Quando un regista hollywoodiano realizza un film rischia di perdere al massimo il budget investito e la sua reputazione. Un regista iracheno invece mette a rischio la propria vita. Dal 26 Dicembre 2007 le storie raccontate da alcuni registi iracheni (e di altre nazionalità) vengono mostrate all’”Offline: Baghdad”. Un film festival, o meglio, qualcosa di più di un film festival (come recita sul sito ufficiale), che raccoglie i film sulle realtà della vita irachena.
Preceduto in Italia a Milano dal 13 al 16 Dicembre presso lo Spazio8, in collaborazione con PeaceReporter, mensile cartaceo e quotidiano ondine e nato dall’idea dell’organizzazione umanitaria Emergency, il festival è intenzionato a mostrare come, malgrado lo sconforto generato dalla guerra, esiste una realtà irachena fatta di piccoli gesti quotidiani rivolti al valore della vita ed al rapporto tra esseri umani. Prende quindi il via a Baghdad il festival del cinema che cerca di denunciare le violenze della guerra, introducendo un messaggio di speranza di un paese nel quale ormai tutte le sale cinematografiche hanno chiuso i battenti per ragioni di sicurezza. Il festival è stato inaugurato con il cortometraggio del regista iracheno Saber Shabbi, “Frequenza interrotta”. Proiettato di fronte a qualche decina di spettatori riuniti all'Hotel Palestine, il film narra della vita di due uomini disoccupati nell'Iraq di oggi: il primo, su una sedia a rotelle, resta un irriducibile ottimista, a dispetto delle pessime notizie sparate di continuo dal suo transistor. L'altro, depresso, passa gran parte del suo tempo a fissare il soffitto della stanza. Il festival presenterà 63 pellicole, corto e lungometraggi di fiction, così come documentari provenienti da Danimarca, Francia, Egitto, Maghreb ed, ovviamente, Iraq.
Preceduto in Italia a Milano dal 13 al 16 Dicembre presso lo Spazio8, in collaborazione con PeaceReporter, mensile cartaceo e quotidiano ondine e nato dall’idea dell’organizzazione umanitaria Emergency, il festival è intenzionato a mostrare come, malgrado lo sconforto generato dalla guerra, esiste una realtà irachena fatta di piccoli gesti quotidiani rivolti al valore della vita ed al rapporto tra esseri umani. Prende quindi il via a Baghdad il festival del cinema che cerca di denunciare le violenze della guerra, introducendo un messaggio di speranza di un paese nel quale ormai tutte le sale cinematografiche hanno chiuso i battenti per ragioni di sicurezza. Il festival è stato inaugurato con il cortometraggio del regista iracheno Saber Shabbi, “Frequenza interrotta”. Proiettato di fronte a qualche decina di spettatori riuniti all'Hotel Palestine, il film narra della vita di due uomini disoccupati nell'Iraq di oggi: il primo, su una sedia a rotelle, resta un irriducibile ottimista, a dispetto delle pessime notizie sparate di continuo dal suo transistor. L'altro, depresso, passa gran parte del suo tempo a fissare il soffitto della stanza. Il festival presenterà 63 pellicole, corto e lungometraggi di fiction, così come documentari provenienti da Danimarca, Francia, Egitto, Maghreb ed, ovviamente, Iraq.
4 Comments:
Ciao! Colgo l'occasione per farti gli auguri di un felice anno nuovo!
X-Bye
Auguri per ogni sorriso che ti farà star bene, auguri per ogni sogno che vorrai realzzare, auguri per ogni bacio che ti scalderà il cuore...Buon anno!
http://spazidiconfine.splinder.com/
sicuramente un festival interessantiimo da seguire.. peccato i km di distanza!
Sono contento che nonostante la difficile situazione del paese si riesca ad organizzare un festival. Questo dimostra la forza del cinema.
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