Il regista iraniano Jafar Panahi è stato arrestato perché stava progettando la realizzazione di un film sulle proteste post-elettorali nei confronti del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Il regista iraniano, vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia 2000 per il film “Il cerchio” e dell’Orso d’Argento al Festival di Berlino 2006 per il film “Offside”, è stato arrestato lunedì sera assieme alla moglie, alla figlia e a 15 amici che si trovavano in casa sua da agenti in borghese delle forze di sicurezza. Nel verbale ufficiale d’arresto si afferma infatti che “Jafar Panahi preparava a casa sua con i suoi assistenti un film ostile al regime, ma la vigilanza dei servizi segreti ha permesso di scoprire questa iniziativa”. Panahi è un aperto sostenitore del leader dell'opposizione Hossein Mussavi ed era già stato arrestato a luglio durante una cerimonia commemorativa per Neda Soltan, la giovane uccisa durante le manifestazioni di protesta contro le elezioni. Il mese scorso le autorità iraniane gli avevano ritirato il passaporto e Panahi non poté recarsi in Germania a partecipare al Festival del cinema di Berlino.
I film di Panahi, nonostante il grande successo internazionale ed i premi prestigiosi ricevuti, rimangono al bando in Iran soltanto perché raccontano apertamente la vita e le condizioni in cui vive la popolazione iraniana. In particolare, Panahi descrive le pessime condizioni in cui vivono le donne. Per neutralizzare ogni tipo di opposizione politica e giudizi critici, Ahmadinejad sta attuando un regime di terrore chiudendo giornali ed arrestando studenti, fotografi, artisti e giornalisti. Jafar Panahi era una delle tante bocche da chiudere in un Paese in cui la libertà di espressione è un’utopia.
I film di Panahi, nonostante il grande successo internazionale ed i premi prestigiosi ricevuti, rimangono al bando in Iran soltanto perché raccontano apertamente la vita e le condizioni in cui vive la popolazione iraniana. In particolare, Panahi descrive le pessime condizioni in cui vivono le donne. Per neutralizzare ogni tipo di opposizione politica e giudizi critici, Ahmadinejad sta attuando un regime di terrore chiudendo giornali ed arrestando studenti, fotografi, artisti e giornalisti. Jafar Panahi era una delle tante bocche da chiudere in un Paese in cui la libertà di espressione è un’utopia.
1 Comment:
A quanto pare c'è chi si trova peggio di noi riguardo la libertà di espressione...
Ma tranquilli...non siamo meno di nessun'altro...tra non molto toccherà anche a noi....eh..eh...
Certo...se tutto ciò contribuisse ad eliminare i cine-panettoni...sarebbe in parte utile almeno nella nostra nazione...eh..eh..
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