Titolo originale: Mr 73
Nazione: Francia
Anno: 2008
Genere: poliziesco
Durata: 2h05m
Regia: Olivier Marchal
Sceneggiatura: Olivier Marchal
Fotografia: Denis Rouden
Musiche: Bruno Coulais
Cast: Daniel Auteuil, Olivia Bonamy, Catherine Marchal, Francis Renaud, Gerald Laroche, Guy Lecluyse, Philippe Nahon, Moussa Maaskri, Swan Demarsan, Christian Mazucchini, Tony Gaultier, Louise Monot, Virginia Anderson
Trama
Louis Schneider è un poliziotto della Squadra Omicidi che ha subito di recente perso in un incidente stradale la figlioletta, mentre la moglie vegeta in un letto di ospedale. E’ sprofondato in un abisso nel quale riesce a trovare sollievo soltanto nella bottiglia e nel suo lavoro. Una notta, in preda all’alcool, dirotta un autobus ed una volta catturato, i suoi superiori, consapevoli del suo valore e dei suoi problemi personali, gli evitano il carcere e assegnandolo però al Servizio Notturno. La sua determinatezza nel voler catturare un serial killer che sta uccidendo numerose donne lo porterà in contrasto con i suoi colleghi ed il “sistema”. Nel frattempo la giovane Justine aspetta con ansia l’uscita di prigione dell’assassino dei suoi genitori, uomo che lo stesso Schneider aveva arrestato 25 anni prima quando era un giovane poliziotto.
Recensione
Tratto liberamente da “L’ingenuità delle opere fallite” di Hugues Pagan, “L’ultima missione” rappresenta il capitolo conclusivo del trilogia poliziesca del regista francese Olivier Marchal, incentrata sul dolore e sulle riflessioni sull’amarezza di un’esistenza segnata per sempre. Se “Gangsters” era passato quasi inosservato, lo splendido “36 - Quai des Orfevres” è stato per Marchal un trampolino di lancio verso il successo internazionale. Marchal si rifà al polar, un genere che si distacca dall’azione tipica del genere poliziesco per porre l’accento sulla condizione umana nelle situazioni più disperate: Marchal raccontare personaggi che hanno perso il proprio equilibrio a causa di un destino che li ha segnati senza possibilità di riscatto, lasciati soli nella sofferenza. La città di Marsiglia è dipinta nell’oscurità della notte e bagnata continuamente dalla pioggia, una pioggia che non lava via né il dolore né il marciume di un “sistema” peggiore del male che dovrebbe combattere. Marchal conosce bene tutte queste situazioni legate alla lotta al crimine, poliziotto per dodici anni a Versailles e, in seguito, in attività all’antiterrorismo. Si avvale (nuovamente) dell’interpretazione Daniel Auteil, trasandato e afflitto nel suo dolore. L’attore francese, uno dei migliori in circolazione, incarna un eroe maledetto che non riesce a superare la perdita della sua famiglia (figlioletta morta e moglie ridotta ad un vegetale in un letto d’ospedale), continuamente disperato nei ricordi di una vita felice che ormai appartiene ad un lontano passato. Quelli tragici che hanno segnato irreparabilmente la sua vita risultano invece confusi, tanto è vero che i flashback non raccontano con certezza quanto accaduto, se non un possibile senso di colpa. Auteil/Schneider è un emarginato ma, malgrado tutto, continua a ricercare un efferato assassino. Al dolore di Schneider si accosta quello di Justine (Olivia Bonamy), troppo sensibile e dedicata, incapace anch’ella di reagire alle tragedie che hanno segnato la sua giovane vita.
Marschal riesce ad intersecare le storie con ordine, senza mai generare intrusioni forzate e senza senso. Riesce a catturare fin dalle note iniziali di una malinconica “Avalanche” di Leonard Cohen (“Mi ha travolto una valanga, e la mia anima fu sepolta”), conducendo lo spettatore in un mondo fatto solo di disperazione.
Ottimo il finale che chiude il crescendo di tormento e angoscia nella quale si ritrovano impotenti tutti i protagonisti. La soluzione è una sola e non è mai quella giusta.
“L’ultima missione” (barbaramente tradotto dal titolo originale “Mr 73”, una pistola in dotazione alla polizia francese, che lo fa confondere con l’orrendo film omonimo con Dolph Lundgren) è una dura messa in scena della realtà che appassiona dal primo all’ultimo fotogramma.
Voto: 76%
Nazione: Francia
Anno: 2008
Genere: poliziesco
Durata: 2h05m
Regia: Olivier Marchal
Sceneggiatura: Olivier Marchal
Fotografia: Denis Rouden
Musiche: Bruno Coulais
Cast: Daniel Auteuil, Olivia Bonamy, Catherine Marchal, Francis Renaud, Gerald Laroche, Guy Lecluyse, Philippe Nahon, Moussa Maaskri, Swan Demarsan, Christian Mazucchini, Tony Gaultier, Louise Monot, Virginia Anderson
Trama
Louis Schneider è un poliziotto della Squadra Omicidi che ha subito di recente perso in un incidente stradale la figlioletta, mentre la moglie vegeta in un letto di ospedale. E’ sprofondato in un abisso nel quale riesce a trovare sollievo soltanto nella bottiglia e nel suo lavoro. Una notta, in preda all’alcool, dirotta un autobus ed una volta catturato, i suoi superiori, consapevoli del suo valore e dei suoi problemi personali, gli evitano il carcere e assegnandolo però al Servizio Notturno. La sua determinatezza nel voler catturare un serial killer che sta uccidendo numerose donne lo porterà in contrasto con i suoi colleghi ed il “sistema”. Nel frattempo la giovane Justine aspetta con ansia l’uscita di prigione dell’assassino dei suoi genitori, uomo che lo stesso Schneider aveva arrestato 25 anni prima quando era un giovane poliziotto.
Recensione
Tratto liberamente da “L’ingenuità delle opere fallite” di Hugues Pagan, “L’ultima missione” rappresenta il capitolo conclusivo del trilogia poliziesca del regista francese Olivier Marchal, incentrata sul dolore e sulle riflessioni sull’amarezza di un’esistenza segnata per sempre. Se “Gangsters” era passato quasi inosservato, lo splendido “36 - Quai des Orfevres” è stato per Marchal un trampolino di lancio verso il successo internazionale. Marchal si rifà al polar, un genere che si distacca dall’azione tipica del genere poliziesco per porre l’accento sulla condizione umana nelle situazioni più disperate: Marchal raccontare personaggi che hanno perso il proprio equilibrio a causa di un destino che li ha segnati senza possibilità di riscatto, lasciati soli nella sofferenza. La città di Marsiglia è dipinta nell’oscurità della notte e bagnata continuamente dalla pioggia, una pioggia che non lava via né il dolore né il marciume di un “sistema” peggiore del male che dovrebbe combattere. Marchal conosce bene tutte queste situazioni legate alla lotta al crimine, poliziotto per dodici anni a Versailles e, in seguito, in attività all’antiterrorismo. Si avvale (nuovamente) dell’interpretazione Daniel Auteil, trasandato e afflitto nel suo dolore. L’attore francese, uno dei migliori in circolazione, incarna un eroe maledetto che non riesce a superare la perdita della sua famiglia (figlioletta morta e moglie ridotta ad un vegetale in un letto d’ospedale), continuamente disperato nei ricordi di una vita felice che ormai appartiene ad un lontano passato. Quelli tragici che hanno segnato irreparabilmente la sua vita risultano invece confusi, tanto è vero che i flashback non raccontano con certezza quanto accaduto, se non un possibile senso di colpa. Auteil/Schneider è un emarginato ma, malgrado tutto, continua a ricercare un efferato assassino. Al dolore di Schneider si accosta quello di Justine (Olivia Bonamy), troppo sensibile e dedicata, incapace anch’ella di reagire alle tragedie che hanno segnato la sua giovane vita.
Marschal riesce ad intersecare le storie con ordine, senza mai generare intrusioni forzate e senza senso. Riesce a catturare fin dalle note iniziali di una malinconica “Avalanche” di Leonard Cohen (“Mi ha travolto una valanga, e la mia anima fu sepolta”), conducendo lo spettatore in un mondo fatto solo di disperazione.
Ottimo il finale che chiude il crescendo di tormento e angoscia nella quale si ritrovano impotenti tutti i protagonisti. La soluzione è una sola e non è mai quella giusta.
“L’ultima missione” (barbaramente tradotto dal titolo originale “Mr 73”, una pistola in dotazione alla polizia francese, che lo fa confondere con l’orrendo film omonimo con Dolph Lundgren) è una dura messa in scena della realtà che appassiona dal primo all’ultimo fotogramma.
Voto: 76%
Trailer “L’ultima missione”
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2 Comments:
sicuramente lo vedrò!
Ricordo mi piacque molto questo film, triste e pessimista ma con pochi fronzoli così come è la realtà.
(Tutti i sogni del mondo non possono cancellare i dolori della vita...)
Ciao
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