Titolo originale: Children of Men
Nazione: Gran Bretagna, USA
Anno: 2006
Genere: fantasy
Durata: 1h41m
Regia: Alfonso Cuaron
Sceneggiatura: Alfonso Cuaron, Timothy J. Sexton, David Arata, Mark Fergus, Hawk Ostby
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Musiche: John Tavener
Cast: Clive Owen, Julianne Moore, Michael Caine, Chiwetel Ejiofor, Charlie Hunnam, Claire-Hope Ashitey, Ilario Bisi-Pedro, Lucy Briers
Trama
2027. La razza umana è destinata all’estinzione. Da 18 anni non nascono più bambini a causa dell’infertilità delle donne che la scienza non riesce a spiegare. Senza più la speranza di un futuro, ormai il mondo è in preda alla violenza e alla disperazione. Theo Faron, in passato attivista pacifista, è un burocrate che vive a Londra, governata da gruppi xenofobi che confinano in zone recintate tutti gli immigrati. Quando Theo viene contattato dalla sua ex-moglie Julian, si ritrova in una serie di eventi che riguarderanno la sopravvivenza dell’intero genere umano.
Recensione
“I figli degli uomini” offre immagini pessimistiche del futuro, in accordo con altri film quali “L’esercito delle dodici scimmie” e “V per Vendetta”. Alfonso Cuaron mette in mostra una Londra grigia e sporca, vittima di continui attentati, testimone di un mondo ormai alla deriva e senza alcuna speranza. Un mondo che ormai da anni non ascolta più le grida dei bambini, vede scuole in rovina ormai inutili. Se la nascita è il primo momento dell’esistenza e della continuazione di una specie vivente, annullando questa si annulla ogni possibilità di futuro. Di fronte ad un futuro impossibile, ognuno è vittima della disperazione, la quale alimenta il caos e di conseguenza la violenza. La trama de “I figli degli uomini”, tratta dall’omonimo libro di P. D. James, è in sostanza lineare, anche se in alcuni passaggi sembra presenta qualche intoppo. La parte migliore è offerta dalla regia: Alfonso Cuaron, regista messicano alla ribalta per l’incantevole “Y tu mamá también”, regala una lezione di cinema. A testimoniarlo è il lungo piano-sequenza con la mdp a spalla che segue Theo nella zona funestata dalla guerriglia. Il regista accompagna l’attore come un reporter di guerra, concedendo un estremo realismo al film che in quegli istanti sembra un documentario. E dunque non è importante se l’obiettivo della mdp si sporca di macchie di sangue. Crudo, reale, “I figli degli uomini” è un film di fantascienza che si spera possa per sempre rimanere tale.
Voto: 70%
Nazione: Gran Bretagna, USA
Anno: 2006
Genere: fantasy
Durata: 1h41m
Regia: Alfonso Cuaron
Sceneggiatura: Alfonso Cuaron, Timothy J. Sexton, David Arata, Mark Fergus, Hawk Ostby
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Musiche: John Tavener
Cast: Clive Owen, Julianne Moore, Michael Caine, Chiwetel Ejiofor, Charlie Hunnam, Claire-Hope Ashitey, Ilario Bisi-Pedro, Lucy Briers
Trama
2027. La razza umana è destinata all’estinzione. Da 18 anni non nascono più bambini a causa dell’infertilità delle donne che la scienza non riesce a spiegare. Senza più la speranza di un futuro, ormai il mondo è in preda alla violenza e alla disperazione. Theo Faron, in passato attivista pacifista, è un burocrate che vive a Londra, governata da gruppi xenofobi che confinano in zone recintate tutti gli immigrati. Quando Theo viene contattato dalla sua ex-moglie Julian, si ritrova in una serie di eventi che riguarderanno la sopravvivenza dell’intero genere umano.
Recensione
“I figli degli uomini” offre immagini pessimistiche del futuro, in accordo con altri film quali “L’esercito delle dodici scimmie” e “V per Vendetta”. Alfonso Cuaron mette in mostra una Londra grigia e sporca, vittima di continui attentati, testimone di un mondo ormai alla deriva e senza alcuna speranza. Un mondo che ormai da anni non ascolta più le grida dei bambini, vede scuole in rovina ormai inutili. Se la nascita è il primo momento dell’esistenza e della continuazione di una specie vivente, annullando questa si annulla ogni possibilità di futuro. Di fronte ad un futuro impossibile, ognuno è vittima della disperazione, la quale alimenta il caos e di conseguenza la violenza. La trama de “I figli degli uomini”, tratta dall’omonimo libro di P. D. James, è in sostanza lineare, anche se in alcuni passaggi sembra presenta qualche intoppo. La parte migliore è offerta dalla regia: Alfonso Cuaron, regista messicano alla ribalta per l’incantevole “Y tu mamá también”, regala una lezione di cinema. A testimoniarlo è il lungo piano-sequenza con la mdp a spalla che segue Theo nella zona funestata dalla guerriglia. Il regista accompagna l’attore come un reporter di guerra, concedendo un estremo realismo al film che in quegli istanti sembra un documentario. E dunque non è importante se l’obiettivo della mdp si sporca di macchie di sangue. Crudo, reale, “I figli degli uomini” è un film di fantascienza che si spera possa per sempre rimanere tale.
Voto: 70%
7 Comments:
oddio io questo film ho apprezzato solo la fine. non per la bella immagine che mi ricordava quella di lucia sul lago di como, ma perchè ERA FINITO.
trito e ritrito, non gli darei che un 6-
Concordo in pieno con la tua rece
Io credo che oltre la regia,il punto di forza sta nella recitazione di Clive Owen, veramente bravo
Roberto
Bellissimo film, mi ha colpito molto non tanto come storia che mi aspettavo + sviluppata, ma come regia , ambientazione e recitazione. Unica nota stonata il doppiaggio, la voce della donna incinta era inascoltabile proprio. Gli ho dato un bel 7.5 ^_-
Ale55andra
Sebbene la trama e l'ambientazione sia molto cupa, negativa e esageratamente (ma forse non troppo) catastrofica, il film risulta molto intenso, propone spunti di riflessione e tiene lo spettatore incollato allo schermo, quasi a chiedersi "Ma potrebbe accadere davvero?"
Ottimo Clive Owen, attore serio, dalla A maiuscola...Trovo invece che il personaggio interpretato da Juliette Moore sia stato eliminato troppo prematuramente....
Ottima regia, scene che restano nella testa per giorni, come l'assalto alla macchina in cui anche la perdita di un personaggio che pareva fondamentale diventa una rottura nello stile ollivuddiano che ci viene imposto in ogni film "spettacolare" ormai da una vita... Owen è ottimo.
Solo la fine mi ha leggermente deluso per incongruenza, ma non si deve cercare troppo realismo in un film che deve rimanere un incubo dal quale svegliarsi..
Da vedere assolutamente in lingua originale.
Volpe
La regia era squisita. La storia originale (finalmente!). Unica cosa che mi ha lasciata interdetta è stato il finale. Cioè. Ho molto apprezzato l'assenza dell'happy end. Proprio non ci stava. E mi è piaciuto da un lato questo rimanere nel vago. Questo "chissà poi che succederà?". Ma forse un po' troppo vago. Troppo sbrigativo. Della serie facciamolo finire in fretta, è durato già troppo, altrimenti poi la produzione ce lo taglia! Qualche idea? mmhh...mettiemoci sta barca che se la viene a prendere...
Bellissimo film... Cuaròn un grande!
A me ha ricordato molto Paul Auster e il suo Nel paese delle ultime cose, se non lo hai letto dovresti! :-P
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