lunedì 31 gennaio 2011

PASSENGERS - MISTERO AD ALTA QUOTA

Passengers - Mistero ad alta quota

Titolo originale: Passengers
Nazione: Canada, USA
Anno: 2008
Genere: drammatico, sentimentale, thriller
Durata: 1h33m
Regia: Rodrigo Garcia
Sceneggiatura: Ronnie Christensen
Fotografia: Igor Jadue-Lillo
Musiche: Ed Shearmur
Cast: Anne Hathaway, Patrick Wilson, Andre Braugher, Clea DuVall, Dianne Wiest, David Morse, William B. Davis, Ryan Robbins, Don Thompson, Andrew Wheeler, Chelah Horsdal, Karen Austin, Stacy Grant, Conner Dwelly


Trama
In seguito ad un terribile incidente aereo, la giovane psicoterapeuta Claire Summers riceve l’incarico di offrire supporto psicologico alle uniche dieci persone sopravvissute al disastro. La situazione si complica quando Eric, uno dei passeggeri, respinge il suo aiuto ed inizia a corteggiarla. Nel frattempo, gli altri pazienti pian piano iniziano a ricordare alcuni particolari dell’incidente, ma i loro ricordi sembrano non corrispondere alle spiegazioni ufficiali rilasciate dalla compagnia aerea. Inoltre, i superstiti iniziano a sparire misteriosamente. Claire inizia a sospettare che dietro alla loro sparizione ci sia proprio la compagnia aerea.

Recensione
“Passengers - Mistero ad alta quota” porta la firma del regista colombiano Rodrigo Garcia, regista e sceneggiatore di serie televisive e di tre film, “Le cose che so di lei”, “Ten Tiny Love Stories” e “9 vite da donna”. In tutti i suoi film, Garcia racconta vite quotidiane (in prevalenza di donne) che trascorrono parallelamente per intersecarsi in qualche momento, dando vita a conseguenze più o meno evidenti. In “Passengers - Mistero ad alta quota” i destini si incrociano inevitabilmente a causa di un tragico incidente aereo. Difficile per chiunque riprendersi da un tale disastro, difficile anche per lo spettatore non annoiarsi per la prima parte del film che scorre a ritmi lenti, offrendo con il contagocce indicazioni e particolari sul mistero che viene svelato con un colpo di scena prevedibile e per nulla originale. Evidenti, infatti, le analogie con altri thriller psicologici non che qui è meglio non citare per evitare di rovinarne la visione. Rodrigo Garcia non si mostra abile nel passare dal thriller, alla commedia romantica, dal dramma psicologico al giallo e non lo aiuta una sceneggiatura (Ronnie Christensen), debole  e priva di elementi che coinvolgano davvero lo spettatore, che prosegue solo spinto dalla curiosità di vedere svelato il mistero (sempre che non l’abbia già intuito da subito). “Passengers - Mistero ad alta quota” offre almeno una regia molto raffinata ed una scenografica curata (David Brisbin) e ben presentata dalla fotografia di Igor Jadue-Lillo, un perfetto utilizzo di luci, ombre e gradazioni cromatiche che accentuano la carica emotiva delle scene.
Di buon livello il cast, eccezion fatta per un’impalpabile Anne Hathaway. Graziosa nelle commedie romantiche, appare in “Passengers - Mistero ad alta quota” fuori ruolo, uscendo positivamente solo per la storiella d’amore nasce tra il medico (lei) ed il paziente (Patrick Wilson), ma appare poco adatta nel trasmettere tutti le problematiche di tipo professionale che deve subire suo malgrado.
In sintesi, “Passengers - Mistero ad alta quota” è un’arma a doppio taglio: potrà piacere soltanto a chi eviterà di impegnarsi nel comprendere da solo il mistero, perché scoperto l’arcano, diventerà soltanto un inutile supplizio al suo termine. Con un po’ di tensione in più e qualche dialogo in meno, sarebbe potuto diventare un film molto interessante.

Voto: 60%


domenica 30 gennaio 2011

THREE KINGS

Recensione Three Kings
Titolo originale: id.
Nazione: Australia, USA
Anno: 1999
Genere: azione, commedia
Durata: 1h44m
Regia: David O. Russell
Sceneggiatura: David O. Russell
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Musiche: Carter Burwell
Cast: George Clooney, Mark Wahlberg , Ice Cube, Spike Jonze, Cliff Curtis, Nora Dunn, Jamie Kennedy, Said Taghmaoui, Mykelti Williamson , Holt McCallany, Judy Greer, Christopher Lohr, Jon Sklaroff


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Trama
Marzo 1991. La Guerra del Golfo è appena finita e i marines festeggiano. Durante una perlustrazione vengono intercettati un gruppo di iracheni. Uno di loro nasconde nel sedere la mappa dei bunker in cui Saddam avrebbe nascosto l'oro rubato in Kuwait. Approfittando della confusione generale quattro soldati si appropriano della mappa. Partono quindi alla ricerca del tesoro di Saddam. Lungo il viaggio si rendono conto delle condizioni estreme in cui la guerra ha messo la popolazione irachena.

Recensione
“Three kings” è un film contro la guerra. Saddam Hussein è cattivo perché ha sottomesso un popolo privando ogni libertà. George Bush è cattivo perché dopo aver difeso i propri interessi economici ha abbandonato l’Iraq ed il suo popolo al suo triste destino. I giornalisti sono cattivi perché sfruttano le disgrazie della gente per fare audience oppure usano il sesso per ottenere servizi televisivi e fare carriera. David O. Russell non risparmia nessuno. La sua regia è originale, dotata di uno spiccato senso della rappresentazione visiva. Slow e stop motion a go go, ma sempre giustificati per rendere l'azione ancora più intensa e drammatica.
“Three kings” è divertente e grottesco, ma anche violento e raccapricciante. Riesce ad intrattenere fino alla fine anche se ad una prima parte “tarantiniana” ricca di humour nero subentra una più classica contraddistinta da un futile moralismo. Immagini e supporto sonoro si fondono in modo perfetto: la fotografia, denaturata dai colori saturi, contribuisce a denotare lo spirito assurdo di una guerra assurda così come la colonna sonora, spesso parte integrante della storia, salta senza freni tra pop/rock americano e musiche arabe.
Russell riesce a non perdersi nei facili stereotipi: i personaggi sono ben approfonditi, ognuno offre un particolare esempio di uomo/soldato, figlio del proprio background sociale e culturale. Ciò che li caratterizza maggiormente sono i dialoghi pieni di battute, spesso pesanti, sempre finalizzate alla feroce ed tagliente critica nei confronti delle guerre e di chi ne trae profitto. Quando un soldato chiede ad uno degli iracheni che stanno accompagnando se per loro l’America sia satana, l’altro risponde candidamente che prima della guerra era un barbiere e non gli interessava di quale nazione o etnia fossero i suoi clienti. La gente, in realtà, vuole vivere una vita semplice e tranquilla e se è Saddam o l’America ad impedirglielo, lottano contro chiunque per riottenere un briciolo di normalità.
Se ci si innamora facilmente dei tre protagonisti è merito del tris di attori messo sulla scena. In particolare, George Clooney regala una delle sue interpretazioni più divertenti ed ispirate.
“Three kings” è un lampante esempio di cinema può denunciare ed educare senza cadere in pesanti riflessioni, divertendo ed ironizzando sulle tristi vicende dell’umanità. Congratulazioni a Russer per aver realizzato una pellicola fresca, frizzante, piena di violenza ma al tempo stesso spassosissima.

Voto: 86%


venerdì 28 gennaio 2011

LA VITA IN UN GIORNO IN STREAMING SU YOUTUBE

“La vita in un giorno” sarà da oggi disponibile su Youtube. Il film è il risultato di un incredibile progetto: un documentario realizzato con un collage dei video realizzati da migliaia di utenti di YouTube. Regista de “La vita in un giorno” è Kevin Macdonald, premio oscar per “L’Ultimo Re di Scozia”, che ha dovuto scegliere tra più di 80.000 filmati (oltre 4500 ore provenienti da ben 197 Paesi, in 45 lingue diverse), realizzando un documentario della durata di 90 minuti che offre una giornata del nostro pianeta vista dai suoi abitanti. Questo particolarissimo film-esperimento è prodotto da Ridley Scott, regista di film celebri come “Blade Runner” e “Il Gladiatore. Lo scopo del progetto era quello di mostrale la vita del mondo intero nell'arco di un solo giorno, sabato 24 luglio 2010, in modo spontaneo, da ispirazione per le generazioni future. Momenti ordinari come albe e tramonti mozzafiato, il traffico mattutino verso l’ufficio, i primi passi di un bambino, un matrimonio, ma anche storie straordinarie come quella di un coreano che per nove anni ha girato il mondo in bicicletta e quella di una giovane donna in lotta contro il cancro.
La diretta streaming su Youtube di “La vita in un giorno” è stata programmata alle due di questa, ma stasera alle 19 sempre su Youtube si avrà la possibilità di rivedere il film, sottotitolato in 25 lingue.
“La vita in un giorno” ha debuttato al Sundance Film Festival, il festival del cinema indipendente diretto da Robert Redford.

Trailer de “La vita in un giorno”


mercoledì 26 gennaio 2011

OSCAR 2011: LE NOMINATION

Le nomination agli Oscar 2011
“Il discorso del re” del regista inglese Tom Hooper è il film che ha ricevuto il maggior numero di nomination ai prossimi Oscar 2011. Miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Colin Firth, nei panni di Giorgio VI, ruolo per cui è stato premiato ai Golden Globes, dove invece il film fu ignorato) ed altre importanti categorie ne fanno uno dei film che, probabilmente, porterà a casa il maggior numero di statuette. Sorprende “Il Grinta” dei fratelli Coen: il film, remake del western con John Wayne, si aggiudica dieci nomination. “The social network” di David Linch ed “Inception” di Christopher Nolan se ne aggiudicano otto. Altra sorpresa è la presenza nella cinquina dei canditati come miglior interprete maschile dello spagnolo Javier Bardem, già premiato a Cannes per il film di Alejandro González Iñárritu, Biutiful, presente come candidato nella categoria miglior film straniero. Ottimo risultato per “Winter’s Bone”: il film indipendente, vincitore del Torino Film Festival 2010 e del Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2010, si aggiudica quattro nomination.
Il cinema italiano sarà rappresentato soltanto con una candidatura di Antonella Cannarozzi per la categoria “migliori costumi” con il film “Io sono l’amore”. Il film di Luca Guadagnino che ha ottenuto un ottimo successo di critica e di pubblico negli Stati Uniti era, forse, il film italiano da candidare per la categoria “miglior film straniero” al posto di “La prima cosa bella” di Paolo Virzì, fermatosi durante la corsa agli Oscar 2011.
Nessuna nomination per “The tourist” e la coppia di attori protagonisti Angelina Jolie e Johnny Depp. Snobbato anche Leonardo DiCaprio, protagonista di “Inception” e vincitore dei CINEMAeVIAGGI AWARDS 2010. Escono scontenti anche Mark Wahlberg protagonista in “The fighter” e Mila Kunis di Black Swan.
Questa la lista completa di tutti i candidati agli Oscar 2011, che saranno consegnati il 27 febbraio al Kodak Theatre di Hollywood:

Miglior film
127 hours, regia di Danny Boyle
I ragazzi stanno bene, regia di Lisa Cholodenko
Il cigno nero, regia di Darren Aronofsky
Il discorso del re, regia di Tom Hooper
Il Grinta, regia di Ethan Coen e Joel Coen
Inception, regia di Christopher Nolan
The fighter, regia di David O. Russell
The social network, regia di David Fincher
Toy story 3 - La grande fuga, regia di Lee Unkrich
Winter’s bone, regia di Debra Granik

Miglior regista
Darren Aronofsky - Il cigno nero
David Fincher - The social network
Tom Hooper - Il discorso del re
Ethan Coen e Joel Coen - Il Grinta
David O. Russell - The fighter

Migliore attore protagonista
Jesse Eisenberg - The social network
Colin Firth - Il discorso del re
James Franco - 127 hours
Jeff Bridges - Il Grinta
Javier Bardem - Biutiful

Migliore attrice protagonista
Nicole Kidman - Rabbit hole
Jennifer Lawrence - Winter’s bone
Natalie Portman - Il cigno nero
Michelle Williams - Blue Valentine
Annette Bening - I ragazzi stanno bene

Migliore attore non protagonista
Christian Bale - The fighter
John Hawkes - Winter’s bone
Mark Ruffalo - I ragazzi stanno bene
Jeremy Renner - The Town
Geoffrey Rush - Il discorso del re

Migliore attrice non protagonista
Amy Adams - The fighter
Helena Bonham Carter - Il discorso del re
Hailee Steinfeld - Il Grinta
Melissa Leo - The fighter
Jacki Weaver - Animal Kingdom

Migliore sceneggiatura non originale
127 hours - Danny Boyle e Simon Beaufoy
The social network - Aaron Sorkin
Toy story 3 - La grande fuga - Michael Arndt, John Lasseter, Andrew Stanton e Lee Unkrich
Il Grinta - Ethan Coen e Joel Coen
Winter’s bone - Debra Granik eAnne Rosellini

Migliore sceneggiatura originale
Another year - Mike Leigh
The fighter - Scott Silver, Paul Tamasy, Eric Johnson; Keith Dorrington
Inception - Christopher Nolan
I ragazzi stanno bene - Lisa Cholodenko e Stuart Blumberg
Il discorso del re - David Seidler

Miglior film d’animazione
Dragon trainer, regia di Dean DeBlois, Chris Sanders
L’illusionista, regia di Sylvain Chomet
Toy story 3 - La grande fuga, regia di Lee Unkrich

Miglior film straniero
Biutiful, regia di Alejandro González Iñárritu
Dogtooth, regia di Giorgos Lanthimos
Hors-la-loi, regia diRachid Bouchareb
In un mondo migliore, regia di Susanne Bier
La donna che canta, regia di Denis Villeneuve

Miglior documentario
Exit through the gift shop, regia di Banksy
GasLand, regia di Josh Fox
Inside job, regia di Charles Ferguson
Restrepo, regia di Tim Hetherington, Sebastian Junger
Waste land, regia di Lucy Walker

Miglior fotografia
Il cigno nero - Matthew Libatique
Inception - Wally Pfister
Il discorso del re - Danny Cohen
The social network - Jeff Cronenweth
Il Grinta - Roger Deakins

Miglior montaggio
Il cigno nero - Andrew Weisblum
The fighter - Pamela Martin
Il discorso del re - Tariq Anwar
127 hours - Jon Harris
The social network - Angus Wall e Kirk Baxter

Miglior scenografia:
Alice in Wonderland - Robert Stromberg; Karen O’Hara
Harry Potter and the Deathly Hallows Part 1 - Stuart Craig, Stephenie McMillan
Inception - Guy Hendrix Dyas; Larry Dias e Doug Mowat
Il discorso del re - Eve Stewart; Judy Farr
Il Grinta - Jess Gonchor; Nancy Haigh

Migliori costumi
Alice in Wonderland - Colleen Atwood
Io sono l’amore - Antonella Cannarozzi
Il discorso del re - Jenny Beavan
The tempest - Sandy Powell
Il Grinta - Mary Zophres

Miglior trucco
La versione di Barney - Adrien Morot
The Way Back - Edouard F. Henriques, Gregory Funk e Yolanda Toussieng
Wolfman - Rick Baker e Dave Elsey

Miglior colonna sonora
How to Train Your Dragon - John Powell
Inception - Hans Zimmer
Il discorso del re - Alexandre Desplat
127 Hours - A.R. Rahman
The social network - Trent Reznor e Atticus Ross

Miglior canzone
“Coming Home” - Country Strong (Tom Douglas, Troy Verges e Hillary Lindsey)
“I See the Light” - Tangled (Alan Menken; Glenn Slater)
“If I Rise” - 127 Hours (A.R. Rahman; Dido e Rollo Armstrong)
“We Belong Together” - Toy Story 3 (Randy Newman)

Migliori effetti visivi
Alice in Wonderland - Ken Ralston, David Schaub, Carey Villegas e Sean Phillips
Harry Potter e i doni della morte (Parte I) - Tim Burke, John Richardson, Christian Manz e Nicolas Aithadi
Hereafter - Michael Owens, Bryan Grill, Stephan Trojanski e Joe Farrell
Inception - Paul Franklin, Chris Corbould, Andrew Lockley e Peter Bebb
Iron man 2 - Janek Sirrs, Ben Snow, Ged Wright e Daniel Sudick

Miglior montaggio sonoro
Inception - Richard King
Toy Story 3 - Tom Myers e Michael Silvers
Tron: Legacy - Gwendolyn Yates Whittle e Addison Teague
Il Grinta - Skip Lievsay e Craig Berkey
Unstoppable - Fuori controllo - Mark P. Stoeckinger

Miglior mix sonoro
Inception - Lora Hirschberg, Gary A. Rizzo e Ed Novick
Il discorso del re - Paul Hamblin, Martin Jensen e John Midgley
Salt - Jeffrey J. Haboush, Greg P. Russell, Scott Millan e William Sarokin
The social network - Ren Klyce, David Parker, Michael Semanick e Mark Weingarten
Il Grinta - Skip Lievsay, Craig Berkey, Greg Orloff e Peter F. Kurland

Miglior cortometraggio
The Confession - Tanel Toom
The Crush - Michael Creagh
God of Love - Luke Matheny
Na Wewe - Ivan Goldschmidt
Wish 143 - Ian Barnes e Samantha Waite


Miglior cortometraggio d’animazione
Day & Night - Teddy Newton
The Gruffalo - Jakob Schuh e Max Lang
Let’s pollute - Geefwee Boedoe
The lost thing - Shaun Tan e Andrew Ruhemann
Madagascar, carnet de voyage (Madagascar, a Journey Diary) - Bastien Dubois

Miglior cortometraggio documentario
Killing in the name
Poster girl
Strangers no more
Sun come up
The warriors of Qiugang


martedì 25 gennaio 2011

DUE NUOVI MATRIX IN ARRIVO

La saga di “Matrix”, terminata nel 2003 con l’uscita di “Matrix Reloaded” e “Matrix Revolution”, potrebbe diventare presto una pentalogia. Durante una conferenza stampa alla London International School of Performing Arts, Keanu Reeves ha rivelato che presto potrebbe tornare nei panni di Neo in due nuovi capitoli della saga di Matrix. I fratelli Wachowski hanno rivelato all’attore canadese di avere in cantiere ben altre due sceneggiature su “Matrix”, proponendogli il ruolo di Neo, protagonista dei primi tre capitoli. I due registi avrebbero anche incontrato James Cameron per discutere la possibilità di girare i film in 3D. “Vogliono creare qualcosa mai visto finora” ha terminato Reeves. Già nel 2009 si era parlato di “Matrix: Resurrection”, con James McTeigue alla regia e Alex Kurtzman e Roberto Orci alla sceneggiatura, ma in realtà tutto si rivelò un pesce d’aprile organizzato dal sito web di cinema Slashfilm. In questo caso, invece, la notizia ha qualche fondamento, giungendo dritto dalla voce del protagonista dell’intera trilogia. Reeves ha assicurato anche che stavolta i Wachowski avrebbero tutta l’intenzione di rivoluzionare il genere come fece il primo film nel 1999.

Aggiornamento 25 gennaio 2010
Come segnalato da alcuni lettori e confermato su alcuni siti internet, sfortunatamente (o fortunatamente) si tratta dell’ennesima bufala creata da un fan. IndieWire ha contattato Keanu Reeves il quale ha smentito l’ipotesi dei nuovi due Matrix. Si tratta di un ripensamento, dell’inizio di qualche singolare operazione di marketing oppure di una vera e propria bufala? Soltanto il tempo potrà dirlo!


lunedì 24 gennaio 2011

CHE BELLA GIORNATA

Recensione Che bella giornata
Titolo originale: id.
Nazione: Italia
Anno: 2010
Genere: commedia
Durata: 1h37m
Regia: Gennaro Nunziante
Sceneggiatura: Luca Medici, Gennaro Nunziante
Fotografia: Federico Masiero
Musiche: Caparezza, Luca Medici
Cast: Luca Medici, Nabiha Akkari, Ivano Marescotti, Tullio Solenghi, Rocco Papaleo, Annarita del Piano, Michele Alhaique, Giustina Buonomo, Mehdi Mahdloo, Luigi Luciano, Anna Bellato, Cinzia Mascoli, Caparezzi, Anis Gharbi


Trama
Checco Zalone, bodyguard in una discoteca brianzola, ignorante e sgrammaticato, insegue il sogno di diventare un carabiniere. Dopo essere stato scartato per la terza volta all’esame di ammissione nell’Arma, grazie all’amicizia di uno dei suoi parenti con il vescovo di Milano, si ritrova a lavorare come addetto alla sicurezza del Duomo meneghino. In poco tempo, a causa delle sue pessime capacità, Checco diventa la vera minaccia al patrimonio artistico italiano mettendo in imbarazzo chi lo ha assunto. Intanto Checco conosce Farah, una studentessa di architettura che si finge francese. Farah, in realtà, è un araba giunta a Milano per portare a termine la sua personale vendetta.

Recensione
Dopo il successo commerciale di “Cado da le nubi”, Luca Medici, in arte Checco Zalone, ci riprova ed assieme al regista Gennaro Nunziante scrive una nuova sceneggiatura riportando sullo schermo il personaggio ingenuo, ignorante e strafottente già amato dal pubblico. A differenza di quanto accade per i cinepanettoni natalizi, “Che bella giornata” non è una collazione di cliché usati ed abusati, seminude  signorine della TV per e volgarità gratuite. In realtà, si tratta di una storia divertente e neanche troppo superficiale che riesce, con un buoni risultati, a raccontare l’ignoranza e il malcostume del popolo italiano. Del tutto politicamente scorretto, “Che bella giornata” tratta argomenti attuali come religione, pensioni, razzismo, raccomandazioni e corruzione mostrandoli senza alcuna censura. Sono vergognose realtà messe che diventano parole ed azioni di Checco Zalone ed degli altri personaggi: il carabiniere rigoroso ed ambizioso (Ivano Marescotti); il vescovo (Tullio Solenghi) ben introdotto nel sistema delle raccomandazioni; un cuoco dell’esercito (Rocco Papaleo) che ammette di andare in missione in Iraq per pagare il mutuo e per sfuggire ad una moglie petulante e rompiscatole.
E’ chiaro che mai si potrà prendere “Che bella giornata” come esempio di qualità registica, ma il regista Gennaro Nunziante realizza alcune scene molto divertenti (esilarante la scena che segue l’abbuffata di cozze), senza mai cadere nel volgare. La colonna sonora, realizzata da Luca Medici, aggiunge brio. Inoltre, una vera meraviglia la performance musicale di Caparezza, obbligato a suonare al battesimo del figlio dello zio maresciallo. Dopo aver arringato il pubblico di una certa età sperando di ritrovare in loro sostenitori di John Lennon, Jimi Hendrix e Pink Floyd, si ritrova in realtà costretto a cantare “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e poveri e “Non amarmi” di Aleandro Baldi e Francesca Alotta.
“Che bella giornata” è un film demenziale, ma anche intelligente, perché offre una satira graffiante del nostro Paese, pieno di ingiustizie ed ignoranza. Un film che non si propone come esempio ci Cinema, che riesce nel suo scopo di intrattenere in modo per nulla volgare. Un esempio che dovrebbero seguire i cinepanettoni nostrani.

Voto: 72%


domenica 23 gennaio 2011

ASSANGE E WIKILEAKS AL CINEMA IN UN FILM

Julian Assange e Wikileaks in un film
La vita e le imprese di Julian Assange diventeranno un film. Secondo quanto afferma la rivista online Variety Hollywood è in fase di pre-produzione un film biografico su Julian Assange, hacker informatico di 39 anni, ideatore di Wikileaks. Josephson Entertainment e Michelle Krumm Prods hanno acquisito i diritti sulla biografia di Assange scritta dal giornalista australiano Andrew Fowler dal titolo “The Most Dangerous Man in the World” (“L’uomo più pericoloso del mondo”) che sarà pubblicato dalla casa editrice australiana U Publishing Ltd., entro la fine dell’anno. E’ infatti, dopo Osama Bin Laden, Assange è l’uomo più odiato non soltanto dal governo americano e da quelli di gran parte del globo.
Wikileaks è oggi uno dei siti più conosciuti al mondo. Nato senza alcuna finalità di lucro, raccoglie in modo anonimo e crittografato documenti riservati: segreti di stato, militari, bancari ed industriali.
Quando nel 2006, Julian Assange realizzò WikiLeaks, i suoi scopi erano di rendere note informazioni filtrate sui regimi oppressori dell’Africa Sud Sahariana, del Medio Oriente della Cina, ma le notizie con il tempo iniziarono ad interessare anche modi di agire poco etici dei paesi Occidentali. La popolarità di Wikileaks inizia il 25 luglio del 2010 quando filtrarono informazioni su 91.000 documenti top secret sulla guerra in Afghanistan. E’, però, il 22 ottobre 2010 la data che ha reso famoso e famigerato WikiLeaks, quando furono pubblicati 391.000 documenti del Pentagono sulla guerra in Iraq. Se l’America ha subito un duro colpo, non molto tempo dopo, il 28 novembre 2010, tutti i governi del mondo hanno tremato all’annuncio della pubblicazione dei cablogrammi riservati della diplomazia statunitense in tutto il pianeta.
Assange e Wikileaks si prestavano molto ad un racconto letterario e cinematografico. Una biografia che contiene elementi della spy story e del legal thriller. Un giovane hacker australiano crea un sito di controinformazione, rubando informazioni delicate sui governi di mezzo mondo divenendo uno degli uomini più pericolosi e odiati. Inoltre, le controverse accuse di violenza sessuale mosse a suo carico in Svezia, la sua latitanza in giro per il mondo, la consegna volontaria alle autorità, la libertà su cauzione e, nel frattempo, il lavoro frenetico dell Dipartimento di Stato americano per ottenerne l'estradizione con l’intenzione, secondo alcune indiscrezioni, di condannarlo alla pena di morte oppure alla reclusione nel carcere di Guantanamo, famoso per la detenzione ed il maltrattamento dei presunti terroristi di Al Qaeda.
Una vita fin qui talmente avventurosa ed avvincente che neanche il migliore degli sceneggiatori poteva creare.


RESTAURO DEL COLOSSEO: TROVATO L'ACCORDO

Restauro del Colosseo (Roma)
L’imprenditore Diego Della Valle finanziera tutti i lavori necessari per il restauro del Colosseo. Il progetto è stato presentato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e ai Beni culturali e ambientali Francesco Giro, proprietaro della Tod’s Spa e il commissario governativo per l’area archeologica centrale Roberto Cecchi: “Tod’s S.p.A. si impegna a finanziare la realizzazione del Piano degli interventi mettendo a disposizione una somma di denaro pari onnicomprensiva pario a 25 milioni di euro. Il pagamento del contributo sarà erogato alle imprese appaltatrici sulla base degli stati di avanzamento dei lavori approvati dal commissario delegato e dalla soprintendenza”. Questo un estratto dell’accordo firmato dall’imprenditore Diego Della Valle con cui si finanzierà il restauro del Colosseo.
Il sottosegretario Giro ha spiegato che i lavori inizieranno alla fine del 2011 e dureranno tra i 24 e i 36 mesi. Adesso è necessario pubblicare i bandi per scegliere le imprese che si occuperanno dei lavori ed in seguito comincierà il restauro sulla base dei progetti esecutivi predisposti dalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici.
In base all’intesa lo sponsor si impegna a finanziare, anche delegando la fondazione senza scopo di lucro “Amici del Colosseo” che sarà costituita a breve, la realizzazione del piano degli interventi.
“Non metterò una scarpa Tod’s sul Colosseo”. Così Diego Della Valle, risponde con una battuta a chi manifesta il timore che sul monumento possano apparire pubblicità della sua azienda. Della Valle aggiunge che il finanziamento è “un dovere, ma anche un piacere”. Ha aggiunto Della Valle: “Un’azienda italiana che funziona ha deciso, in segno di riconoscenza verso il paese, di far vedere nel mondo che l’Italia funziona, ha un popolo orgoglioso”.


sabato 22 gennaio 2011

IL SESTO SENSO

Il sesto senso - The sixth sense
Titolo originale: The sixth sense
Nazione: USA
Anno: 1999
Genere: drammatico, horror, thriller
Durata: 1h47m
Regia: M. Night Shyamalan
Sceneggiatura: M. Night Shyamalan
Fotografia: Tak Fujimoto
Musiche: James Newton Howard
Cast: Bruce Willis, Haley Joel Osment, Toni Collette, Olivia Williams, Trevor Morgan Trevor Morgan, Donnie Wahlberg , Peter Anthony Tambakis, Jeffrey Zubernis, Bruce Norris, Glenn Fitzgerald, Greg Wood , Mischa Barton, Angelica Torn, Lisa Summerour

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Trama
Il dottor Malcolm Crowe, psicologo infantile, ritorna a casa assieme ala moglie dopo aver preso parte ad una serata di gala durante la quale ha ricevuto un importante premio per il suo lodevole lavoro con i bambini. In casa, però, c’è ad attenderlo un uomo armato in evidente stato confusionale. L’uomo, da bambino, è stato un suo paziente e adesso gli addossa la colpa di non averlo guarito dalla sua malattia psicologica. Spara al dottore allo stomaco e poi si toglie la vita.Otto mesi più tardi il dottor Crowe non è più il medico di successo sicuro di sé. Ha un nuovo caso: Cole, un ragazzino di nove anni molto sensibile ha qualcosa che lo terrorizza e che non riesce ad superare. Il dottor Crowe cerca di aiutarlo, ma il caso è complesso ed il tempo che dedica al bambino si provoca un distacco dalla moglie che sembra ignorarlo lasciandolo ancora più solo e in crisi.

Recensione
Dopo due film autoprodotti che ne avevano mostrato le singolari capacità, M. Night Shyamalan ci propone al grande pubblico con la sua prima grande produzione. “Il sesto senso”, acclamato da pubblico e critica, è sicuramente uno dei migliori, forse il migliore, thriller paranormale della storia del cinema. Il piccolo Haley Joel Osment, esordiente dopo numerose serie tv, offre una prestazione incredibile. La confusione e lo sgomento degli occhi spalancati assieme all’innocenza di Cole Sear, un bambino costretto a sperimentare scene terrificanti per un dono non richiesto, troppo grande per la sua tenera età. “Vedo la gente morta!”, afferma con aria così vulnerabile e terrorizzata da sentirsi subito vicini e preoccupati il suo stato d’animo.
“Il sesto senso” mostra cosa può provare un ragazzino innocente nello sperimentare gli orrori del mondo in età precoce, perdendo rapidamente la sua ingenuità. Bruce Willis, interprete del dottor Malcolm Crowe, psicologo infantile, trasmette la sofferenza e il senso di colpa per non essere stato in grado di aiutare chi ha più bisogno di aiuto. Scuro nel volto e sommesso nelle parole, Willis dimostra ne “Il sesto senso” di essere un attore eclettico interpretando un ruolo lontano dalla veemenza e il dinamismo dei suoi personaggi dei film d’azione. Il dottor Malcolm Crowe funge da coscienza e da guida di Cole del per tutto il film, cercando in tutti i modi di redimersi dai suoi errori. Ottima anche la prestazione di Toni Collette, giovane madre di Cole che inizia pian piano a notare il suo strano comportamento. Cerca di comprendere, si addolora consapevole di non essere in grado di aiutare suo figlio, ma da amorevole madre gli sta accanto come meglio può.
“Il sesto senso” inizia con un prologo agghiacciante e drammatico. Shyamalan, attraverso contrasti di luce e buio ed angoli di ripresa hitchcockiani, crea suspense senza mai ricorrere a banali trucchi, spesso utilizzati nel cinema thriller/horror moderno. Fondamentale è, in questo caso, l’apporto del direttore della fotografia Tak Fujimoto, già autore della fotografia de “Il silenzio degli innocenti”. Alla maniera di Hitchcock, Shyamalan, lascia che lo spettatore attenda il più a lungo possibile in previsione dello spavento, scegliendo sempre con grande precisione il momento in si palesa. La trama è molto originale, forse unica nel suo genere. E non è neanche molto articolata, ma regala un coup de theatre finale sorprendente ed inaspettato che metterà insieme tutti i pezzi del film lasciando lo spettatore a bocca aperta.
James Newton Howard, talentuoso tastierista (lo si ricorda, tra gli altri, con Elton John), è l’autore della colonna sonora in linea con il lavoro di Shyamalan, di vitale importanza nelle scene clou e di buon accompagnamento in quelle più tranquille.
“Il sesto senso” è un thriller paranormale che coglie nel segno. Sorprende e terrorizza attraverso l’immaginazione e la tensione psicologica. Non mancano, comunque, scene terrificanti da film horror, né vengono tralasciati momenti puramente drammatici. M. Night Shyamalan ha fatto un lavoro incredibile costruendo una storia in crescendo che, dopo il colpo di scena finale, si ricrea in pochi attimi negli occhi e nella mente dello spettatore.

Voto: 93%

Trailer “Il sesto senso”


MEGAN FOX NUDA

Megan Fox nuda
Le foto di Megan Fox nuda che circolano nella rete non sono altro che l’ennesima bufala creata tramite Photoshop. E’ il sito Fake Celebrity, che contiene numeroso foro false di attrici famose nude, mostra anche Megan Fox completamente nuda. Ed è falsa anche la storia che il portatile dell’attrice sexy fosse stato rubato e che alcune sue immagini private in cui è nuda siano state pubblicate su alcuni siti.
E’ reale, invece, lo spot che Megan Fox ha realizzato per Emporio Armani Women’s Underwear e Armani Jeans. Nel video l’attrice Megan Fox, decretata donna più sexy al mondo per il secondo anno consecutivo, accoglie un cameriere nella sua camera d’albergo indossando soltanto un accappatoio. Svestita, rimane in lingerie e in modo sensuale inizia a vestirsi creando non pochi imbarazzi al povero malcapitato.
Inoltre, Megan Fox è immortalata sexy e provocante in numerosi cartelloni nelle strade americane. Un pericolo per tutti gli automobilisti che sicuramente si potranno distrarre per tale meraviglia.
Non sarà nuda, ma Megan Fox riesce ad essere sensuale anche in lingerie. Ecco il video dello spot di Armani:

Megan Fox nuda

Clicca questa immagine per fa partire per il video completo...


venerdì 21 gennaio 2011

SEGUI IL TUO CUORE

Scegli il tuo cuore filmTitolo originale: Charlie St. Cloud
Nazione: Canada, USA
Anno: 2010
Genere: drammatico, sentimentale
Durata: 1h39m
Regia: Burr Steers
Sceneggiatura:
Fotografia: Enrique Chediak
Musiche: Rolfe Kent
Cast: Zac Efron, Amanda Crew, Donal Logue, Charlie Tahan, Ray Liotta, Kim Basinger, Augustus Prew, Dave Franco, Matt Ward, Miles Chalmers, Jesse Wheeler, Desiree Zurowski, Adrian Hough, Jill Teed, Tegan Moss


Trama
Charlie St. Cloud ama la vela ed è anche molto bravo in questo sport tanto da vincere una borsa di studio della Stanford University che lo condurrà lontano dalla sua tranquilla cittadina natale. Il suo brillante futuro, però, viene stroncato da un’immane tragedia che condizionerà e cancellerà i sogni di un’intera vita. Assieme al suo fratellino Sam rimane vittime di un incidente stradale. Soltanto lui riesce a salvarsi. Charlie aveva fatto a Sam una solenne promessa di non abbandonarlo e che si sarebbe allenato con lui ogni giorno, quando al tramonto riecheggiano i colpi dei cannoni della cittadina. Durante il funerale del fratello, Charlie fugge vie e si inoltra nella foresta, dove, al tramonto, si ritrova in una piccola radura. Qui, sente in lontananza il rimbombo dei colpi dei cannoni e resta stupito nel vedere Sam, con il guanto da baseball in mano, che lo aspetta per iniziare l’abituale allenamento serale di baseball.

Recensione
“Segui il tuo cuore” è un film che ogni ragazzina innamorata di Zac Efron non dovrebbe perdersi. Il bel ragazzo dagli occhioni blu cobalto ha ormai 23 anni ed è arrivato il momento di abbandonare film come “High School Musical” e “17 again - Ritorno al liceo” per qualche ruolo di più impegnativo. Zac Efron è Charlie St. Cloud, personaggio del titolo originale, tristemente tradotto in “Segui il tuo cuore” per poter far capire subito che il buon Zac si impegnerà in una bella storia d’amore con tanto di scena passionale in un cimitero, ricordando così, complice il pallore vampiresco del suo viso, la saga di Twilight.
Fondamentalmente, “Segui il tuo cuore” è un film sciropposo, un melodramma che vaga tra la tragedia della morte e la voglia di amare. Infatti, la sceneggiatura, basata sul libro “Ho sognato di te”, si divide mestamente tra le visioni post mortem de “Il sesto senso” ed gli amori soprannaturali di “Ghost”. A differenza di questi, però, “Segui il tuo cuore” manca completamente di ritmo. Ci sono momenti in cui è così noioso e scontato che alzarsi dalla sedia e andar via appare una soluzione molto allettante. Il colpo di scena non risolleva le sorti di una storia la cui fine è nota già dai primi fotogrammi. Nei suoi momenti più drammatici e romantici non si riesce neanche a versare una lacrima perché tutto è già immaginato. Non regge neppure il fil rouge della storia, quel di legame di sangue fraterno ostacolato da una presenza femminile che vorrebbe tirar via dai dolorosi ricordi lo sfortunato protagonista e, grazie al potere dell’amore, restituirgli la propria vita.
Zac Efron non si comporta neanche troppo male, ma il suo ruolo impegnativo avrebbe avuto bisogno di una regia più attenta e solida. Tuttavia, il regista Burr Steers non lo aiuta per niente, lasciando che vaghi senza guida con lo sguardo confuso ed apatico. Amanda Crew (Tess Carroll), dal viso ingenuo e pulito quanto basta, si limita al ruolo della ragazza che si lascia conquistare e dalla bellezza e dalla tenerezza del protagonista. Charlie Tahan, il fratellino Sam, interpreta il ruolo in modo scontato e un tantino irritante. Altra grave colpa di Burr Steers è di sprecare due attori navigati come Kim Basinger e Ray Liotta. La prima, nel ruolo di madre, subito viene fatta sparire e l’unica cosa che si ricorda è la sua preoccupazione di non essere non essere adeguata nel vestire ed il secondo relegato ad una parte piccolissima con il solo ruolo di salvare il personaggio e ricordargli che la vita va avanti e non va sprecata.
I paesaggi sono incantevoli: la foresta lussureggiante e l’acqua dell’oceano che circondano il cimitero e la città sono straordinari. La fotografia di Enrique Chediak è, però, talmente leziosa da sovraccaricare di bellezza quei paesaggi privandone di ogni attributo realistico. Buono il lavoro Rolfe Kent: il film ha come target i teenager e lui crea una colonna sonora che ogni ragazzino amerà.
“Segui il tuo cuore” è un film consigliabile soltanto alle ragazzine innamorate di Zac Efron, perché di film come questo, per giunta migliori, è pieno il cinema.

Voto: 47%


QUALUNQUEMENTE IN STREAMING: IL FILM PIU' CERCATO IN RETE

Qualunquemente streaming megavideo
Neanche è uscito nelle sale cinematografiche ed il nuovo film di Antonio Albanese dal titolo “Qualunquemente” è già il film in streaming più ricercato su siti come Megavideo. Diretto da Giulio Manfredonia e con protagonista Antonio Albanese, interprete del politico corrotto Cetto La Qualunque, “Qualunquemente” si ambienta nella città Palmi, in Calabria. Dopo il grande successo di Checco Zalone con “Che bella giornata” un altro comico di Zelig si appresta a conquistare il box office italiano. “Qualunquemente” sarà anche uno dei film italiani che parteciperanno al Festival di Berlino 2011, in programma dal 10 al 20 di febbraio.
Si ricorda che i film in streaming oltre ad essere illegali sono sempre di qualità pessima, in particolar modo nel caso di “Qualunquemente” che essendo italiano non può avere come fonte video un DVD/Blu ray. A differenza dell’uscita contemporanea dei film nelle sale cinematografiche e per il noleggio, in Italia è necessario attendere qualche mese prima di poter vedere l’uscita per l’home video. Se pure si dovesse trovare su internet lo streaming di “Qualunquemente” sarebbe una pessima ripresa nel buio della sala cinematografica con audio inascoltabile.


giovedì 20 gennaio 2011

VALLANZASCA - GLI ANGELI DEL MALE

Vallanzasca - Gli angeli del male
Titolo originale: id.
Nazione: Francia, Italia, Romania
Anno: 2010
Genere: biografico, poliziesco
Durata: 2h05m
Regia: Michele Placido
Sceneggiatura: Andrea Leanza, Antonio Leotti, Michele Placido, Kim Rossi Stuart, Toni Trupia,
Fotografia: Arnaldo Catinari
Musiche: Negramaro
Cast: Kim Rossi Stuart, Valeria Solarino, Filippo Timi, Moritz Bleibtreu, Paz Vega, Francesco Scianna, Paolo Mazzarelli, Lorenzo Gleijeses, Gaetano Bruno, Nicola Acunzo, Lino Guanciale, Stefano Chiodaroli, Monica Barladeanu


Trama
1981. Renato Vallanzasca è rinchiuso in una cella del carcere di Ariano Irpino. La sua attitudine al crimine era chiara fin da bambino: a nove anni, infatti, con la sua banda composta dagli amichetti Enzo, Giorgio e Antonella, la sua sorella venuta da Napoli, libera una tigre da un circo. Quella bravata gli apre le porte del carcere minorile. Una volta uscito, Renato non è una persona redenta, anzi inizia una serie di attività criminali fatta rapine, sequestri ed omicidi. Nasce così la famigerata “banda della Comasina” e Renato Vallanzasca è il suo indiscusso leader.

Recensione
Dopo “Romanzo criminale”, Michele Placido ritorna con un altro crime movie, “Vallanzasca - Gli angeli del male”. Al di là delle polemiche nate intorno al film per la presunta mitizzazione di un efferato criminale, Placido mostra una storia cruenta ma, senza dubbio, affascinante. Una storia che non poteva rimanere a lungo lontana dal cinema. Anche l’Italia, come la Francia, ha il suo Jacques Mesrine, raccontato da Jean-François Richet nei due film, “Nemico pubblico n.1 - Istinto di morte” e “Nemico pubblico n.1 - L’ora della fuga”. Due personaggi crudeli, ma che nonostante la loro efferatezza affascinarono l’opinione pubblica per il loro carattere sfacciato ed affascinante.
Michele Placido ha il merito di restituire il vero personaggio, rubato nel 1977 da Matteo Bianchi con il film “La banda Vallanzasca” che nulla aveva a che vedere con il bandito italiano. “Vallanzasca - Gli angeli del male” racconta con discreta cura la vita, gli amori e le attività criminali di Renato Vallanzasca, il boss della banda della Comasina che sconvolse Milano e l’Italia intera tra gli anni ‘70 e la prima metà degli ‘80. A differenza di “Romanzo criminale”, dove veniva raccontata la storia della banda della Magliana e le relazioni con la scena sociale e politica del tempo, in “Vallanzasca - Gli angeli del male” viene mostrato il bandito e le sue gesta, senza alcun riferimento agli avvenimenti politici italiani degli anni della sua attività criminale.
Basandosi sull’autobiografia di Vallanzasca scritta assieme a Carlo Bonini e da un soggetto di Andrea Purgatori e Angelo Pasquini, il team composto Michele Placido, Kim Rossi Stuart, Antonio Leotti, Toni Trupia e Andrea Leanza, con la collaborazione di Antonella D’Agostino, amica di Vallanzasca, interpretata nel film da una valente Paz Vega, realizza una sceneggiatura molto semplice e lineare, ma non per questo, ricca di interessanti episodi. Ci sono tutti i momenti più importanti della vita di Vallanzasca che tra rapine, sequestri, processi, regolamenti di conti fuori e dentro il carcere, interviste alla stampa, delineano con dovizia il personaggio senza offrire considerazioni ed approfondimenti sul personaggio e le sue motivazioni. Lo stesso Vallanzasca frena ogni possibile analisi psicologica, affermando: “Io sono nato per fare il ladro”. Ottimi i dialoghi, il film offre alcune battute davvero notevoli, tra tutte: “Le armi non servono a sparare, le armi servono a spaventare” e “Io non sono cattivo, ho soltanto il lato oscuro un po’ pronunciato”.
Michele Placido sceglie Kim Rossi Stuart nel ruolo di Vallanzasca. Già presente come il “Freddo” in “Romanzo criminale”, l’attore si rifà a quel personaggio caricandolo della personalità di leader. Ne esce fuori un Vallanzasca credibile nei gesti e nelle modalità di azione. Nel cast anche, oltre alla già citata Paz Vega, troviamo Valeria Solarino (qui incredibilmente somigliante a Florinda Bolkan), Filippo Timi (in alcuni momenti un po’ eccessivo), Paolo Mazzarelli (un freddo e glaciale Beppe), Moritz Bleibtreu, Francesco Scianna (splendido il rapporto, di odio prima e di fraterna amicizia poi, tra il suo Francis Turatello e Renato Vallanzasca), Lorenzo Gleijeses (per fortuna sempre più presente nel cinema).
Perfetta la ricostruzione storica, dagli esterni con tutte le auto d’epoca alle scenografie interne e il look (capelli ed abiti) dei protagonisti. Appropriata la colonna sonora dei Negramaro, alla loro prima realizzazione per il cinema come gruppo.
Al di là delle polemiche che può suscitare, “Vallanzasca - gli angeli del male” è un bel film che si distingue per una regia è lineare e funzionale nella ricerca di costruire un personaggio senza scadere nel docufiction tv. Il ritmo è incalzante, ben realizzati gli scontri a fuoco e i corpo a corpo nelle carceri. Ottimo il cast nel quale spicca un bravissimo Kim Rossi Stuart. Una conferma per Michele Placido, il regista che più merita il titolo di erede del genere poliziesco (e poliziottesco) italiano che anni e anni fa ebbe grande successo grazie a registi come Umberto Lenzi, Stelvio Massi e Carlo Lizzani.

Voto: 80%


LA PRIMA COSA BELLA E' FUORI DAGLI OSCAR 2011

La prima cosa bella fuori dagli Oscar 2011
La prima cosa bella” vede interrotta la sua corsa agli Oscar 2001. Il film di Paolo Virzì escluso dall’Academy Awards dalla short list dei nove film ancora in gara tra i quali, il 25 gennaio, verrà scelta la cinquina dei candidato al “miglior film straniero”. Il regista livornese ha manifestato il suo rammarico affermando: “Mi dispiace molto, ma è stato un grande onore rappresentare il cinema italiano in un momento così importante. Un cinema italiano verso cui ci aspettiamo tutti una maggiore attenzione”.
La prima fase di selezione è dunque terminata riducendo a 9 tra i 66 candidati inizialmente presenti. I film rimasti in corsa sono il canadese “La donna che canta” di Denis Villeneuve; l’algerino “Hors-la-loi” di Rachid Bouchareb; il messicano “Biutiful” di Alejandro Gonzalez Inarritu; il sudafricano “Life, above all” di Oliver Schmitz; il greco “Dogtooth” di Yorgos Lanthimos; il giapponese “Confessions” di Tetsuya Nakashimalo ; lo spagnolo “Tambien la Lluvia” di Iciar Bollain; lo svedese “Simple Simon” di Andreas Ohman; il danese “In un mondo migliore” di Susanne Bier che tra i nove candidati è quello favorito alla vittoria finale, dopo aver vinto ai Golden Globe 2011.
Il 27 febbraio, al Kodak Theatre di Hollywwod, si terrà la tradizionale cerimonia di premiazione dei vincitori degli Oscar 2011.


mercoledì 19 gennaio 2011

EVA MENDES NUDA IN UNO SPOT CENSURATO

Eva Mendes nuda
Eva Mendes è nuda nel video di uno spot pubblicitario per il nuovo profumo di Calvin Klein “Secret Obsession”. Una Eva Mendes troppo sexy ed hot e lo spot è stato censurato dalla televisione americana.
Nel video con la splendida Eva Mendes, completamente nuda e fasciata da un velo di seta, accarezza il suo corpo con estrema sensualità. Durante il video, non si lascia spazio all’immaginazione tanto che il seno di Eva Mendes appare chiaramente.
Gli americani sono rimasti così sconvolti dal video da censurarlo. Ma se non lo si vedrà più in televisione, lo spot è ben visibile sulla rete dove ormai è diventato un video celebre.
L’azienda Calvin Klein non ha dato alcun commento limitandosi ad archiviare il video censurato. Beh, avere come testimonial Eva Mendes è una tentazione quella di mostrarla nuda!

Eva Mendes nuda nello spot censurato di Calvin Klein


martedì 18 gennaio 2011

LA VERSIONE DI BARNEY

La versione di Barney
Titolo originale: Barney’s version
Nazione: Canada, Italia
Anno: 2010
Genere: commedia, sentimentale
Durata: 2h12m
Regia: Richard J. Lewis
Sceneggiatura: Michael Konyves
Fotografia: Guy Dufaux
Musiche: Pasquale Catalano
Cast: Paul Giamatti, Dustin Hoffman, Rosamund Pike, Minnie Driver, Scott Speedman, Bruce Greenwood, Rachelle Lefevre, Jake Hoffman, Anna Hopkins, Saul Rubinek, Mark Addy, Macha Grenon, Thomas Trabacchi, Paula Jean Hixson, Massimo Wertmüller, Atom Egoyan, Paul Gross


Trama
Barney Panofsky è un ebreo canadese figlio di un poliziotto in pensione. E’ un produttore televisivo di soap opera di scarsa qualità, ma di successo. Ha ormai superato i sessant’anni, è condizionato dall’alcool e segnato dagli eventi di una vita picaresca. Quando viene pubblicato un libro nel quale vengono messi a nudo le vicende più equivoci della vita di Barney, compresa un’accusa di omicidio del suo miglior amico Boogie, Barney decide di raccontare la sua versione.

Recensione
Alla fine del 2000, lo scrittore canadese Mordecai Richler pubblicò “La versione di Barney”, un romanzo che ebbe un incredibile successo in tutto il mondo. In Italia, nel 2001, anno in cui morì Richler, il libro divenne un best seller con oltre 100.000 copie vendute. Il lavoro di sceneggiatura di Michael Konyves si presentava arduo. Era necessario ridurre un racconto lungo e complesso, narrato in forma di autobiografia, confusa ed condizionata dai fumi dall’alcool e dall’avanzare della progressiva demenza dovuta al morbo di Alzheimer. Konyves riduce e semplifica la narrazione eliminando diverse parti del racconto, quelli caratterizzati maggiormente dalla vena cinica, e gran parte delle riflessioni di Barney, rinunciando anche alla voce narrante. Anche se questo può aprire spazio alle critiche di chi ha amato il libro di Richler, il risultato ottenuto rende il film molto più facile da digerire che si presenta lineare e scorrevole malgrado i continui flashback e flashforward. Il libro si divideva in ugual modo tra i tre matrimoni, mentre la narrazione cinematografica si concentra sul terzo ed ultimo matrimonio di Barney, riducendo i primi due a brevi tappe della vita di Barney prima di conoscere il vero grande amore della sua vita.
La prima parte de “La versione di Barney”, quella degli anni giovanili, prosegue un po’ a fatica. I momenti giovanili di Barney, tra droghe ed alcool, sono affascinanti dal punto di vista artistico, ma privi di una facile chiave di lettura che catturi lo spettatore. Inoltre l’atmosfera classica di Roma, nonostante la fotografia ingiallita che riproduce gli anni ‘70, non è in grado di far traspirare lo stile di vita bohemien della Parigi raccontata nel libro. Quando Barney incontra Miriam si dimenticano quei confusi e divagati episodi fino a quel momento narrati e il film regala una seconda parte meravigliosa, divertente e toccante.
Nel libro Barney era un uomo caratterizzato da una loquacità irriverente, priva di ogni censura, un fiume in piena che trascinava ogni cosa gli si presentasse di fronte. Rabbioso, stravagante, insolente, un personaggio ai limiti della tolleranza. Nel film, Barney è privo dell’ostilità presente nel personaggio letterario a favore di un carattere più sottomesso e nostalgico. Come Barney, Paul Giamatti è straordinario e perfetto come non mai. E’ uno degli attori più talentuosi e più sottovalutati della sua generazione e dimostra anche ne “La versione di Barney” tutto il suo valore. La vita di Barney è un emozionante luna park fatto di alti e bassi e Giamatti regala un personaggio adorabile pur se non troppo simpatico perché è il patetico e malinconico prototipo di uomo innamorato. Meravigliosi i duetti tra Barney ed il padre Izzy, interpretato da un indomabile Dustin Hoffman che si fa carico di gran parte del cinismo e dello spirito ebraico che nel romanzo erano di Barney. Memorabile la sua presenza sfacciata ed irriverente al secondo matrimonio di Barney. Perfetta Rosamund Pike nel ruolo di Miriam, ultima moglie e grande amore di Barney. L’interpretazione, garbata e elegante, restituisce in modo completo lo spirito maturo, affettuoso e docile di Miriam.
“La versione di Barney” è un film non convenzionale che racconta una grande storia attraverso dialoghi eccellenti e prestazioni ancor migliori. Se era impossibile essere del tutto fedeli al romanzo, il film si concentra sugli aspetti più divertenti e romantici della storia. La prima parte potrebbe facilmente indurre all’abbandono della visione, ma è meglio aspettare perché il seguito regala attimi divertenti, incantevoli e strazianti, ed un personaggio che rimarrà a lungo nella memoria.

Voto: 81%



lunedì 17 gennaio 2011

GOLDEN GLOBE 2011: I VINCITORI

Golden Globe 2011 - I vincitori
Si è svolta all’hotel Beverly Hills Hotel di Los Angeles la 68ma edizione dei Golden Globe 2011, i premi assegnati dall’Hollywood Foreign Press Association. Il vincitore dei Golden Globe 2011 è “The social network” del regista David Fincher. Il film che racconta la storia di Facebook si aggiudica ben quattro premi (miglior pellicola drammatica, regia, sceneggiatura e colonna sonora) sulle sei nomination.
Il miglior attore protagonista per la categoria “film drammatici” è Colin Firth. Un periodo di grande successo per l’attore che dopo la magnifica interpretazione nel film “A single man” di Tom Ford si conferma ad alti livelli nel film “Il discorso del re”. Festeggia mostrando il suo pancione Natalie Portman. L’attrice israeliana, naturalizzata americana,  in dolce attesa, si afferma come miglior attrice per la categoria “film drammatici”. Paul Giamatti, autore della splendida interpretazione di Barney ne “La versione di Barney”  ed Annette Bening  per il film “I ragazzi stanno bene" sono i migliori attori per la categoria “film comici/musicali”. I migliori attori ed attrici non protagonisti sono, invece, Christian Bale e Melissa Leo.
I Golden Globe 2011 decretano miglior film straniero “In un mondo migliore” di Susanne Bier. Perde, dunque, il film italiano “Io sono l’Amore” di Luca Guadagnino che comunque si è ritagliato uno spazio importante nel mercato cinematografico statunitense. Premiati anche due mostri sacri del cinema: Al Pacino, miglior protagonista in un film per la TV e De Niro, premio alla carriera.
Segue la lista completa di tutti i vincitori dei Golden Globe 2011:

Miglior film (categoria drammatica)
The social network, regia di David Fincher
Miglior attrice (categoria drammatica)
Natalie Portman (Il cigno nero)
Miglior attore (categoria drammatica)
Colin Firth (Il discorso del re)
Miglior film (categoria commedia/musical)
I ragazzi stanno bene, regia di Lisa Cholodenko
Miglior attore (categoria commedia/musical)
Paul Giamatti (La versione di Barney)
Miglior attrice (categoria commedia/musical)
Annette Bening (I ragazzi stanno bene)
Miglior attore non protagonista
Christian Bale (The fighter)
Miglior attrice non protagonista
Melissa Leo (The fighter)
Miglior film di animazione
Toy Story 3 - La grande fuga, regia di Lee Unkrich
Miglior sceneggiatura
Aaron Sorkin (The social network)
Miglior colonna sonora
Trent Reznor, Atticus Ross (The social network)
Miglior canzone
“You Haven’t Seen the Last of Me” - Diane Warren (Burlesque)
Miglior film straniero
In un mondo migliore, regia di Susanne Bier
Premio speciale Cecil B. DeMille
Al Pacino


mercoledì 12 gennaio 2011

SKYLINE

Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2010
Genere: fantascienza
Durata: 1h34m
Regia: Colin Strause, Greg Strause
Sceneggiatura: Joshua Cordes, Liam O’Donnell
Fotografia: Michael Watson
Musiche: Matthew Margeson
Cast: Eric Balfour, Scottie Thompson, David Zayas, Donald Faison, Brittany Daniel, Neil Hopkins, Crystal Reed, J. Paul Boehmer, Tanya Newbould, Pam Levin, Phet Mahathongdy, Tony Black


Trama
Jarrod e la sua fidanzata Elaine arrivano a Los Angeles per il compleanno di Terry, un ricco amico di Jarrod che gira in Ferrari e vive nell’attico di un elegante condominio. Dopo aver festeggiato fino a tardi, il gruppo di amici viene svegliato nel cuore della notte da fasci di luce misteriosa si vedono nello skyline della città. La sorgente di luce attrae la gente al di fuori delle case, per poi farla scomparire improvvisamente. Dopo poco dal cielo compaiono delle astronavi aliene che minacciosamente stazionano sulla città. Intrappolati nell’appartamento come topi in gabbia, Jarrod e i loro amici dovranno trovare un modo per sfuggire dalle grinfie degli alieni.

Recensione
Una serie di luci abbaglianti cadono dal cielo senza preavviso, in modo apparentemente inspiegabile. Queste luci hanno un fascino irresistibile e chiunque le fissa ne rimane attratto per poi sparire misteriosamente. “Skyline”, diretto dai fratelli Strause, racconta la storia di un’invasione aliena, vissuta da un gruppo di amici che devono decidere del loro destino: rimanere in attesa che tutto finisca oppure fuggire via il più lontano possibile?
I due fratelli di Chicago sono forse quanto di meglio ci sia in circolazione nel campo degli effetti speciali ed hanno avuto modo di dimostrare le proprie capacità rendendo i propri servigi in film come (solo per citarne alcuni) “Titanic”, “X-Files - Il film”, “L’alba del giorno dopo”, “Constantine”, “I fantastici 4”, “Invasion”, “300”, “Jumper”, “L’incredibile Hulk”, “Il curioso caso di Benjamin Button”, “2012”, “Avatar”, “Codice: Genesi” e “Iron Man 2”. E’ dunque scontato immaginarsi che “Skyline” abbia come punto di forza gli effetti speciali. E, infatti, il film offre, a fronte di soli 10 milioni di dollari di budget, effetti speciali spettacolari curati nei minimi dettagli, ricorrendo senza alcuna riserva e in modo egregio alla computer grafica. Se la punto di vista tecnico “Skyline” non lascia possibilità di critica, il versante artistico latita. I fratelli Strause partono dalla bella idea delle luci che cadono inspiegabilmente dal cielo ma non vanno oltre, scopiazzando a mani basse i migliori classici di fantascienza: “La guerra dei mondi” per la tipologia di mostri alieni; “Cloverfield” per l’improvviso ed inspiegabile attacco alieno, i punti di osservazione della tragedia e il gruppo in fuga; “Matrix” per le motivazioni che spingono gli alieni all’attacco; “Indipendence Day” per i combattimenti aerei; “The Mist” per come i personaggi siano richiusi come topi in gabbia; “District 9” per il contagio alieno. Questi sono soltanto alcuni dei film che è possibile rivedere in “Skyline”. Il film offre poca tensione, si concentra sull’azione che raggiunge livelli martellanti. Nessuna spiegazione dei fatti (e questo può essere un bene) o sulla psicologia dei personaggi (e questo è un male). Zero empatia, nulla anche la simpatia nei confronti del gruppo che si comporta spesso in modo poco corente, tanto che per quanto sono stupidi ed irritanti si rischia di parteggiare per gli alieni. Parafrasando una nota canzone di Eugenio Finardi, viene spontaneo cantare: “Extraterrestre, portali via!”.
Il cast è composto da un gruppo di attori presi dalle serie TV più famose: Eric Balfour (“The O.C.”, “24”) ingessato e monoespressivo, eccezion fatta per qualche urlo di terrore; l’affascinante quanto inespressiva Scottie Thompson (“N.C.I.S. - Unità anticrimine”, “CSI - New York”, “CSI - New York”); Brittany Daniel (“Sweet Valley High “, “Dawson Creek”), scialba ed irritante; Donald Faison, il simpaticissimo Turk di “Scrubs - Medici a primi ferri”, qui esagera nel personaggio troppo sicuro di sé e dei suoi soldi; Neil Hopkins (“Lost”, “Nip/Tuck”, “CSI - New York”); David Zayas (“Dexter”). Nessuno dei suddetti (forse si salva Zayas) mostra capacità tali da giustificare un loro passaggio definitivo al cinema.
“Skyline” è un film che soddisferà chi vuole vedere un po’ di intrattenimento fatto soltanto di azione ed effetti speciali. Troppo ispirato ai classici di fantascienza, il film sarà denigrato con estrema facilità da molti.

Voto: 57%


martedì 11 gennaio 2011

HEREAFTER

Hereafter
Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2010
Genere: drammatico, thriller
Durata: 2h09m
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Peter Morgan
Fotografia: Tom Stern
Musiche: Clint Eastwood
Cast: Cecile De France, Thierry Neuvic, Matt Damon, Jay Mohr, Frankie McLaren, George McLaren, Cyndi Mayo Davis, Lisa Griffiths, Jessica Griffiths, Ferguson Reid, Derek Sakakura, Richard Kind, Charlie Creed-Miles, Lyndsey Marshal, Rebekah Staton


Trama
Marie Lelay è una giornalista francese scampata ad uno tsunami. Rientrata a Parigi si interroga sulla sua esperienza che l’ha condotta tra la vita e la morte. Inizia ad allontanarsi dal suo fidanzato che non riesce a comprendere la sua difficile situazione. George Lonegan è un operaio americano con il dono di vedere i cari defunti delle persone con il solo tocco della mano. George non vede il suo come un dono meraviglioso, ma come una condanna che non gli consente di vivere una vita normale. Ci prova frequentando un corso di cucina italiana e coltivando la sua passione per i romanzi di Charles Dickens. Marcus è un ragazzino inglese che assieme a suo fratello deve tirare avanti badando anche alla madre tossicodipendente. Il tragico destino lo renderà un bambino ancora più smarrito e spaventato, alla ricerca ostinata di risposte sulla morte e sull’aldilà.

Recensione
Clint Eastwood è stato indiscutibilmente un attore di grandi qualità. Anche come regista ha deliziato pubblico e critica con un gran numero di ottimi film. Le aspettative attorno ad un suo nuovo film sono, dunque, sempre molto alte e difficilmente disattese. “Hereafter” è, però, un mezzo passo falso e se non fosse stato girato da Eastwood nessuno lo avrebbe degnato di minima considerazione.
“Hereafter”, parte da un’idea interessante, ma neanche troppo originale: le  esperienze ravvicinate con la morte e la possibilità di parlare con le persone defunte. Eastwood non si preoccupa, però, di dipingere l’aldilà come quello rappresentato in “Al di là dei sogni” di Vincent Ward oppure in “Amabili resti” di Peter Jackson. Si concentra, invece, sui protagonisti che vengono segnati dalla morte: soffrono per la perdita di un proprio caro, per il senso di colpa di essere sopravvissuti o per l’inquietudine di aver perso una vita normale a causa di un “dono” non richiesto.
Già dalle prime scene “Hereafter” presta il fianco a facili critiche: la scena dello tsunami è realizzata in modo grossolano con effetti speciali ridicoli. Gran parte della colpa questa debacle è da attribuire alla sceneggiatura di Peter Morgan (Oscar per “The Queen” e “Frost/Nixon”), priva di spessore e di interesse. La storia non coinvolge e non lascia utili spunti di riflessioni. La narrazione degli avvenimenti dei tre protagonisti non è equilibrata e non offre validi elementi che le leghino. Se la storia americana è la più avvincente e prossima alle tematiche di Eastwood, quella francese sembra adattata da un film di Claude Lelouche e quella inglese da un dramma sociale di Ken Loach. Tre storie che singolarmente potevano avere un valore, ma che non si amalgamano, sprovviste di un fil rouge che le rendano un’entità indivisibile. A tal proposito, il finale che le riunisce è scadente, banale conclusione di un film mal strutturato.
Il cast di “Hereafter” vede un buon Matt Damon capace di rendere pubblica una storia intima e drammatica. Se tutto quanto ruota attorno al suo “dono”, straordinario per gli altri ma per sé infausto, regala momenti commoventi, fa sorridere la banale della storia d’amore che nasce dal corso di cucina, pieno di idiozie e luoghi comuni sull’Italia e la sua arte culinaria. Quello che ne viene fuori è peggiore di quanto visto nel film “Lezioni di cioccolato” tra Luca Argentero e Violante Placido. Cécile de France, nel ruolo di Marie, appare confusa per nulla convincente. L’attrice belga, forse, è ancora troppo legata ai ruoli leggeri che le hanno reso giustizia finora. La sua storia, descritta in lingua francese per scelta del regista, è forzata, poco credibile. Le interpretazioni dei gemellini George e Frankie McLaren sono incantevoli quando mostrano la loro intesa e la loro complicità, ma risultano sterili quando i due sono in scena singolarmente.
“Hereafter” è un mediocre thriller new age che rovina pietosamente in un melodramma privo di mordente. Clint Eastwood non poteva certo dare risposte sull’aldilà, ma almeno poteva meglio indirizzare il suo film lungo binari più stabili. Un film confuso e poco intrigante.

Voto: 51%