Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 1998
Genere: drammatico
Durata: 1h59m
Regia: Tony Kaye
Sceneggiatura: David McKenna
Fotografia: Tony Kaye
Musiche: Anne Dudley
Cast: Edward Norton, Edward Furlong, Beverly D’Angelo, Fairuza Balk, Stacy Keach, Elliot Gould, Avery Brooks, Jennifer Lien, Ethan Suplee, William Russ, Guy Torry, Joseph Cortese, Jason Bose Smith, Giuseppe Andrews
Trama
Derek Vinyard è un giovane skinhead appena uscito di prigione, dove ha scontato una pena di tre anni commesso un brutale omicidio, una notte in cui alcuni ragazzi di colore avevano tentato di rubargli l’automobile. Una vendetta personale poiché il padre di Derek, vigile del fuoco, fu ucciso durante una sparatoria da uno spacciatore di colore. Derek ha anche un fratello minore Danny che stravede per lui e questa sua ammirazione è adesso vista con preoccupazione da Derek, uscito del tutto cambiato dal carcere ed intenzionato ad evitare che il fratello minore possa fare la sua stessa fine. Inoltre il ritorno di Derek non avviene in un’atmosfera idilliaca: i ragazzi di colore del quartiere dove vive la famiglia Vinyard attende con impazienza di vendicarsi della morte del loro “fratello”.
Recensione
“American history X” è una palese denuncia non soltanto contro il razzismo, ma l’odio nella suo significato più universale, un sentimento capace di provocare un’interminabile escalation di violenza. Film d’esordio di Tony Kaye, stimato regista di spot pubblicitari, “American history X” è un film crudo, con scene estremamente violente, come quella relativa all’omicidio commesso da Derek e la sodomizzazione dello stesso in carcere. Difficile trovare un film horror capace di sconvolgere allo stesso modo, perché quanto raccontato in “American history X” non è che la realtà degli ambienti degradati dove spesso la ragione lascia il campo all’ira ed al fanatismo.
Chiara e lineare è la diegesi: Derek da piccolo perde il padre, ucciso da un criminale di colore. Il insofferenza nei confronti delle diverse etnia si trasforma in un istante in spietato odio razziale. Con la prematura morte del padre, Derek si appropria del ruolo di padre con lo scopo di proteggere la sua famiglia e di guidare il fratello minore. Nessun ruolo assumono le donne della famiglia: la fragile madre non può fare nulla contro lo strapotere e l’arroganza del figlio ed a farne le spese è il suo nuovo compagno, disprezzato da Derek perché ebreo; la sorella coetanea non viene presa in considerazione a causa delle sue idee progressiste. Danny, il fratello minore, invece lo venera come un dio emulando in totale venerazione. L’omicidio di Derek non viene commesso nei confronti del “ladro” che avrebbe potuto ledere l’incolumità della sua famiglia, bensì del “negro”, vendicando così l’omicidio del padre. La crudeltà dell’episodio criminoso e il conseguente arresto non distruggono la stima di Danny nei confronti del fratello, bensì l’accrescono. Ma il carcere sarà per Derek luogo di redenzione ed il suo ritorno sarà segnato una nuova importante missione: salvare il fratello dal destino tragico che già è stato suo. Due missioni dunque: vendicare il padre e salvare il figlio, nel mezzo, la sua redenzione. Tony Kaye sceglie di demarcarne i confini attraverso l’utilizzo del b/n durante i flashback che vedono Derek razzista e criminale ed il colore dopo l’uscita dal carcere. Efficace anche la direzione degli attori, peccato per alcune scelte tecniche: eccessivo numero ralenti per enfatizzare i momenti di pathos (del tutto superflui data la tragicità intrinseca degli episodi) ed alcuni tagli troppo scolastici (primi piani insistenti e movimenti a mano della mdp adoperati in contesti non opportuni). “American history X” sarebbe da vedere soltanto per le due splendide interpretazioni offerte da Edward Norton, il cui talento è indiscutibile, e da Edward Furlong, estremamente in gamba. Norton ha una naturale capacità di interpretare ruoli di persone per bene non privi però di problemi personali o con la legge. Una persona normale che, in quanto tale, non è immune alla possibilità di essere guastato dall’ambiente in cui vive. Perfetta dunque la doppia interpretazione di Norton, sia durante pre-detenzione nei panni dell’esaltato naziskin che mette in mostra la svastica sui pettorali scolpiti, sia durante la post-detenzione in quelli dell’uomo discreto ed equilibrato, capelli ordinati e ben vestito, consapevole dei crimini commessi. Edward Furlong (il giovane John Connor di “Terminator 2”) dà il volto a Danny, un mix di sensibilità ed inquietudine tipica della sua generazione, portata a seguire modelli spesso sbagliati.
“American history X” è una forte e cruda denuncia nei confronti dell’odio e come esso si bagni inevitabilmente nel sangue delle vittime. E l’odio ricompare, sempre, per saldare i conti del passato.
Voto: 86%
Nazione: USA
Anno: 1998
Genere: drammatico
Durata: 1h59m
Regia: Tony Kaye
Sceneggiatura: David McKenna
Fotografia: Tony Kaye
Musiche: Anne Dudley
Cast: Edward Norton, Edward Furlong, Beverly D’Angelo, Fairuza Balk, Stacy Keach, Elliot Gould, Avery Brooks, Jennifer Lien, Ethan Suplee, William Russ, Guy Torry, Joseph Cortese, Jason Bose Smith, Giuseppe Andrews
Trama
Derek Vinyard è un giovane skinhead appena uscito di prigione, dove ha scontato una pena di tre anni commesso un brutale omicidio, una notte in cui alcuni ragazzi di colore avevano tentato di rubargli l’automobile. Una vendetta personale poiché il padre di Derek, vigile del fuoco, fu ucciso durante una sparatoria da uno spacciatore di colore. Derek ha anche un fratello minore Danny che stravede per lui e questa sua ammirazione è adesso vista con preoccupazione da Derek, uscito del tutto cambiato dal carcere ed intenzionato ad evitare che il fratello minore possa fare la sua stessa fine. Inoltre il ritorno di Derek non avviene in un’atmosfera idilliaca: i ragazzi di colore del quartiere dove vive la famiglia Vinyard attende con impazienza di vendicarsi della morte del loro “fratello”.
Recensione
“American history X” è una palese denuncia non soltanto contro il razzismo, ma l’odio nella suo significato più universale, un sentimento capace di provocare un’interminabile escalation di violenza. Film d’esordio di Tony Kaye, stimato regista di spot pubblicitari, “American history X” è un film crudo, con scene estremamente violente, come quella relativa all’omicidio commesso da Derek e la sodomizzazione dello stesso in carcere. Difficile trovare un film horror capace di sconvolgere allo stesso modo, perché quanto raccontato in “American history X” non è che la realtà degli ambienti degradati dove spesso la ragione lascia il campo all’ira ed al fanatismo.
Chiara e lineare è la diegesi: Derek da piccolo perde il padre, ucciso da un criminale di colore. Il insofferenza nei confronti delle diverse etnia si trasforma in un istante in spietato odio razziale. Con la prematura morte del padre, Derek si appropria del ruolo di padre con lo scopo di proteggere la sua famiglia e di guidare il fratello minore. Nessun ruolo assumono le donne della famiglia: la fragile madre non può fare nulla contro lo strapotere e l’arroganza del figlio ed a farne le spese è il suo nuovo compagno, disprezzato da Derek perché ebreo; la sorella coetanea non viene presa in considerazione a causa delle sue idee progressiste. Danny, il fratello minore, invece lo venera come un dio emulando in totale venerazione. L’omicidio di Derek non viene commesso nei confronti del “ladro” che avrebbe potuto ledere l’incolumità della sua famiglia, bensì del “negro”, vendicando così l’omicidio del padre. La crudeltà dell’episodio criminoso e il conseguente arresto non distruggono la stima di Danny nei confronti del fratello, bensì l’accrescono. Ma il carcere sarà per Derek luogo di redenzione ed il suo ritorno sarà segnato una nuova importante missione: salvare il fratello dal destino tragico che già è stato suo. Due missioni dunque: vendicare il padre e salvare il figlio, nel mezzo, la sua redenzione. Tony Kaye sceglie di demarcarne i confini attraverso l’utilizzo del b/n durante i flashback che vedono Derek razzista e criminale ed il colore dopo l’uscita dal carcere. Efficace anche la direzione degli attori, peccato per alcune scelte tecniche: eccessivo numero ralenti per enfatizzare i momenti di pathos (del tutto superflui data la tragicità intrinseca degli episodi) ed alcuni tagli troppo scolastici (primi piani insistenti e movimenti a mano della mdp adoperati in contesti non opportuni). “American history X” sarebbe da vedere soltanto per le due splendide interpretazioni offerte da Edward Norton, il cui talento è indiscutibile, e da Edward Furlong, estremamente in gamba. Norton ha una naturale capacità di interpretare ruoli di persone per bene non privi però di problemi personali o con la legge. Una persona normale che, in quanto tale, non è immune alla possibilità di essere guastato dall’ambiente in cui vive. Perfetta dunque la doppia interpretazione di Norton, sia durante pre-detenzione nei panni dell’esaltato naziskin che mette in mostra la svastica sui pettorali scolpiti, sia durante la post-detenzione in quelli dell’uomo discreto ed equilibrato, capelli ordinati e ben vestito, consapevole dei crimini commessi. Edward Furlong (il giovane John Connor di “Terminator 2”) dà il volto a Danny, un mix di sensibilità ed inquietudine tipica della sua generazione, portata a seguire modelli spesso sbagliati.
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Voto: 86%
Trailer “American history X”
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2 Comments:
davvero un bel film...l'ho visto diversi anni fa e mi unisco ad AmosGitai nel consiglio
Mi unisco anch'io: American History X è un film bellissimo e profondo!
MarinaX
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