venerdì 6 giugno 2008

IL DIVO

Locandina del film Il divoTitolo originale: id.
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: biografico, commedia
Durata: 1h50m
Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino
Fotografia: Luca Bigazzi
Musiche: Teho Teardo
Cast: Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Giulio Bosetti, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso, Giorgio Colangeli, Alberto Cracco, Piera Degli Esposti, Lorenzo Gioielli, Paolo Graziosi, Gianfelice Imparato, Massimo Popolizio, Aldo Ralli, Giovanni Vettorazzo

Trama
Giulio Andreotti è un uomo che soffre di terribili mal di testa. Giulio Andreotti è un uomo freddo, intelligente, indecifrabile, ambiguo. Giulio Andreotti non dorme perché deve lavorare, scrivere libri e pregare. Siamo agli inizi degli anni ‘90, e il “divo” Giulio sta per iniziare la sua settima Presidenza del Consiglio che però sarà destinata a vita breve. Subito dopo, cercherà di realizzare una delle sue principali ambizioni politiche: diventare il presidente della Repubblica. Un uomo complesso che nulla sembra scalfire, eccezion fatta per l’uccisione da parte delle Brigate Rosse del suo compagno di partito Aldo Moro: un enorme macigno che sarà per lui più doloroso delle sue continue emicranee. Sarà testimone di morti misteriose (Pecorelli, Calvi, Sindona) nelle quali molti lo riterrano coinvolto, supererà, senza rimanerne segnato, la bufera di Tangentopoli per finire però sotto processo per collusione mafiosa. Ma anche da quest’ultimo processo uscirà lindo ed immacolato.

Recensione
L’aspetto più evidente de “Il divo” è l’interesse che riesce a suscitare nello spettatore malgrado l’ovvia pesantezza che potrebbe derivare dalla biografia stantia di un personaggio che ha fatto la storia dell’Italia dal dopoguerra ad oggi. Paolo Sorrentino, regista napoletano, stupisce realizzando una storia ironica, fresca ed affascinante con uno stile diretto ed inconsueto, al limite del grottesco. Splendido è il quadretto presentato nei primi roboanti minuti del film, quando i “compari” di Andreotti avanzano come “Le iene” tarantiniane con i volti ricolmi di malvagità e più tardi si ritrovano nel suo bagno pregiato, mentre Giulio è intento a farsi sbarbare, discutendo di temi di politica alla maniera degli uomini nel film “Il padrino”. Una pellicola in cui si evidenziano le eccellenti qualità di montaggio, le trascinanti musiche di Teho Teardo che a volte accompagnano e a volte sfidano le immagini. Il ritmo è incalzante, grazie anche ad interessanti dialoghi e monologhi. Straordinario il faccia a faccia con Scalfari, nel quale il giornalista elenca tutti i tragici avventimenti nei quali Andreotti sarebbe coinvolto, ma che termina con l’ineccepibile commento del divo che, ribattendo tutte le accuse, afferma che in fondo la realtà delle cose non è unica e inquadrabile nei concetti di Bene e Male, perché la vita risulta essere talmente complessa da rendere impossibile ogni giudizio ed ogni condanna univoca. E lo splendido monologo (inventato) del protagonista che raggiunge il suo apice quando cercando di mettere a tacere i fantasmi che lo continuamente assillano, proferisce la machiavellica frase: “Perpetuare il male per garantire il bene”. Sorrentino riesce a mostrare un ritratto inedito di uno dei più importanti ed oscuri uomini politici della storia repubblicana. Merito da condividere con l’eccezionale Toni Servillo, capace di esprimere attraverso la sua tipica recitazione misurata, l’ambiguità di un personaggio decisamente difficile da inquadrare in schemi prefissati: Andreotti è un personaggio carismatico, esperto non solo di politica ma di ogni aspetto della vita sociale.
Risulta difficile così immaginare un altro attore al posto di Servillo, che si cala totalmente nel personaggio (ottimo il travestimento eccessivo e caricato) sia nei suoi gesti minimali, sia nel sarcasmo contenuto ma estremamente pungente. A fare da ideale contorno ci sono i diversi uomini di Stato appartenenti alle diverse correnti che in quegli anni affluivano nella Democrazia Cristiana, interpretati da attori all’altezza delle qualità di Servillo. Un particolare ed inaspettato elogio per Carlo Bucciroso nella parte di Paolo Cirino Pomicino: l’attore comico riesce a scrollarsi la sua passata comicità rozza offrendo sorrisi che non sono conseguenza di battute insulse ma degli assurdi atteggiamenti di un tipico politico della Repubblica Italiana.
Sorrentino conferma dunque il suo cinema innovativo, fatto sia di forma che di contenuti, grazie alle sue indubbie capacità artistiche e tecniche.
“Il divo” è la rappresentazione drammatica ed al tempo stesso grottesca del declino di un personaggio di potere, un quadro coraggioso e sorprendente del simbolo delle oscurità e delle verità celate in cui si trova avvolta la politica italiana. Un ritratto singolare e brillante, per nulla piegato al fascino terrorizzante del personaggio, simbolo di un Paese che per anni è stato vittima di se stesso.

Voto: 82%


18 Comments:

cristina bove said...

sono qui soprattutto per salutarti e per dirti che sono davvero onorata del tuo passaggio nel mio blog.
farò in modo di seguirti qui, anche se non m'intendo molto di cinema, e non perchè non apprezzi, solo per mancanza di informazione precisa. Vedi, io non guardo la tv, non leggo i giornali, mi informo quel poco necessario a farmi sentire ancora partecipe di questa società di cui condivido luce e buio, ma che non approvo nel suo consumismo bieco e crudele. Vivo arroccata nella mia poesia sperando che il tempo sia ancora un pò galantuomo con me.
a presto
cri

Anonimo said...

Mi piace tanto Toni Servillo. la vicenda di Andreotti è tragica e per certi aspetti grotteschi.

E' un uomo che si porta molta responsabilità, al di là di quelle che eventualmente può avere sul piano "giuridico".

Responsabilità etiche, politiche.

SE questo paese è ridotto così, lui non può certo chiamarsi fuori.

Un sorriso cinematografico
Mister X di COmicomix

Anonimo said...

grazie per essere passato nel mio blog! Come ti ho già scritto in pvt ,ti leggerò con molto piacere, quando potrò collegarmi! Un saluto e passa quando vuoi! :)
lapeppa

cristina bove said...

come mai hai scelto il nome del regista israeliano come nick?
mi piacerebbe saperlo.
grazie.
cri

Anonimo said...

Oggi andrò a vederlo, speriamo bene

Anonimo said...

La Spagna? Manca Finezza (On. Giulio Andreotti, dixit)

Anonimo said...

La cosa bella di tutto questo è che, di solito, i film omaggio o storici a dei personaggi si fanno dopo morti.
Ergo, l'ora di Giulio forse è quasi arrivata...

Oddio. ora che ci penso: povero Bob Dylan! Non vorrei tirargliela...

Anonimo said...

L'8 e mezzo è per me eccessivo, ma cmq compatibile visto che l'argomento interessa tutti! Un pò troppo eccessivo, che lo rende un pò tascio (nelle riprese)!
divertente e con ottimi attori

Anonimo said...

C'è che dice che Paolo Sorrentino sia stato anche troppo indulgente.

www.lenotiziedigiuliano.splinder.com

Anonimo said...

quando ne ho visto il trailer pensavo fosse quello di gomorra XD
bacio
lilletta

Anonimo said...

sembra molto interessante... e poi 8,5 è un gran bel voto!!!

Anonimo said...

bello si, ma forse un po pesante

Anonimo said...

Grazie per la visita e per l'ottima recensione.
Non ho ancora avuto occasione di vederlo, lo farò presto.

A presto.

Anonimo said...

Un ringraziamento doveroso ad un mio conterraneo... ;)
Aicha

Anonimo said...

Un bel posto qui...

E' stato piacevole leggere le tue pagine...


Vedrai che torno :-)


A presto....


Rossella (pinkypinky)

Luciano said...

Un film che è mi sta riconciliando con il cinema italiano. Finalmente qualcosa di nuovo e di interessante. Speriamo ch enon sia una meteora.

Anonimo said...

Ancora non sono riuscita a vedere il film, ma già ne ero affascinata, perché Sorentino è uno dei pochi registi italiani che mi piace davvero, se potesse leggere la tua recensione ti assumerebbe perché credo che non solo sei sato obiettivo ma hai stuzzicato ancora di più la curiosità dei pochi che ancora non hanno goduto della visione del film.
Bravo

Anonimo said...

Ritratto di un potente, leggendariamente enigmatico e indecifrabile, ma soprattutto affresco di un'Italia del passato che spiega l'Italia di oggi, il film di Paolo Sorrentino è un piccolo gioiello che rimarrà nella storia del cinema italiano… sia per ciò che dice sia per come lo dice.
Con "Il Divo" ritorna il cinema di denuncia civile-sociale-politica, vero e proprio fiore all'occhiello della nostra migliore industria cinematografica.