Titolo originale: id.
Nazione: Danimarca, Svezia
Anno: 2002
Genere: drammatico
Durata: 1h49m
Regia: Lukas Moodysson
Sceneggiatura: Lukas Moodysson
Fotografia: Ulf Brantås
Musiche: Nathan Larson
Cast: Oksana Akinshina, Artyom Bogucharskiy, Lyubov Agapova, Liliya Shinkaryova, Elina Benenson, Pavel Ponomaryov, Tomasz Neuman, Anastasiya Bedredinova, Tonu Kark, Nikolai Bentsler, Aleksander Dorosjkevitch, Yevgeni Gurov
Trama
Lilja ha sedici anni e vive in uno squallido sobborgo di una cittadina dell’ex Unione Sovietica. La madre è partita per gli Stati Uniti con il suo nuovo compagno, lasciandola sola. La zia Anna non soltanto non si prende cura di lei, ma le sottrae la casa cacciandola via. Un giorno conosce Andrei, un ragazzo dai modi gentili, che le promette una vita migliore se andrà con lui in Svezia. Lilja accetta, ma una volta giunta nel paese scandinavo, sarà costretta a prostituirsi.
Recensione
Una ragazzina sta correndo lungo una strada di una città, il suo volto è pieno di lividi, lo sguardo è sgomento, si gira attorno sperando di trovare qualcuno, ma ci sono soltanto macchine che sfrecciano incuranti in questa squallida periferia di un’anonima metropoli. “Mein Herz Brennt” dei Rammstein fa da angoscioso e tragico sottofondo sonoro. Ad un tratto, la mdp si ferma sullo sguardo della ragazzina che guarda giù da un cavalcavia, lo sguardo è sempre più disperato. La scena si interrompe e appare la scritta “Lilja 4-ever”, titolo del film di Lukas Moodysson, uno dei migliori registi svedesi. Racconta una storia deprimente che descrive quale possa essere il triste destino di una delle tante ragazze dell’Est che vengono incantate da promesse di vita agiata e che finiscono nel vortice della prostituzione, spesso minorile.
Lilja ha soltanto sedici anni e la sua vita si svolge in un degradato e orrido sobborgo dell’ex Unione Sovietica (il lucido sguardo offerto subito dopo la scena iniziale lascia pochi dubbi). La madre, ex prostituta, è partita per gli Stati Uniti con un uomo appena conosciuto. La promessa di farsi raggiungere dopo qualche mese si rivela una meschina menzogna. Lilja viene cacciata di casa dalla zia che si appropria della sua casa. Si ritrova sola, senza soldi, ma peggio ancora privata dell’innocenza in un luogo dove può soltanto sognare una vita migliore. Priva di qualcuno che possa proteggerla diventa vittima delle persone che le sono accanto. Tradita nelle amicizie, i ragazzi del quartiere le sputano addosso e la chiamano prostituta. Non c’è un barlume di ottimismo, non c’è una minima speranza. Nulla può il piccolo Volodia, cacciato di casa dal padre, che diventerà il suo angelo custode capace di regalarle soltanto qualche breve conforto morale. L’unica speranza è fare come la madre, fuggire. L’occasione le capita ma la sua innocenza l’inganna diventando una prostituta in Svezia. In “Lilja 4-ever” Moodysson non ha mezze misure: nel mondo ci sono soltanto buoni e cattivi. I cattivi sono, in questo caso, i suoi connazionali svedesi che credono di potersi permettere tutto grazie al denaro. La regia è geniale proprio in questa situazione: i rapporti sessuali di Lilja vengono mostrati puntando la mdp sui volti dei clienti, bestie disumane appartenenti ad ogni ceto sociale.
Da notare come spesso vengano mostrati oggetti religiosi presenti nelle case (Lilja in una scena prega, ma subito dopo compie un gesto disperato). In quelle terre la religiosità è spesso molto sentita, ma quasi sempre le persone sono indotte a condotte del tutto estranee ai dettami vangelici perché l’inferno in cui vivono rende difficile credere nell’esistenza di un paradiso.
Lilja è interpretata da Oksana Akinshina, il suo volto dolce e sensibile, il suo sguardo regala un personaggio credibile accrescendo quella sensazione di tristezza di fronte a tanto orrore.
Ottima la colonna sonora. A parte la traccia dei Rammstein già citata, da sottolineare la presenza dei brani strumentali “O Virtus Sapientie” Fläskkvartetten e “Al Santo Sepolcro” di Vivaldi che delineano con lirismo alcuni momenti cruciali del film.
“Lilja 4-ever” è un film crudo, disperato, un pugno nello stomaco. Un film che resta dentro, da vedere assolutamente, per ammirare una bella pagina di cinema e per comprendere cosa ci sia dietro una ragazza che lavora lungo i marciapiedi.
Nazione: Danimarca, Svezia
Anno: 2002
Genere: drammatico
Durata: 1h49m
Regia: Lukas Moodysson
Sceneggiatura: Lukas Moodysson
Fotografia: Ulf Brantås
Musiche: Nathan Larson
Cast: Oksana Akinshina, Artyom Bogucharskiy, Lyubov Agapova, Liliya Shinkaryova, Elina Benenson, Pavel Ponomaryov, Tomasz Neuman, Anastasiya Bedredinova, Tonu Kark, Nikolai Bentsler, Aleksander Dorosjkevitch, Yevgeni Gurov
Trama
Lilja ha sedici anni e vive in uno squallido sobborgo di una cittadina dell’ex Unione Sovietica. La madre è partita per gli Stati Uniti con il suo nuovo compagno, lasciandola sola. La zia Anna non soltanto non si prende cura di lei, ma le sottrae la casa cacciandola via. Un giorno conosce Andrei, un ragazzo dai modi gentili, che le promette una vita migliore se andrà con lui in Svezia. Lilja accetta, ma una volta giunta nel paese scandinavo, sarà costretta a prostituirsi.
Recensione
Una ragazzina sta correndo lungo una strada di una città, il suo volto è pieno di lividi, lo sguardo è sgomento, si gira attorno sperando di trovare qualcuno, ma ci sono soltanto macchine che sfrecciano incuranti in questa squallida periferia di un’anonima metropoli. “Mein Herz Brennt” dei Rammstein fa da angoscioso e tragico sottofondo sonoro. Ad un tratto, la mdp si ferma sullo sguardo della ragazzina che guarda giù da un cavalcavia, lo sguardo è sempre più disperato. La scena si interrompe e appare la scritta “Lilja 4-ever”, titolo del film di Lukas Moodysson, uno dei migliori registi svedesi. Racconta una storia deprimente che descrive quale possa essere il triste destino di una delle tante ragazze dell’Est che vengono incantate da promesse di vita agiata e che finiscono nel vortice della prostituzione, spesso minorile.
Lilja ha soltanto sedici anni e la sua vita si svolge in un degradato e orrido sobborgo dell’ex Unione Sovietica (il lucido sguardo offerto subito dopo la scena iniziale lascia pochi dubbi). La madre, ex prostituta, è partita per gli Stati Uniti con un uomo appena conosciuto. La promessa di farsi raggiungere dopo qualche mese si rivela una meschina menzogna. Lilja viene cacciata di casa dalla zia che si appropria della sua casa. Si ritrova sola, senza soldi, ma peggio ancora privata dell’innocenza in un luogo dove può soltanto sognare una vita migliore. Priva di qualcuno che possa proteggerla diventa vittima delle persone che le sono accanto. Tradita nelle amicizie, i ragazzi del quartiere le sputano addosso e la chiamano prostituta. Non c’è un barlume di ottimismo, non c’è una minima speranza. Nulla può il piccolo Volodia, cacciato di casa dal padre, che diventerà il suo angelo custode capace di regalarle soltanto qualche breve conforto morale. L’unica speranza è fare come la madre, fuggire. L’occasione le capita ma la sua innocenza l’inganna diventando una prostituta in Svezia. In “Lilja 4-ever” Moodysson non ha mezze misure: nel mondo ci sono soltanto buoni e cattivi. I cattivi sono, in questo caso, i suoi connazionali svedesi che credono di potersi permettere tutto grazie al denaro. La regia è geniale proprio in questa situazione: i rapporti sessuali di Lilja vengono mostrati puntando la mdp sui volti dei clienti, bestie disumane appartenenti ad ogni ceto sociale.
Da notare come spesso vengano mostrati oggetti religiosi presenti nelle case (Lilja in una scena prega, ma subito dopo compie un gesto disperato). In quelle terre la religiosità è spesso molto sentita, ma quasi sempre le persone sono indotte a condotte del tutto estranee ai dettami vangelici perché l’inferno in cui vivono rende difficile credere nell’esistenza di un paradiso.
Lilja è interpretata da Oksana Akinshina, il suo volto dolce e sensibile, il suo sguardo regala un personaggio credibile accrescendo quella sensazione di tristezza di fronte a tanto orrore.
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“Lilja 4-ever” è un film crudo, disperato, un pugno nello stomaco. Un film che resta dentro, da vedere assolutamente, per ammirare una bella pagina di cinema e per comprendere cosa ci sia dietro una ragazza che lavora lungo i marciapiedi.
Voto: 85%
Trailer “Lilja 4-ever”
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1 Comment:
Sono d'accordo, vidi il film in presenza del regista a venezia (mi sembra nel 2001), la proiezione si concluse tra applausi scroscianti.
Modysson è stato uno dei pochi veri cineasti europei davvero particolari e allo stesso tempo dallo stile semplice e diretto. (come i Dardenne anchese in altro modo).
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