venerdì 3 ottobre 2008

THE MIST

Locandina del film The mistTitolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2007
Genere: horror
Durata: 2h06m
Regia: Frank Darabont
Sceneggiatura: Frank Darabont
Fotografia: Ronn Schmidt
Musiche: Mark Isham
Cast: Thomas Jane, Marcia Gay Harden, Laurie Holden, Andre Braugher, Toby Jones, William Sadler, Jeffrey DeMunn, Frances Sternhagen, Nathan Gamble, Alexa Davalos


Trama
In seguito ad una terribile tempesta, una strana e fitta nebbia inizia ad avvolgere Bridgton, una piccola cittadina del Maine. David Drayton e suo figlio Billy rimangono intrappolati insieme ad alcuni abitanti nel supermarket cittadino. Assediati nel locale, i malcapitati scopriranno ben presto che in mezzo alla nebbia si nasconde qualcosa di mortale. Alla minaccia che proviene dall’esterno, si aggiungono però alcuni imprevisti all’interno del supermarket tra le persone che iniziano a soffrire mal volentieri il ruolo di topi in trappola, senza sapere nulla di quanto sta accadendo. Inoltre, tra i clienti fa sentire la sua voce una fanatica religiosa che, convinta dell’approssimarsi della fine del mondo, è intenzionata a convincere gli assediati della necessità di purificazione e di sacrifici umani per salvare le proprie anime dalla mortale minaccia.

Recensione
“The mist” è un racconto che Stephen King scrisse negli anni ’80 ed incluse nell’antologia “Scheletri”. Raccontare sul grande schermo i romanzi dello scrittore di Portland è impresa non facile, per la difficoltà di trasformare in fotogrammi uno stile narrativo caratterizzato da una strabiliante scorrevolezza del testo ed un’immensa capacità di stimolare l’immaginario del lettore. Frank Darabont, regista di “The mist”, deve essere un fan accanito di King, dato che prima di questo ha diretto altre pellicole “kinghiane” (“Le ali della libertà”, “Il miglio verde”).
Per la prima volta però Darabont si cimenta con una sceneggiatura essenzialmente horror, riuscendo tuttavia a cogliere tutti gli aspetti tipici della letteratura di King, in particolar modo quelli relativi alle metafore sulla società americana. La paura dell’ignoto, il senso di assedio, la volontà di sopravvivenza sono rappresentate con lucida finezza e gli ambienti claustrofobici amplificano il senso di tensione e di prossimità della morte. Darabont dirige con scioltezza e dinamismo, raccontando una storia avvincente nella sua semplicità. Alterna il ritmo con maestria senza mai annoiare, permettendo così incastrare momenti di terrore (discreti gli effetti speciali) e di azione con quelli più intimi e drammatici, legati ad un’analisi sulla natura umana che seppur razionale rovina di fronte alla paura ed alla paranoia, con ostilità peggiori del male che li ha generati. Il nemico non è soltanto la nebbia, ma il proprio concittadino, lo stesso che ti saluta cordialmente ogni mattina. Darabont porta avanti sapientemente entrambe le situazioni di crisi, rendendo lo spettatore ignaro sul quale delle due possa condurre all peggiore epilogo. Se c’è “qualcosa” che dall’esterno del supermarket assedia minaccioso, all’interno ci sono gli equilibri tra le persone che vacillano inesorabilmente.
Un campionario di personaggi perfettamente caratterizzati: zotici di provincia, prepotenti sospettosi, uomini che di fronte alle proprie debolezze si lasciano abbindolare dalla fanatica religiosa di turno. Ed è proprio il personaggio di Mrs. Comody ad essere quello più riuscito, in linea con le pagine del libro, detestabile ed spregevole nei suoi deliri, terrorizzante nella sua capacità di plagiare le menti offrendo una versione di Dio lontana da quella del Padre Misericordioso, con la sua Bibbia dalla quale riesce ad estrapolare con malvagità soltanto le parti più inquietanti. Merito dell’attrice Marcia Gay Hardin, splendida in questa parte decisamente disturbante. David Drayton, interpretato da un valido Thomas Jane, appare un eroe insolito, sopraffatto dagli eventi. Simpatico invece il cassiere Ollie Weeks, un esempio di rivalsa del dipendente sempre bistrattato dal capo poco sensibile.
Assente per quasi tutta l’intera durata del film l’apporto musicale nel finale vede però nella voce di Lisa Germano dei Dead Can Dance un momento lirico di assoluto splendore.
Fedele al romanzo in ogni suo parte, Darabont cambia però completamente il finale: siamo di fronte ad uno dei più intensi e scioccanti finali mai concepiti nella storia del cinema horror. Un finale talmente bello che lo stesso King, in un’intervista, ha affermato di aver gradito con ammirazione. Se non lo si fosse compreso fino a questo punto della recensione, “The Mist”, seppur con qualche piccola impercettibile sbavatura, è un horror eccezionale che raramente si ha la fortuna di vedere sul grande schermo.

Voto: 90%


12 Comments:

Anonimo said...

E' uno dei pochi film tratti da racconti/romanzi di S. King che sono stati messi in scena con grande efficacia. La stessa cosa si può dire de "Il miglio verde" (stesso regista), mentre mi hanno deluso molte altre riduzioni cinematografiche. Ottima recensione, bravo!

Anonimo said...

Wow! La tua recensione mi ha incuriosito tantissimo: lo andrò a vedere sicuramente! Ciao, Ale

Anonimo said...

Adoro i film horror! Di certo nn lo perderò! Grazie della dritta! A presto. Fobole

Anonimo said...

Ciao! Ho visto il trailer di The Mist e la prima cosa che mi è venuta in mente è stato un film del 1980 di John Carpenter, The Fog... la nebbia appunto. Mi sembra di capire che il plot sia un po' diverso ma la sostenza è quella. Per di più leggo nel tuo post che i personaggi restano bloccati all'interno di un locale e questo è Carpenter puro!!!La paura e il senso di clautrofobia dei pesonaggi.. Sorpresa sorpresa!!! Sono andata sul sito www.stephenking.com e ho scoperto che The Mist è una novella quindi un racconto breve, pubblicata nel 1984!!! Perciò mi sa che King si era ispirato al film di Carpenter! So che ne avevano fatto un remake nel 2005 che io non ho visto perchè solitamente i remake non raggiungono mai il livello della prima versione, tentano di rendere tutto più moderno riempiendo la pellicola di effetti speciali, ma poi si perde il fascino e la magia dell'originalità. Comunque penso che andrò a vederlo, e poi magari ti dirò che mi è sembrato. Un saluto da Baby

ISOLE-GRECHE.com said...

Non paragonerei THE MIST a THE FOG. Chiaro, l'elemento principale, la nebbia, è lo stesso. Il fatto che King si sia ispirato al film di Carpenter può essere vero, ma come si è ispirato anche ai racconti di Richard Matheson.
La differenza sostanziale tra i due film (prendo in considerazione l'originale THE FOG) è nella drammaticità e nell'analisi del gruppo che vacilla in preda alla paura, un gruppo che non ha più a chi rivolgersi nel pericolo se non ad un Dio che non è quello cristiano. Ricordo che Dio disse ad Abramo di sacrificare suo figlio, ma nel momento di farlo, lo fermò. Dio non lo avrebbe mai permesso, intanto chese ad Abramo di rinunciare a quello che aveva di più caro.
THE MIST è un capolavoro, con nuovo finale che lascia davvero impietriti, grazie anche alla voce di Lisa Germano. Guarda non posso neanche dire troppo (non ho potuto farlo neanche nella recensione) perché cerco di anticipare il meno possibile e, a differenza di quanto trovi in giro, di non rilevare affatto dettagli che possono rovinare la visione.
Infatti stai attenta, perché ci sono in giro su internet, anche su importanti siti di cinema, recensioni che anticipano troppo.
Unico consiglio... corri Venerdì subito a vederlo...

domenico said...

cavolo: DEVO VEDERLO

Anonimo said...

wow che recensione!
non ero molto carico nel vederlo ma dopo questa recensione lo voglio vedere!!

Weltall said...

Visto ieri sera e mi è piaciuto tantissimo!!!
Tra l'altro un finale strepitoso che ti colpisce dritto allo stomaco!!!

Anonimo said...

Ho visto ieri The Mist e non posso che confermare l'ottima recensione che hai fatto. La trama è eccezionale seppur non originale.
The Mist è davvero un orror favoloso e fa riflettere tanto.
Lo consiglio a tutti!!!

Amadea

Anonimo said...

The mist è fantastico!

Anonimo said...

ragazzi quando esce in dvd questo film?bellissimo davvero e il finale poi....rispondetemi vi prego grazie

Stefano said...

Mi sa che abbiamo gusti diversi :) Sicuramente è un film che ti tiene incollato alla sedia, ma in fin dei conti la trama e il finale mi sembrano decisamente scadenti. L'argomento sa di già visto (sembra la versione horror di una puntata di Primeval) e il finale lo definirei "inutilmente toccante" e io adoro i finali ad effetto! Perchè va bene un finale che deve essere originale, come non te l'aspetti, ma questa sa proprio di presa in giro. E se a King è piaciuto tanto mi spiego anche perchè non riesco più a leggere nessuno dei libri che sta scrivendo da qualche anno a questa parte.