes aveva attirato un certo interesse per i suoi primi film, “Nessuno parlerà di noi” e “Nessuna notizia da Dio”, pellicole definibili come indipendenti nel bugdet ridotto e nei contenuti alquanto originali. Approdato in una produzione che dava pochi limiti alla fantasia, Diaz Yanes non è riuscito a mantenere equilibrio realizzando quello che spesso, in modo denigratorio, viene definito come un “polpettone”. “Il destino di un guerriero - Alatriste” pecca per la sua struttura troppo frammentaria che, tra salti temporali e molteplici sottotrame, rovina qualsiasi slancio narrativo. Passi la buona realizzazione dei combattimenti, spesso crudi e realistici, ma la sua regia è piatta e non regala troppo entusiasmo. Pessimo il cast, nel quale ritroviamo anche l’italiano Enrico Lo Verso, chiaramente nei panni di un italiano. A salvarsi è soltanto Viggo Mortensen che si sforza nel dare spessore ad personaggio castrato dalla scialba sceneggiatura. Ottima la fotografia, le strade cittadine sono spesso piene di luce a differenza dei campi di battaglia dove spiccano chiaroscuri che sembrano usciti dalle tele di Velasquez, Rubens e Caravaggio. La colonna sonora di “Il destino di un guerriero - Alatriste” è tanto pomposa quanto poco coinvolgente.
In sintesi, “Il destino di un guerriero - Alatriste” è un film ideale per chi si accontenta di vedere un film d’avventure e “cappa e spada” senza pretendere nulla di particolare. Peccato, perché per il budget a disposizione si poteva realizzare un capolavoro memorabile e, alla fine, si deve assistere all’ennesimo blockbuster, stavolta non made-in-USA. Una storia che, per la sua lunghezza, si sarebbe meglio prestata a diventare una miniserie televisiva.
Nazione: Spagna
Anno: 2006
Genere: avventura
Durata: 2h20m
Regia: Agustin Diaz Yanes
Sceneggiatura: Agustin Diaz Yanes
Fotografia: Paco Femenia
Musiche: Roque Baños
Cast: Viggo Mortensen, Elena Anaya, Unax Ugalde, Eduard Fernandez, Eduardo Noriega, Enrico Lo Verso, Ariadna Gil, Juan Echanove, Antonio Dechent, Blanca Portillo, Francesc Garrido, Pilar Lopez de Ayala, Cristina Marcos, Luis Zahera
Trama
Spagna, XVII sec. Diego Alatriste è un valoroso guerriero che sta combattendo una guerra nelle Fiandre al servizio del proprio re. Un suo compagno d'armi sul punto di morire, gli chiede come ultimo favore di prendersi cura del figlio e di farlo crescere come un soldato. Rientrato a Madrid, però, Alatriste trova un regno in declino e un sovrano impotente davanti a quello che sta accadendo.
Recensione
“Il destino di un guerriero - Alatriste” è uno dei film più costosi della storia del cinema spagnolo. Si nota, infatti, come la produzione abbia curato ogni minimo dettaglio delle scene di guerra e delle scenografie riportando sullo schermo circa vent’anni di storia spagnola con estrema fedeltà, malgrado diverse imperfezioni e lacune dettate dalla natura limitata dei tempi cinematografici.
Il Capitano Alatriste è un personaggio reso celebre dai romanzi dal giornalista e scrittore iberico Arturo Perez-Reverte. Era un abile e valoroso spadaccino il cui impegno nel seguire un codice etico personale lo trovava spesso a scontrarsi con una società corrotta. Nel XVII sec. la Spagna, sotto il comando di Filippo IV, poteva vantare molti successi di guerra, ma al suo interno già era evidente il lento e inevitabile declino di un regno il cui popolo ormai moriva di fame.
Il regista Agustin Diaz Yanes aveva attirato un certo interesse per i suoi primi film, “Nessuno parlerà di noi” e “Nessuna notizia da Dio”, pellicole definibili come indipendenti nel bugdet ridotto e nei contenuti alquanto originali. Approdato in una produzione che dava pochi limiti alla fantasia, Diaz Yanes non è riuscito a mantenere equilibrio realizzando quello che spesso, in modo denigratorio, viene definito come un “polpettone”. “Il destino di un guerriero - Alatriste” pecca per la sua struttura troppo frammentaria che, tra salti temporali e molteplici sottotrame, rovina qualsiasi slancio narrativo. Passi la buona realizzazione dei combattimenti, spesso crudi e realistici, ma la sua regia è piatta e non regala troppo entusiasmo. Pessimo il cast, nel quale ritroviamo anche l’italiano Enrico Lo Verso, chiaramente nei panni di un italiano. A salvarsi è soltanto Viggo Mortensen che si sforza nel dare spessore ad personaggio castrato dalla scialba sceneggiatura. Ottima la fotografia, le strade cittadine sono spesso piene di luce a differenza dei campi di battaglia dove spiccano chiaroscuri che sembrano usciti dalle tele di Velasquez, Rubens e Caravaggio. La colonna sonora di “Il destino di un guerriero - Alatriste” è tanto pomposa quanto poco coinvolgente.
In sintesi, “Il destino di un guerriero - Alatriste” è un film ideale per chi si accontenta di vedere un film d’avventure e “cappa e spada” senza pretendere nulla di particolare. Peccato, perché per il budget a disposizione si poteva realizzare un capolavoro memorabile e, alla fine, si deve assistere all’ennesimo blockbuster, stavolta non made-in-USA. Una storia che, per la sua lunghezza, si sarebbe meglio prestata a diventare una miniserie televisiva.
Voto: 60%
Trailer “Il destino di un guerriero - Alatriste”
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