mercoledì 3 ottobre 2007

CAPTIVITY

Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2007
Genere: horror
Durata: 1h32m
Regia: Roland Joffé
Sceneggiatura: Larry Cohen, Joseph Tura
Fotografia: Daniel Pearl
Musiche: Marco Beltrami
Cast: Elisha Cuthbert, Daniel Gilles, Pruitt Taylor Vince, Michael Harney, Laz Alonso, Maggie Damon, Chrysta Olsen


Trama
Jennifer Tree è una top model all’apice del successo, le locandine pubblicitarie che la ritraggono riempiono i muri della città di New York. All’improvviso si risveglia in una cella buia, senza porte né finestre. Si rende conto di essere prigioniera e di essere spiata di continuo dal suo rapitore. Durante i suoi vani tentativi di fuga si accorge che oltre il muro della sua stanza un’altra persona sta vivendo la sua stessa sorte. Insieme cercheranno di ritrovare la libertà, anche se il loro rapitore sembra conoscerli alla perfezione anticipando sistematicamente ogni loro mossa.

Recensione
La recensione si potrebbe concludere subito con questa frase: Captivity è un film pessimo sotto ogni punto di vista. Quel poco di trama che lascia trapelare è del tutto scontata, piena di situazioni assurde, stupide ed assolutamente inverosimili. Ancor peggio è il fatto che dopo pochi minuti ci si rende conto che Roland Joffé, regista di buone pellicole tra le quali “Urla nel silenzio” e “Mission”, si accosti fin troppo platealmente al film “Saw - L’enigmista”. Pur essendo classificato come horror, non esiste un momento in cui lo spettatore sia colto da brividi, cedendo presto spazio alla noia. I momenti di tortura, per i quali il film è stato criticato in mezzo mondo, si riducono ad un paio di circostanze che al più fanno sorridere. I tratti psicologici dei personaggi ristagnano nella più totale incoerenza e la situazione più allucinante viene qui tralasciata per evitare quel briciolo di sorpresa ed evitare così di svelare quel poco che può essere svelato. Il ruolo dei poliziotti è superfluo e le loro scene potrebbero essere eliminate dal film senza che lo spettatore perda il filo logico della trama (se sia possibile identificarne uno) e nelle scene finali il loro comportamento è talmente stupido da non sembrare vero. Le indagini sembrano seguire una pista già nota a priori ed il rapitore viene scoperto da tutti tranne che da loro. L’unica cosa che è possibile salvare è Elisha Cuthbert e non per la sua interpretazione (la miss è ancora non adatta ad interpretare un ruolo che pretenda un minimo di pathos), ma per la sua estrema bellezza (se nel film recita la parte di una modella di successo un motivo ci sarà). Ma se la si vuole ammirare con il tasto mute del telecomando attivato, allora meglio guardarla nella commedia “La ragazza della porta accanto”. Quindi, meglio evitare “Captivity”: non è un consiglio, ma un’esortazione.

Voto: 15%




6 Comments:

Anonimo said...

Un film che scopiazza da film di certo meglio riusciti.
Si capisce tutto già dai titolo di testa !!
Elisa Cuthberg al massimo può fare commedie americane !
Asia

Anonimo said...

ho fatto bene ad evitarlo, allora

Anonimo said...

lo guarderò e poi lo evitarò :)
grazzzzie

maura

M.S. said...

...e soprattutto, aggiungerei, fa rabbia pensare che la pellicola porti la firma di Roland Joffé. Non esistono più le certezze in questo mondo !!!!

Anonimo said...

Joffé è uno dei registi più sopravvalutati del mondo. Come ebbi a dire in passato: non è un regista, è un equivoco.

Il film è davvero pessimo, si salva appunto giusto la Cuthbert che è davvero stupenda. Ma è un po' pochino per salvare il film. Che dire poi dei due poliziotti totalmente idioti? Mah... :-(

Anonimo said...

Un regista autore di ottime pellicole come Mission e Urla Dal Silenzio non può essere la mano che ha prodotto Captivity. Una schifezza senza precedenti. Neanche facesse ridere per quanto è ridicolo!
EVITATE ASSOLUTAMENTE CAPTIVITY!!!

Mephisto77