lunedì 10 dicembre 2007

LE VITE DEGLI ALTRI

Le vite degli altriTitolo originale: Das leben der anderen
Nazione: Germania
Anno: 2006
Genere: drammatico
Durata: 2h17m
Regia: Florian H. von Donnersmarck
Sceneggiatura: Florian H. von Donnersmarck
Fotografia: Hagen Bogdanski
Musiche: Stephane Moucha, Gabriel Yared
Cast: Ulrich Mühe, Martina Gedeck, Sebastian Koch, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer, Ulrich Tukur, Volkmar Kleinert, Matthias Brenner, Herbert Knaup, Bastian Trost, Charly Hübner, Volker Michalowski, Marie Gruber, Martin Brambach, Hubertus Hartmann


Trama

Berlino, anni ’80, e il muro non è stato ancora demolito. Gerd Wiesler è un esperto capitano della Stasi, la polizia di stato che spia e controlla nel terrore i cittadini della DDR. Un giorno viene incaricato di spiare Georg Dreyman, scrittore di teatro e fedele al regime. Il vero motivo dell’indagine, però, è di natura del tutto personale: scoprire qualcosa per incriminare Dreyman in modo che il Ministro della Cultura Bruno Hempf possa avere la compagna dell’autore, la celebre attrice teatrale Christa-Maria Sieland di cui è infatuato.

Recensione
Vincitore dell’Oscar come miglior film straniero, “Le vite degli altri” è il primo lungometraggio di Florian Henckel von Donnersmarck. Il giovane regista tedesco ha realizzato un film straordinario che racconta con fedele dettaglio gli anni bui della DDR con atmosfere fredde da un lato (la cronaca delle giornate di spionaggio di un capitano della Stasi) e romantiche dall’altro (l’appassionante storia d’amore tra uno scrittore ed un'attrice teatrale). Il film si avvale di una sceneggiatura perfetta, anche nei dettagli più minuziosi, grazie anche agli studi di von Donnersmarck dell’immenso materiale della DDR conservato per tanti anni e reso pubblico in tempi recenti. Un regista capace di rendere reale quel terrore nel quale erano immersi tutti i cittadini e l'alientante sottomissione al regime, col timore di poter dire e fare anche la cosa più banale: nell'intero paese tutti erano spiati o temevano di esserlo, anche dalle persone più strette, spesso familiari, tanto è vero che seppur adesso chiunque può leggere il proprio rapporto della Stasi, soltanto in pochi hanno avuto il coraggio di leggerlo, evitando così amare realtà e considerando ormai chiuso quel triste capitolo della storia nazionale e privata.
Anche se lento nella sua parte iniziale, “Le vite degli altri” non potrà non coinvolgere lo spettatore al graduale cambiamento del capitano Weisler, prima convinto devoto al regime, poi conscio della sua vita vuota, privata di qualunque emozione. Emozioni vissute entrando silenziosamente ed indisturbato nelle “vite degli altri”, osservando quotidianamente quello che fu un reale “Grande Fratello”.
Se “Goodbye Lenin” ci aveva fatto sorridere del periodo della DDR, “Le vite degli altri” ci fa riflettere, permettendoci di conoscere con sguardo lucido come realmente ha vissuto un intero popolo per lungo tempo. Con la speranza di non dimenticarlo mai.

Voto: 85%


21 Comments:

domenico said...

mamma mia, che filmone!
mi ha commosso come pochi, quest'anno

Anonimo said...

Film tremendo, per molti aspetti: un pugno nello stomaco arrivato da una realtà che sembra lontanissima nel tempo, a dimostrazione di come stiamo vivendo freneticamente cio' che dovrebbe indurci a riflettere. Concordo in pieno sulla recensione.

Anonimo said...

bello, bello

imp.bianco said...

L'ha visto mio sorella e me ne ha parlato molto bene. Purtroppo,per ora,non ho avuto modo di vederlo.

X-Bye

duhangst said...

L'ho praticamente adorato questo film.

Anonimo said...

mi ha sorpreso. un gram bel film

sante

Mamma Simona said...

Persone di cui cinematograficamente mi fido mi hanno già parlato bene di questo film..prima o poi riuscirò a vederlo..Tra l'altro, se non ricordo male, l'attore principale mi sa che poverino è morto da poco..

ISOLE-GRECHE.com said...

Sì, è vero. Lo sapevo ma non mi andava di metterlo nella recensione. Sapevo che qualcuno comunque lo avrebbe fatto notare.
E' morto a Luglio per un cancro allo stomaco. La sua ultima apparizione pubblica fu proprio nella notte degli Oscar. Si ricorda non solo per la splendida interpretazione in questo film, ma anche nell'allucinante "Funny Games" di Hanake.
Arrivederci, Ulrich.

Anonimo said...

Io gli avrei dato un bel 9 !

Franca said...

Sono Franca di splinder, come ti ho detto ho aperto un blog anche qui, complimenti per le tue recensioni !!!!
A presto

Anonimo said...

Questo film è uno delle mie grandi lacune di quest'anno. Tutti mi hanno detto, e la tua recensione lo conferma, che si tratta di un grande film. Spero di recuperarlo in fretta. Ciao, Ale (www.alessandro1971.splinder.com)

Anonimo said...

Ci sono due cose drammatiche in questo splendido film:
1) il grandissimo attore protagonista è morto poco dopo l'uscita del film per un tumore allo stomaco
2) già si parla di farne il remake Americano. davvero. non so COME mai lo faranno, ma se davvero il progetto va a termine mi deprimerò a livelli infiniti.

comunque questa versione tedesca va vista, il film è splendido sotto ogni aspetto. uno dei pochi Oscar degli ultimi anni davvero meritato.

Schloss Adler said...

Qualche tempo fa scrissi un post sull'argomento Germania Est e sulla mia esperienza personale. Vi passo il link, sperando possa interessare a qualcuno:

http://schlossadler.blogspot.com/2007/07/memorie-di-una-trabant.html

Il film è bellissimo.
Ciao,
SA

A-Woman A-Man said...

Avevamo scritto dell'eros che aveva scardinato il controlo totale, che ha trasformato l'agente HGW XX/7 in un complice salvifico e silenzioso dell'amore... :)

Luciano said...

Un film bellissimo, doloroso, necessario. Riesce a trasmettere quello che doveva essere il "clima" di quegli anni nella ex-DDR. Un film capace di donare emozioni. Chi non l'ha visto lo faccia immediatamente. Grazie Amosgitai per la tua bella recensione.

Anonimo said...

Forse il film più bello dell'anno. Film, cast strepitosi e quel finale..quella frase così semplice ma così piena di (in)felicità.
MrDAVIS

Anonimo said...

Concordo al 100%, grandissimo film. Ciao Skeno

Anonimo said...

Un film che mi è rimasto nel cuore. Soprattutto il personaggio principale, tenerissimo in un contesto così rigido. Uno dei pochi film che nelle scene finali mi ha fatto commuovere. Grande l'interprete; peccato non ci sia più.

Christian said...

ho il dvd, avrò visto metà film...e per ora mi piace. spero di riuscire a finirlo entro la settimana. purtroppo non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto!

Anonimo said...

Credo che in certi casi il termine "capolavoro" non sia sprecato. Questo è uno di quei casi...

Anonimo said...

Personalmente è stato il più bel film della passata stagione, profondamente umano e sofferente. Ed è stata anche una conferma, a riprova del fatto che i tedeschi negli ultimi anni stiano in tutti i modi cercando di metabolizzare il proprio passato recente, con film come "La caduta", "La rosa bianca - Sophie Scholl" e lo stesso "Good bye Lenin". Noi forse lo abbiamo già fatto in passato (Rossellini in primis), e negli utlimi tempi il delicato passaggio storico dal fascismo al dopoguerra è ad appannaggio di becere fiction da quattro soldi, povere (in fatto di sceneggiatura, recitazione) anche quando prodotte con grosso dispendio economico. Peccato che Ulrich sia volato via, è stata per me una tardiva scoperta.

23giugno