
Titolo originale: The darkest hour
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: fantascienza, thriller
Durata: 1h29m
Regia: Chris Gorak
Sceneggiatura: M.T. Ahern, Leslie Bohem, Jon Spaihts
Fotografia: Scott Kevan
Musiche: Tyler Bates
Cast: Emile Hirsch, Max Minghella, Rachael Taylor, Olivia Thirlby, Joel Kinnaman, Dato Bakhtadze, Yuriy Kutsenko, Artur Smolyaninov, Veronika Ozerova, Pyotr Fyodorov, Vladimir Jaglich
Trama
Un gruppo di ragazzi americani si trova un po’ per vacanza un po’ per lavoro a Mosca. Quello che doveva essere un periodo di relax e divertimento si trasforma in dramma quando la Terra rimane vittima di un attacco extraterrestre. Le intenzioni degli alieni non sono pacifiche: vogliono assorbire tutte le fonti energetiche del pianeta ed eliminare ogni forma di vita. I cinque ragazzi decidono che l’unica possibilità di sopravvivenza è quella di affrontare gli alieni. Un’impresa difficile dato che gli alieni sono invisibili.
Recensione
La prima cosa che salta all’occhio è la bruttissima locandina de “L’ora nera” tanto che è facile pensare che si tratti di un film amatoriale girato per sbagli da un gruppetto di amici dopo una serata al pub. Leggendo i credits si scopre, però, che la regia è di Chris Gorak, autore del singolare e interessante “Right at your door”, sfortunatamente, inedito in Italia. Gorak ha inoltre un curriculum invidiabile pieno di esperienze come scenografo e art director in alcuni dei film più belli degli ultimi anni diretti da registi del calibro di George P. Cosmatos (“Tombstone”), Terry Gilliam (“Paura e delirio a Las Vegas”), David Fincher (“Fight Club”), i fratelli Coen (“L’uomo che non c’era”), Steven Spielberg (“Minority Report”).
Il suo produttore, il regista Timur Bekmambetov, lo porta con sé in Russia dove creano l’ambientazione spendendo in vacanza a Mosca un gruppetto di americani. Sfiga vuole che durante questa tranquilla vacanza arrivino dallo spazio alieni incazzati, determinati a sterminare la razza umana. Tante belle premesse che non trovano alcun riscontro. Colpa di una pessima sceneggiatura, opera di John Spaihts, che tra voragini e banalità conduce il gruppetto di giovani attori in situazioni ridicole nelle quali assumono comportamenti ancor più ridicoli. I due più svegli sembrano i fratelli (scemi) di Mark Zuckerberg e Eduardo Saverin, belli, gagliardi e pronti a spaccare anche in Russia con il loro social network. Poteva dar luogo a risvolti interessanti la scelta di ambientare la storia in trasferta: i ragazzi lontani dalle loro case, ancor peggio in Russia, storico avversario dell’America. Peccato però che a parte qualche location che fa da inutile sfondo, peraltro fotografata nel tradizionale e pessimo modo definibile “da cartolina”, non si sente minimamente l’atmosfera sovietica rendendo inutile tale viaggio.
“L’ora nera” è stato girato completamente in digitale cercando di sfruttare al massimo la tecnologia 3D, ma gli effetti speciali realizzati in modo grossolano rendono il 3D inutile, anzi deleterio. Per gran parte del film gli alieni non si vedono, perché invisibili, e quando finalmente appaiono la prima domanda che viene spontanea è: “Mamma e quanto brutti e fatti male, ecco perché non vi facevate vedere!”.
Il cast de “L’ora nera” raccoglie attori giovani, sconosciuti dalle belle speranze. Il solo volto davvero noto è Emile Hirsch (“Into the wild - Nelle terre selvagge”). Non si possono neanche criticare perché penalizzati da un copione che li fa comportare come dei cretini e una serie di dialoghi imbarazzanti. L’annientamento totale del gruppo non avviene per opera degli alieni, bensì del doppiaggio.
Insomma, è chiaro che “L’ora nera” non è un capolavoro di fantascienza, né di horror, né di azione. E’ semplicemente un film brutto, talmente brutto da rasentare il trash. Senza volerlo, strappa pure qualche sorriso divertito. E vedi che se chiami qualche amico a casa, ordini una pizza, tiri fuori dal frigo una birra ghiacciata, alla fine ci si diverte pure. Ma al cinema, no. Soldi buttati anche perché il 3D è, in questo caso, un’inutile orpello.
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: fantascienza, thriller
Durata: 1h29m
Regia: Chris Gorak
Sceneggiatura: M.T. Ahern, Leslie Bohem, Jon Spaihts
Fotografia: Scott Kevan
Musiche: Tyler Bates
Cast: Emile Hirsch, Max Minghella, Rachael Taylor, Olivia Thirlby, Joel Kinnaman, Dato Bakhtadze, Yuriy Kutsenko, Artur Smolyaninov, Veronika Ozerova, Pyotr Fyodorov, Vladimir Jaglich
Trama
Un gruppo di ragazzi americani si trova un po’ per vacanza un po’ per lavoro a Mosca. Quello che doveva essere un periodo di relax e divertimento si trasforma in dramma quando la Terra rimane vittima di un attacco extraterrestre. Le intenzioni degli alieni non sono pacifiche: vogliono assorbire tutte le fonti energetiche del pianeta ed eliminare ogni forma di vita. I cinque ragazzi decidono che l’unica possibilità di sopravvivenza è quella di affrontare gli alieni. Un’impresa difficile dato che gli alieni sono invisibili.
Recensione
La prima cosa che salta all’occhio è la bruttissima locandina de “L’ora nera” tanto che è facile pensare che si tratti di un film amatoriale girato per sbagli da un gruppetto di amici dopo una serata al pub. Leggendo i credits si scopre, però, che la regia è di Chris Gorak, autore del singolare e interessante “Right at your door”, sfortunatamente, inedito in Italia. Gorak ha inoltre un curriculum invidiabile pieno di esperienze come scenografo e art director in alcuni dei film più belli degli ultimi anni diretti da registi del calibro di George P. Cosmatos (“Tombstone”), Terry Gilliam (“Paura e delirio a Las Vegas”), David Fincher (“Fight Club”), i fratelli Coen (“L’uomo che non c’era”), Steven Spielberg (“Minority Report”).
Il suo produttore, il regista Timur Bekmambetov, lo porta con sé in Russia dove creano l’ambientazione spendendo in vacanza a Mosca un gruppetto di americani. Sfiga vuole che durante questa tranquilla vacanza arrivino dallo spazio alieni incazzati, determinati a sterminare la razza umana. Tante belle premesse che non trovano alcun riscontro. Colpa di una pessima sceneggiatura, opera di John Spaihts, che tra voragini e banalità conduce il gruppetto di giovani attori in situazioni ridicole nelle quali assumono comportamenti ancor più ridicoli. I due più svegli sembrano i fratelli (scemi) di Mark Zuckerberg e Eduardo Saverin, belli, gagliardi e pronti a spaccare anche in Russia con il loro social network. Poteva dar luogo a risvolti interessanti la scelta di ambientare la storia in trasferta: i ragazzi lontani dalle loro case, ancor peggio in Russia, storico avversario dell’America. Peccato però che a parte qualche location che fa da inutile sfondo, peraltro fotografata nel tradizionale e pessimo modo definibile “da cartolina”, non si sente minimamente l’atmosfera sovietica rendendo inutile tale viaggio.
“L’ora nera” è stato girato completamente in digitale cercando di sfruttare al massimo la tecnologia 3D, ma gli effetti speciali realizzati in modo grossolano rendono il 3D inutile, anzi deleterio. Per gran parte del film gli alieni non si vedono, perché invisibili, e quando finalmente appaiono la prima domanda che viene spontanea è: “Mamma e quanto brutti e fatti male, ecco perché non vi facevate vedere!”.
Il cast de “L’ora nera” raccoglie attori giovani, sconosciuti dalle belle speranze. Il solo volto davvero noto è Emile Hirsch (“Into the wild - Nelle terre selvagge”). Non si possono neanche criticare perché penalizzati da un copione che li fa comportare come dei cretini e una serie di dialoghi imbarazzanti. L’annientamento totale del gruppo non avviene per opera degli alieni, bensì del doppiaggio.
Insomma, è chiaro che “L’ora nera” non è un capolavoro di fantascienza, né di horror, né di azione. E’ semplicemente un film brutto, talmente brutto da rasentare il trash. Senza volerlo, strappa pure qualche sorriso divertito. E vedi che se chiami qualche amico a casa, ordini una pizza, tiri fuori dal frigo una birra ghiacciata, alla fine ci si diverte pure. Ma al cinema, no. Soldi buttati anche perché il 3D è, in questo caso, un’inutile orpello.
Voto: 55%
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