giovedì 30 ottobre 2008

LES REVENANTS - QUELLI CHE RITORNANO

Locandina del film Les revenantsTitolo originale: Les revenants
Nazione: Francia
Anno: 2004
Genere: drammatico
Durata: 1h42m
Regia: Robin Campillo
Sceneggiatura: Robin Campillo, Brigitte Tijou
Fotografia: Jeanne Lapoirie
Musiche: Jocelyn Pook, Martin Wheeler
Cast: Geraldine Pailhas, Jonathan Zaccaï, Frederic Pierrot, Catherine Samie, Djemel Barek, Victor Garrivier, Marie Matheron, Bruno Cremer, Saady Delas, Alain Guillo, Catherine Salvini


Trama
Un giorno, senza un’apparente spiegazione, una parte dei morti ritorna in vita abbandonando i cimiteri dove riposavano. Taciturni, lenti, questi zombie dall’aspetto normale non sembrano avere cattive intenzioni ed iniziano a camminare lungo le strade delle città. In una piccola cittadina francese, dove sono resuscitati ben 13000 defunti, la giunta comunale si riunisce per gestire la situazione e per organizzare il loro rientro nelle famiglie ed alle loro attività lavorative. Nel frattempo, un’equipe scientifiche inizia ad analizzarli per comprendere le origini e i dettagli di questo inspiegabile fenomeno.

Recensione
“Les revenants - Quelli che ritornano” è il primo film sugli zombie nel quale non si vede una sola goccia di sangue. Presentato al Festival di Venezia del 2004, il film è diretto da Robin Campillo, già montatore e sceneggiatore in alcuni film di Laurent Cantet, vincitore della Palma d’oro a Cannes con “La classe - Entre les murs”. Tralasciando ogni considerazione specifica sulla natura degli zombie, Campillo si concentra sui problemi relativi alla loro reintegrazione nella società ed alle reazioni dei cittadini a questo inaspettato “ritorno”: chi si commuove nel riabbracciare i propri cari, chi invece rifiuta del tutto l’idea di riconquistare quegli affetti perduti, forse perché terrorizzati di poter subire un nuovo infelice commiato. Campillo, con una regia distaccata e riservata, non delinea una trama ben definita, non offrendo neanche opportuni chiarimenti sui fatti che si susseguono durante la storia. Seguendo con ritmo compassato e visionario le vicende, non fa porre alle persone che rivedono i propri defunti alcuna domanda sulla morte, ritenendola al pari di un viaggio che ha li ha tenuti lontani. Gli zombie vengono trattati come immigrati clandestini, relegati in centri di accoglienza di fortuna, ed alcuni sollevano problematiche relative al loro ritorno in società e su come questo possa danneggiare i fragili equilibri del mondo lavorativo e del sistema pensionistico, già in crisi.
Ottima la fotografia che si allinea all’atmosfera fredda e distaccata della narrazione, suscita angoscia ed inquietudine l’incedere lento dei morti lungo le strade della cittadine accompagnato da musiche poco varie ma di sicuro efficaci.
In base a tutte queste considerazioni, “Les revenants - Quelli che ritornano” potrebbe apparire come una piccola gemma, ma in realtà rimane inabissato nell’incertezza e nell’indefinito ed inoltre alcuni elementi sono davvero troppo difficili da accettare: i morti escono dalle loro bare in piena salute, senza nessun segno (alcuni di essi hanno subito morti violente), con i vestiti puliti. Tutto troppo imprecisato e calmo e questo può facilmente condurre alla noia. “Les revenants - Quelli che ritornano” è dunque un film artisticamente valido ma privo di contenuti che lo rendano interessante.

Voto: 53%


2 Comments:

Anonimo said...

Una recensione davvero particolare. Non ho capito bene se lo consigli o meno.

ISOLE-GRECHE.com said...

A dire il vero non so se consigliarlo o meno.
Gli amanti dell'horror devono evitarlo ad ogni costo perché gli zombie in "Les revenants - quelli che ritornano" non sono neanche realmente zombie, ma cari defunti tornati in vita, belli, lindi e sorridenti (a dire il vero con un sorriso un po' ebete).
E’ un film formalmente ben fatto, ma la sceneggiatura è sinceramente assurda se non inesistente. Lento, lento, lento, ma non brutto.

P.S.: caro anonimo, la prossima volta, nel caso dovessi ritornare ed utilizzare ancora l'opzione "Anomino", ti prego di lasciare almeno il tuo nome/nick alla fine del commento, in modo tale da riconoscerti in futuro.
Grazie.