lunedì 30 gennaio 2012

IN TIME

Recensione film In Time
Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: azione, fantascienza
Durata: 1h49m
Regia: Andrew Niccol
Sceneggiatura: Andrew Niccol
Fotografia: Roger Deakins
Musiche: Craig Armstrong
Cast: Justin Timberlake, Amanda Seyfried, Cillian Murphy, Olivia Wilde, Shyloh Oostwald, Johnny Galecki, Will Harris, Michael William Freeman Jesse Lee Soffer, Colin McGurk, Aaron Perilo, Nick Lashaway, William Peltz, Ray Santiago, Matt Bomer


Trama
In un futuro prossimo, l’invecchiamento è stato sconfitto: le persone crescono fino a 25 anni per avere la stessa età in eterno. Per evitare la sovrappopolazione, ogni persona è dotata di un conto alla rovescia. Se il tempo segnato scenderà a zero, si morirà all’istante. Il tempo è, dunque, diventato la nuova valuta. I ricchi vivono tranquillamente nelle zone ricche della città, gli altri cercano di sopravvivere cercando di non far scendere troppo il proprio conto alla rovescia. Will Salas è un ragazzo del ghetto che vive alla giornata, letteralmente, dato che il suo tempo non supera mai le 24 ore. La sua vita prosegue comunque tranquilla fino a quando uno sconosciuto gli regala una grossa somma di tempo prima di suicidarsi. Will è costretto alla fuga perché la polizia crede che sia lui l’assassino dell’uomo.

Recensione
Se non si considerassero “Gattaca - La porte dell’universo”, film d’esordio, e “Lord of war”, Andrew Niccol sarebbe l’esempio perfetto di geniale sceneggiatore incapace di mettere in scena le sue idee. “The Truman Show”, “S1m0ne”, “The Terminal” sono sue idee diventate, in mano ad altri registi, ottimi film. L’idea sviluppata in “In time” è tra le più interessanti degli ultimi tempi. Siamo in un futuro prossimo. L’invecchiamento è stato sconfitto. Le persone crescono fino a 25 anni per poi rimanere per sempre con lo stesso aspetto fisico. In realtà, quel “per sempre” è un lusso di pochi, perché ogni persona ha sul braccio un conto alla rovescia che ne determina la morte istantanea non appena si esaurisce. Una soluzione necessaria: vincere la morte significa sovrappopolare il pianeta. Il tempo registrato sul countdown viene incrementato con il lavoro e con qualsiasi altra attività, anche illegale, che genera reddito. Il tempo come nuova valuta, ceduta attraverso apparecchi custoditi nelle banche o scambiata con il semplice contatto tra le braccia. In sintesi, “In time” rende reale il noto proverbio “Il tempo è denaro”. L’ambientazione distopica mostra città divise in zone più o meno ricche, sempre in base alla quantità di tempo disponibile sul proprio conto alla rovescia.
Un’idea incredibilmente originale? Forse al cinema, ma non in letteratura. Nel 1965, infatti, veniva pubblicato dallo scrittore Harlan Ellison il libro “«Pentiti, Arlecchino!» disse l’Uomo del Tic-Tac”. La New Regency, società di produzione del film, si è accordata con Ellison aggiungendolo nei crediti. Se da un lato questo ha evitato una causa in tribunale, dall’altro è stata una chiara ammissione di colpa.
Plagio a parte, “In time” è una grande occasione persa. Niccol si mostra inadatto sia sul piano artistico che puramente tecnico. Alcune scene sono orrende sia nel girato che nella loro stessa ideazione. Niccol insiste troppo sulle spiegazioni di questa nuova società dimenticandosi di gestire i comportamenti delle personi comuni. Tutti si comportano come se vivessero ai nostri giorni, come se il tempo non fosse passato. Si passa poi a una noiosa caccia al criminale che ha preso in ostaggio la figlia del magnate. Secondo un copione scontato, la ragazza sposa le sue idee rivoluzionare e ne diventa complice. A inseguirli c’è un povero poliziotto mal pagato e che quindi a stento riesce a ricaricare il suo tempo a disposizione. Per la serie: "Date più sold... ehm, tempo ai poliziotti!”
Le prove incolore degli attori sono figlie della pessima gestione degli stessi. Se Justin Timberlake cerca di fare il possibile per apparire credibile, la sexy e dolce Amanda Seyfried appare come un pesce lesso con un fiocco rosso in testa. Un applauso alla giovane attrice, così coraggiosa nell’andare in scena con una capigliatura così orrenda!
Banale la colonna sonora di Craig Armstrong, esperto compositore, qui del tutto fuori corda. Da potenziale cult sci-fi “In time” diventa così un filmetto d’azione che può essere riassunto in modo esauriente con le frasi “Distruggiamo il sistema, facciamo una rivoluzione!” e “Aiuto! Scappiamo che ci prende!”. Il tutto condito da un’insipida storia d’amore.
Personaggi appena abbozzati, sceneggiatura non approfondita e regia monotona: colpe imputabili a un singolo soggetto, ovvero Andrew Niccol. Chissà cosa sarebbe stato “In time” nelle mani di un regista/sceneggiatore più valido.

Voto: 42%

Trailer “In time”



4 Comments:

Adriano Maini said...

Mi sa che ci voleva almeno un George Orwell alla sceneggiatura!

Anonimo said...

Grazie... sono ancora "In Time" per non vederlo!!!

:)

Elia (Effetto Notte) said...

Ciao. Volevo dirti che, oltre ad averti inserito nel mio "blogroll cinefilo", ti ho assegnato il Versatile Blog Award sul mio blog. A presto! :)

Anonimo said...

a me è piaciuto molto