lunedì 3 agosto 2009

THE SKELETON KEY

Locandina del film The skeleton key
Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2005
Genere: horror, thriller
Durata: 1h44m
Regia: Ian Softley
Sceneggiatura: Ehren Kruger
Fotografia: Daniel Mindel
Musiche: Ed Shearmur
Cast: Kate Hudson, Gena Rowlands, John Hurt, Joy Bryant, Peter Sarsgaard, Andreas Beckett, Jen Apgar, Ann Dalrymple, Natasha Delaunth, Kristi Evans, Justin Groetsch, David Jensen, Ianello Garcino


Trama
Caroline Ellis è un’infermiera che si prende cura di malati prossimi alla morte. Un giorno risponde ad un annuncio sul giornale e si trasferisce in una dimora isolata di New Orleans per occuparsi di Benjamin Deveraux, un anziano paralizzato ed incapace di parlare a causa di un ictus. Il suo lavoro non è molto impegnativo ma quella casa sembra nascondere qualcosa. La totale assenza di specchi, lo strano comportamento di Ben, come se volesse comunicarle qualcosa ed alcuni rumori provenienti da una stanza in fondo alla soffitta chiusa a chiave. Inoltre molte altre infermiere si sono avvicendate in quella casa, scappando dopo un breve periodo di lavoro. Caroline decide di aprire quella porta trovandosi di fronte qualcosa di sconvolgente.

Recensione
Diretto dal regista Ian Softley (“Hackers”, “K-Pax”) e scritto da Ehren Kruger (remake americani dei giapponesi “The Ring”, “The Ring 2”), “The skeleton key” è un thriller/horror dall’atmosfera cupa ed affascinante, non solo per l’inquietante antica dimora, location di gran parte del film, ma per la stessa New Orleans, fatiscente e misteriosa città dell’occulto. “The skeleton key” gioca tutto sullo scetticismo, sulla solitudine e sulla paura della protagonista, Caroline, interpretata da una Kate Hudson in grado di virare senza incertezze dalle classiche commedie romantiche ad un film ricco di suspense offrendo un personaggio dalla personalità complessa, sulla quale si basa l’intera storia, svestendo i panni di ragazza dolce e sensuale. La Hudson, senza ricorrere ad urla ed atteggiamenti isterici, trasmette la sua ansia e le sue paure. Una ragazza in cerca di una seconda possibilità, dopo aver lasciato morire il padre da solo, sempre impegnata con la sua rock band. Di fianco all’attrice californiana, John Hurt, capace di esprimermi senza neanche una parola, a causa della condizione di Ben, Gena Rowlands, intensa ed eccezionale, nel ruolo della moglie e Peter Sarsgaard a buoni livelli. Poco lo spazio per Joy Bryant, nei panni dell’amica di Caroline), sufficiente però a mostrare la sua impressionante bellezza.
Se la storia della casa infestata è lontana dall’essere originale, è il modo di raccontarla a renderla interessante e coinvolgente. Merito dello sceneggiatore Ehren Kruger: raccoglie gli elementi delle classiche storie di fantasmi orientali delle quali si dimostra esperto conoscitore, integrandole con elementi occidentali e, in particolare, con le torbide tradizioni voodoo di New Orleans. Buona anche la storia in sé, nulla è lasciato inspiegato ed ogni comportamento segue una sua logica (ad esempio, Caroline, a differenza delle altre infermiere, non scappa dalla casa spinta dai sensi di colpa nei confronti del padre. Gli indizi vengono rivelati con perfetta gradualità, regalando un senso di intrigo e puro coinvolgimento. La regia di Ian Softley è apprezzabile per il fatto di riuscire a mantenere un buon livello di tensione per tutta la durata della pellicola senza ricorrere ad una goccia di sangue e sono diverse le scene che, grazie ad accurate ed intelligenti inquadratura, generano il classico salto dalla poltrona. La fotografia lugubre e crepuscolare di “The skeleton key”, opera di Dan Mindel, accresce il senso di apprensione intorno alla storia. Buono anche l’apporto sonoro, privo di musiche, se non per la cantilena esoterica che fuoriesce dal grammofono in un mix di folklore e di angoscia.
“The skeleton key” è un thriller/horror affascinante ed intrigante grazie alla misteriosa location della città di New Orleans e ad una struttura narrativa ben congeniata che non ha dovuto far ricorso a facili spargimenti di sangue. Il titolo si riferisce al passe-partout che nel film apre tutte le porte della casa, tranne la stanza della soffitta, i cui tragici segreti alimentano l’intera storia.

Voto: 86%


1 Comment:

Anonimo said...

Visto in tv quando è passato. Una sorpresa: appassionante con un ottimo finale a sorpresa. Lo consiglio a tutti!