
Titolo originale: Get the gringo
Nazione:
Anno: 2012
Genere: azione, poliziesco
Durata: 1h35m
Regia: Adrian Grunberg
Sceneggiatura: Mel Gibson, Adrian Grunberg, Stacy Perskie
Fotografia: Benoît Debie
Musiche: Antonio Pinto
Cast: Mel Gibson, Peter Stormare, Dean Norris, Sofia Sisniega, Bob Gunton Kevin Hernandez Scott Cohen Stephanie Lemelin, Patrick Bauchau, Gerardo Taracena, Dolores Heredia, Jesus Ochoa, Aaron Cohen, Tenoch Huerta, Daniel Gimenez Cacho, Denise Gossett
Trama
Due rapinatori travestiti da clown sono in fuga dalla polizia da alcuni sicari. Ormai senza scampo, l’uomo tenta di saltare il confine con il Messico, ma l’auto ha un grave incidente. Il rapinatore viene arrestato dalla polizia messicana che gli sottrae il bottino e viene portato nel carcere “El Pueblito” una vera e propria città criminale. Il rapinatore sembra non avere un’identità e ha cancellato le sue impronte. Stringe amicizia con un ragazzino di dieci anni che gli spiega come funziona il carcere. A comandare il tutto non è il direttore del carcere bensì Javi, un ricco trafficante malato di cirrosi epatica. Il ragazzino è condannato a dover donare il proprio fegato al criminale.
Recensione
Il successo planetario de “La passione di Cristo” ha dato la possibilità a Mel Gibson di girare alcuni film indipendenti. Con “Viaggio in paradiso” Gibson scrive una nuova sceneggiatura assieme a Stacy Perskie e Adrian Grunberg, quest’ultimo suo assistente alla regia nei film “Apocalypto” e “Fuori controllo”, e qui all’esordio da regista. La pellicola mostra tutte le caratteristiche di film indipendente dando completo spazio alla creatività dell’attore/sceneggiatore/regista americano. In particolare “Viaggio in paradiso” appartiene a quel genere di film che negli anni ’80 lo ha visto protagonista: inseguimenti tra polizia e rapinatori, soggiorni in carcere e desiderio di vendetta. Certo, il personaggio interpretato da Gibson, un rapinatore che non lesina in azioni violente, sembrerebbe più adatto a un giovane, ma il fascino dell’attore americano sopperisce all’età.
Il realtà, il vero protagonista di “Viaggio in paradiso” è El Pueblito, un’incredibile prigione che sembra una piccola citta, con bar, ristoranti, negozi, spacciatori, case con intere famiglie. Tutto nella totale corruzione e gestito da una complessa gerarchia criminale. Lo scenario è sensazionale e soprattutto originale. La sua realizzazione è fantastica, non soltanto nella scenografia, ma anche nel clima di quotidianità e di malvivenza che si respira. Ogni personaggio di quel carcere è ricoperto di sudore e di sporcizia, i capelli arruffati si, hanno lividi, cicatrici e ferite, Gibson, troppo, viene dato nessun trattamento stelle e per la maggior parte del film Gibson è ugualmente sporco, ma sempre con quel fascino glamour che lo contraddistingue.
La prima metà di “Viaggio in paradiso” permettere di entrare in questo mondo assieme al protagonista che pian piano cerca di comprendere il funzionamento di questa piccola società. Poi si passa all’azione vera e propria che vede Gibson non risparmiarsi in nessuna circostanza.
La regia è sorprendente, ci sono almeno una decina di scene eccellenti. Basta citare quella iniziale in cui i due rapinatori, vestiti da clown, fuggono dalla polizia lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. Il cast di attori messicani è eccellente: tutti hanno grinta e orgoglio autentici. Non ci sono attori hollywoodiani che devono interpretare un ruolo, ma attori che sembrano essere vivere quotidianamente quella vita di sopruso e di criminalità.
Buon film, dunque, nonstante alcuni momenti in cui la sceneggiatura esagera offrendo situazioni improbabili e alcuni personaggi stupidamente stereotipati. Colpisce, però, questo viaggio nella desolazione di un popolo costretto a vivere una vita corrotta dalla criminalità. Qui non c’è il paradiso, anzi è l’inferno il luogo che più assomiglia alla prigione-città descritta nel film. Di sicuro è migliore il titolo originale, “Get the gringo” (“Prendi il gringo”), ma quanti in Italia, a parte gli appassionati di film western, conoscono il significato di questa parola?
Nazione:
Anno: 2012
Genere: azione, poliziesco
Durata: 1h35m
Regia: Adrian Grunberg
Sceneggiatura: Mel Gibson, Adrian Grunberg, Stacy Perskie
Fotografia: Benoît Debie
Musiche: Antonio Pinto
Cast: Mel Gibson, Peter Stormare, Dean Norris, Sofia Sisniega, Bob Gunton Kevin Hernandez Scott Cohen Stephanie Lemelin, Patrick Bauchau, Gerardo Taracena, Dolores Heredia, Jesus Ochoa, Aaron Cohen, Tenoch Huerta, Daniel Gimenez Cacho, Denise Gossett
Trama
Due rapinatori travestiti da clown sono in fuga dalla polizia da alcuni sicari. Ormai senza scampo, l’uomo tenta di saltare il confine con il Messico, ma l’auto ha un grave incidente. Il rapinatore viene arrestato dalla polizia messicana che gli sottrae il bottino e viene portato nel carcere “El Pueblito” una vera e propria città criminale. Il rapinatore sembra non avere un’identità e ha cancellato le sue impronte. Stringe amicizia con un ragazzino di dieci anni che gli spiega come funziona il carcere. A comandare il tutto non è il direttore del carcere bensì Javi, un ricco trafficante malato di cirrosi epatica. Il ragazzino è condannato a dover donare il proprio fegato al criminale.
Recensione
Il successo planetario de “La passione di Cristo” ha dato la possibilità a Mel Gibson di girare alcuni film indipendenti. Con “Viaggio in paradiso” Gibson scrive una nuova sceneggiatura assieme a Stacy Perskie e Adrian Grunberg, quest’ultimo suo assistente alla regia nei film “Apocalypto” e “Fuori controllo”, e qui all’esordio da regista. La pellicola mostra tutte le caratteristiche di film indipendente dando completo spazio alla creatività dell’attore/sceneggiatore/regista americano. In particolare “Viaggio in paradiso” appartiene a quel genere di film che negli anni ’80 lo ha visto protagonista: inseguimenti tra polizia e rapinatori, soggiorni in carcere e desiderio di vendetta. Certo, il personaggio interpretato da Gibson, un rapinatore che non lesina in azioni violente, sembrerebbe più adatto a un giovane, ma il fascino dell’attore americano sopperisce all’età.
Il realtà, il vero protagonista di “Viaggio in paradiso” è El Pueblito, un’incredibile prigione che sembra una piccola citta, con bar, ristoranti, negozi, spacciatori, case con intere famiglie. Tutto nella totale corruzione e gestito da una complessa gerarchia criminale. Lo scenario è sensazionale e soprattutto originale. La sua realizzazione è fantastica, non soltanto nella scenografia, ma anche nel clima di quotidianità e di malvivenza che si respira. Ogni personaggio di quel carcere è ricoperto di sudore e di sporcizia, i capelli arruffati si, hanno lividi, cicatrici e ferite, Gibson, troppo, viene dato nessun trattamento stelle e per la maggior parte del film Gibson è ugualmente sporco, ma sempre con quel fascino glamour che lo contraddistingue.
La prima metà di “Viaggio in paradiso” permettere di entrare in questo mondo assieme al protagonista che pian piano cerca di comprendere il funzionamento di questa piccola società. Poi si passa all’azione vera e propria che vede Gibson non risparmiarsi in nessuna circostanza.
La regia è sorprendente, ci sono almeno una decina di scene eccellenti. Basta citare quella iniziale in cui i due rapinatori, vestiti da clown, fuggono dalla polizia lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. Il cast di attori messicani è eccellente: tutti hanno grinta e orgoglio autentici. Non ci sono attori hollywoodiani che devono interpretare un ruolo, ma attori che sembrano essere vivere quotidianamente quella vita di sopruso e di criminalità.
Buon film, dunque, nonstante alcuni momenti in cui la sceneggiatura esagera offrendo situazioni improbabili e alcuni personaggi stupidamente stereotipati. Colpisce, però, questo viaggio nella desolazione di un popolo costretto a vivere una vita corrotta dalla criminalità. Qui non c’è il paradiso, anzi è l’inferno il luogo che più assomiglia alla prigione-città descritta nel film. Di sicuro è migliore il titolo originale, “Get the gringo” (“Prendi il gringo”), ma quanti in Italia, a parte gli appassionati di film western, conoscono il significato di questa parola?
Voto: 78%
Trailer “Viaggio in paradiso”




















0 Comments:
Post a Comment