martedì 27 dicembre 2011

CAPODANNO A NEW YORK

Recensione Capodanno a New York
Titolo originale: New York’s eve
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: commedia, sentimentale
Durata: 1h58m
Regia: Garry Marshall
Sceneggiatura: Katherine Fugate
Fotografia: Charles Minsky
Musiche: John Debney
Cast: Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Jon Bon Jovi, Ashton Kutcher, Hilary Swank, Sarah Jessica Parker, Halle Berry, Jessica Biel, Zac Efron, Katherine Heigl, Carla Gugino, Sarah Paulson, Lea Michele, Abigail Breslin, Cary Elwes, Sofía Vergara, Alyssa Milano, James Belushi, Seth Meyers, Josh Duhamel, Hector Elizondo, Patrick Reale, Charlotte Marshall-Fricker, Til Schweiger


Trama
Una serie di storie si svolgono a New York durante l’ultimo giorno dell’anno in attesa del Capodanno. Una donna prova a partorire il primo bambino in modo da vincere un premio di $25.000; una donna ingaggia il suo fattorino per realizzare tutti i suoi propositi prima che scocchi la mezzanotte; una coppia rimane chiusa in ascensore; un malato sta trascorrendo le sue ultime ore di vita tra i rimorsi di un’intera vita; una famosa rockstar cerca di riconquistare la sua donna, un ragazzo cerca di rientrare a New York per fare un importante discorso.

Recensione
L’orrendo titolo “Capodanno a New York” non mente. Pur non essendo il sequel di “Natale a New York” siamo di fronte al primo cinepanettone made in USA. Garry Marshall, autore del famosissimo “Pretty woman”, merita il premio del regista più sprecone: non si sono mai viste tante stelle del cinema americano in un film gestite così male. E difficile trovare un aggettivo tanto negativo da poter descrivere in modo adeguato la pochezza di “Capodanno a New York”. La regia di Marshall è vergognosa: mdp inchiodata, fissa non sugli attori, bensì sui cartelloni pubblicitari, veri protagonisti del film. Tra creme per il corpo e prodotti tecnologici,  i personaggi vivono situazioni ridicole quanto scontate. La marchetta del film “Sherlock Holmes” è un grossolano errore di produzione: siamo alla vigilia del 2012 e quel film era nelle sale cinematografiche americane nel 2009! L’happy end è chiaro fin dall’inizio e qualche piccolo fuori programma sembra piazzato lì solo per allungare il minutaggio. Randy odia le feste, ma si converte dopo aver conosciuto in ascensore la nuova vicina di casa alla quale dichiara “I love you” qualche ora dopo il primo incontro; una ragazza incontra il padre assente per anni, neanche l’avesse contattata il postino di Maria De Filippi; una teenager che, in mezzo alla folla, mostra il reggiseno alla mamma per dimostrarle di non essere più una bambina; una donna che dopo un incontro casuale con quello che potrebbe essere l’amore della sua vita, lo bacia e fugge via lasciando un biglietto: “La vita è dura, se l’anno prossimo, a Capodanno sarai qui, sarai mio per sempre!”; il nonno arrapato, per giunta padre di un pastore protestante; il discorso della responsabile della festa di Capodanno più stucchevole e mortifero di quello che del nostro caro Presidente della Repubblica; il bello e giovane presidente di una casa discografica assalito da due donne che vogliono per forza dagli numero di telefono, chiavi di casa e, perché no, il pin del bancomat; gli auguri via Skype tra la dolce infermiera e il suo amore, soldato in missione in Medio Oriente. Tra tutti questi episodi che si svolgono nel totale vuoto narrativo, svetta quello principale: la sfera luminosa di Time Square che non ne vuole sapere di sbloccarsi; viene chiamato il miglior elettricista sulla piazza, appena licenziato! Il tizio, con uno strano accento dell’est, mastica frasi del tipo: “Tu licenziato me? Io aggiustare palla. Ci volere poco, forse, io salire e vedere dove essere guasto.”
“Capodanno a New York” è una delle commedie più brutte mai viste al cinema. Stupida, inutile, piena di luci e di buoni sentimenti mostrati in modo melenso e privo di reale romanticismo: un’operazione commerciale per nulla diversa dai nostri orridi cinepanettoni. Da apprezzare almeno il rispetto dello spettatore e del clima di festa: in tutto il film non c’è una parolaccia: al massimo ci scappa un paio di volte il termine “patatina”. Se un giorno doveste riceverlo in regalo per Natale, avreste qualcosa di buono da buttare giù dal balcone la notte di Capodanno.

Voto: 20%


5 Comments:

Cannibal Kid said...

complimenti per il coraggio di averlo visto ;)

Unknown said...

sì, ho pensato anch'io ad uno scopiazzamento dei nostri orrendi cinepanettoni, ma proprio per questo amo totalmente un altro genere di film, quindi non sono andata e non andrò a vederli mai.
Un bacio e auguri :)

Anonimo said...

invece a me è piaciuto tanto...è carino e non parla di tradimenti e frivolezze, per non dire altro, come i nostri stupidi film italiani che sono davvero ridicoli e scontati ma che in parte raccontano la realtà, ovvero tradimenti e altre stupidaggini di una tristezza allucinante! invece questo film parla di amore e speranze! per me è stato davvero bello!!

Elsa said...

Mi sembra la "trama" di quell´altra schifezza che era Love actually, propinatami tempo fa da un´amica dopo che sono riuscita ad evitarla per tutto questo tempo...
Anche tutte le star che si prestano, però. Fossero ridotti sul lastrico... Ma un po´di dignità? Proprio una marchetta fastidiosa.
(il film non l´ho visto ma mi bastano le recensioni!)

ISOLE-GRECHE.com said...

Cara, non mischiamo la lana con la seta, o come volgarmente si dice "la cioccolata con la..." ehm, sono fine e non posso proseguire. :-)

LOVE ACTUALLY è un film graziosissimo. Le storie sono curate, i dialoghi sono melensi ma studiati (la scena della dichiarazione d'amore con i bigliettini è carinissima!), quella del matrimonio sarà pacchiana ma simpatica.

Grazie per tutti i commenti!